Destra di Popolo.net

GOVERNO OSTAGGIO DELLA SUA STESSA PROPAGANDA, ORA CERCA L’INCIDENTE DIPLOMATICO CON L’OLANDA CHE NON C’ENTRA UNA MAZZA (MA NON DOVEVA ANDARE A MARSIGLIA?)

Gennaio 28th, 2019 Riccardo Fucile

IMMAGINATE SE UNA NAVE DA CROCIERA ITALIANA NAUFRAGASSE AI CARAIBI E IL GOVERNO LOCALE NON SOCCORRESSE I NAUFRAGHI PERCHE LA NAVE BATTE BANDIERA ITALIANA: MA SI LEGGANO ALMENO UN MANUALE DI DIRITTO MARITTIMO QUESTI CAZZARI

L’Italia continua a prendersela con l’Olanda, in quanto la Sea Watch 3 ha bandiera olandese. Dovrebbe essere il governo de l’Aja ad accogliere i 47, ribadiscono a sera da Palazzo Chigi. In una nota, il governo annuncia che “domani l’Italia depositerà  una memoria davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, con la quale farà  valere la giurisdizione olandese, contestando la propria legittimazione passiva. In altri termini, affermerà  che non è l’Italia a dover rispondere di questo caso, alla luce del diritto nazionale e internazionale”.
Chissà  che manuale di diritto marittimo devono aver consultato per sparare una cazzata del genere.
Il codice della navigazione, le norme internazionali, la legge italiana prevede che i naufraghi vadano soccorsi e sbarcati. Punto.
Una volta identificati e verificato se hanno o meno diritto ad asilo, si discuterà  con L’Europa una eventuale ridistribuzione. Ma non si sequestrano a bordo 47 esseri umani perchè qualche bullo razzista possa continuare la sua lurida propaganda.
Immaginate se una nave da crociera battente bandiera italiana naufragasse ai Caraibi e i naufraghi italiani venissero soccorsi da qualche imbarcazione di passaggio. E se a queste navi fosse impedito l’attracco a un porto “perchè ci deve pensare l’Italia” o qualcuno dicesse “portateli a Genova o a Napoli, qua non sbarcano”.
Stiamo scendendo nel ridicolo, questi ci finiranno come imputati davanti alla Corte Europea per i diritti dell’uomo, altro che cercare di scaricare su altri le proprie responsabilità .
E poi l’ipocrisia, tipica di chi non sa più come uscirne: “già  da ora l’Italia si rende disponibile, una volta riconosciuta la giurisdizione olandese, a offrire un corridoio umanitario al fine di consentire un trasferimento dei migranti verso l’Olanda”.
Certo, devono essere sempre gli altri a risolvere i problemi che il governo italiano si cerca da solo. Bastava farli sbarcare senza tante cazzate e nessuno avrebbe avuto nulla da dire.
Esilarante poi l’affermazione sulla “temeraria condotta della Sea Watch che, in condizioni di mare mosso, anzichè trovare riparo sulla costa tunisina si è avventurata in una traversata di centinaia di miglia mettendo a rischio l’incolumità  dei migranti a bordo”.
Peccato che la procura di Siracusa abbia già  accertato che il comandante abbia fatto bene a fare rotta sull’Italia, smentendo le balle del governo. Notate che la condotta del comandante che fino a ieri era “illegale” (parole di Salvini) oggi diventa solo “temeraria”, dopo la nota della Procura.
Noi preferiamo i temerari ai vigliacchi che scappano a gambe levate.

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IL PD VOTERA’ A FAVORE DELL’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE PER SALVINI: A QUESTO PUNTO I NUMERI CI SAREBBERO

Gennaio 28th, 2019 Riccardo Fucile

RENZI ANNUNCIA CHE VOTERA’ SI’, COSI’ PURE IL M5S… E NON E’ DETTO CHE DENTRO FORZA ITALIA QUALCUNO NON SI AGGIUNGA… SALVINI CON L’ACQUA ALLA GOLA, LEGA SEMPRE PIU’ NERVOSA

Matteo Renzi voterà  a favore dell’autorizzazione a procedere avanzata nei confronti di Matteo Salvini. Lo ha annunciato lo stesso ex presidente del consiglio con un post su twitter: “Sono arrivate in Senato le carte del Tribunale dei ministri nei confronti di Salvini. Dopo averle lette con attenzione e senza alcun pregiudizio ideologico, voterò a favore della richiesta di autorizzazione a procedere”.
A questo punto, bisognerà  capire cosa farà  il Pd. Nessuno dei leader dem ha fino a questo momento preso una posizione netta come quella di Renzi.   “Bisogna seguire l’iter della richiesta in giunta e approfondire la questione da tutti i punti di vista”, hanno detto i quattro componenti dem della Giunta per le elezioni, che sono i senatori Francesco Bonifazi, Anna Rossomando, Nadia Ginetti e Giuseppe Cucca.
Le posizioni all’interno della Giunta: 12 sì, 9 contrari
La Giunta si riunirà  per la prima volta per affrontare la richiesta mercoledì 30 gennaio alle 11. I componenti dell’organo parlamentare   presieduto da Maurizio Gasparri dovranno votare a scrutinio palese.
Fra i 23 membri della commissione, Salvini può certamente contare sui 4 senatori della Lega. Probabile che a suo favore si esprimano gli esponenti di Fratelli d’Italia e di Forza Italia: il totale fa nove voti. Luigi Di Maio ha invece confermato quanto anticipato da Gianluigi Paraone: i sei esponenti del M5s voteranno sì al processo del ministro dell’Interno. Con i voti dei dem, in totale fanno dieci senatori a favore dell’autorizzazione a procedere.
L’ex presidente del Senato Pietro Grasso non si è ancora pronunciato, anche se la settimana scorsa ha eloquentemente postato una prima pagina di Libero dell’agosto 2018 in cui Salvini si diceva pronto a rinunciare all’immunità  e ad affrontare i processi. Restano in sospeso, ma non necessariamente in bilico, l’ex M5S Gregorio De Falco e Meinhard Durnwalder — di Svp-Autonomie, si è astenuto sulla fiducia ma ha votato contro la manovra — che vogliono rendersi conto della situazione una volta esaminati i documenti e tutte le carte del caso. In giunta quindi, sarebbero 12 voti a favore del processo a Salvini e 9 contro, con due senatori incerti.
L’iter legislativo: se Pd vota con M5s, Salvini a processo
La giunta per le elezioni e le immunità  dovrà  presentare una relazione sul caso a Palazzo Madama entro 30 giorni. Se propone di dare il via libera all’autorizzazione a procedere, senza che all’interno ci siano opinioni contrarie, l’Aula non vota: le carte tornano al tribunale dei ministri e comincia il processo a Salvini.
Ma se all’interno della giunta ci sono proposte di cassare l’autorizzazione, anche minoritarie, Palazzo Madama deve comunque esprimersi entro 60 giorni. È quello che succederà .
A quel punto quindi l’Aula dovrà  esprimersi. Il Pd ha 52 voti: se tutti seguiranno l’indicazione di Renzi, andranno a sommarsi ai 107 del M5s.
A quel punto voteranno a favore dell’arresto di Salvini in 159. Anche se tutti gli altri dovessero votare a favore di Salvini, il ministro dell’Interno finirebbe a processo davanti al tribunale di Catania.
È accusato di sequestro di persona aggravato: rischia fino a 15 anni di carcere.
I leghisti in pressing.
Fontana: “M5s vota sì? Conseguenze politiche” — Sarà  anche per questo motivo se dai vertici del Carroccio stanno cominciando ad arrivare inviti — o veri e propri ultimatum — agli alleati dei Cinquestelle. Il ministro e vicesegretario della Lega, Lorenzo Fontana, in un’intervista alla Stampa ha detto: “Se da parte del M5S ci dovesse essere la scelta del voto favorevole all’autorizzazione a procedere questa avrà  inevitabilmente delle conseguenze politiche”.
I due capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari hanno inviato un comunicato congiunto: “Processare chi, nell’esercizio delle sue funzioni di ministro dell’Interno, ha contemporaneamente agito nel pieno rispetto delle leggi e della Costituzione e ottemperato al mandato ricevuto dagli elettori, significa inequivocabilmente tentare di processare il governo”.
E tra i leghisti c’è anche chi auspica una richiesta diretta del leader per chiedere pubblicamente ai suoi si serrare i ranghi.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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DUE DONNE DI DESTRA A DIFESA DEI DIRITTI DEGLI ESSERI UMANI, UN SEGNALE CHE LA RIVOLTA STA MONTANDO ANCHE A DESTRA

Gennaio 28th, 2019 Riccardo Fucile

MARA CARFAGNA: “PRENDERSELA CON IL PIU’ PICCOLO DEL CORTILE E’ DA CODARDI E VIGLIACCHI”… STEFANIA PRESTIGIACOMO: “NON SONO UNA CHE SI VOLTA DALL’ALTRA PARTE”

Lo stallo Sea Watch non accenna a sbloccarsi. La polemica politica non si arresta e, tra le tante voci, si sentono quelle di due donne.
Entrambe di Forza Italia, chiedono che quei 47 migranti a bordo dell’imbarcazione dell’ong siano fatti sbarcare. Sono Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo.
La prima ammonisce: “La lotta all’immigrazione clandestina: “La lotta agli scafisti deve essere una priorità  assoluta ma non si combatte facendo prigioniere le loro vittime”.
La seconda ieri, 27 gennaio, è salita a bordo della Sea Watch, insieme a due deputati di partiti diversi, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi, per accertarsi delle condizioni dei migranti. Il suo gesto ha generato scompiglio, quasi una spaccatura, all’interno del suo partito.
Lei, che non aveva condiviso con nessuno la sua scelta, non si è scomposta e ha risposto: “Non si può girare la testa dall’altra parte, non è la mia natura”.
Mara Carfagna è intervenuta sul tema con un video su Facebook: “Prendersela con il più piccolo del cortile è da codardi e da vigliacchi. Uno Stato forte non lo fa: lo fa uno Stato debole che proprio perchè è debole ha bisogno di mostrare i muscoli – ha affermato.
eri era stata tra i pochissimi esponenti di Forza Italia a spendersi a favore della collega Stefania Prestigiacomo: “Dispiace che il Ministro Salvini accusi tre parlamentari di aver violato la legge, dimenticando che le prerogative ispettive dei parlamentari sono dovere ed obbligo a difesa dello Stato e dei cittadini che essi rappresentano”, aveva affermato, difendendo la scelta della deputata di Fi di salire sulla nave.

(da “Huffingtonpost”)

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“IL COMANDANTE DELLA SEA WATCH NON HA COMMESSO ALCUN REATO” PRECISA LA PROCURA DI SIRACUSA, ALLORA L’HA COMMESSO SALVINI QUANDO LO HA DIFFAMATO

Gennaio 28th, 2019 Riccardo Fucile

LA RICOSTRUZIONE E I DOCUMENTI CONFERMANO LA TESI DEL VALOROSO COMANDANTE… SOLO IN ITALIA UN MINISTRO DEGLI INTERNI PUO’ DIRE IL FALSO SU UNA INDAGINE E NON ESSERE MANDATO A CASA: SIAMO LA BARZELLETTA DEL MONDO

La Sea Watch doveva andare in Tunisia, ma l’imbarcazione dell’ong tedesca con a bordo 47 persone (tra cui 13 minori non accompagnati) avrebbe comunque fatto rotta verso l’Italia, disattendendo le indicazione ricevute.
E’ stata questa la tesi dei ministri dell’Interno, Matteo Salvini, e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.
Il procuratore ha però precisato che il comandante della nave “non è indagato” e che si è comportato in maniera irreprensibile, portando in salvo il suo carico umano dirigendosi verso il porto sicuro.
I rappresentanti dell’ong tedesca hanno oggi mostrato le comunicazione tra il comandante della nave e il centro di coordinamento olandese, spiegando perchè alla fine la nave si sia diretta verso l’Italia.
“Lo scorso 23 gennaio, a causa dell’arrivo di una forte perturbazione da nord-ovest, definita ciclone mediterraneo, abbiamo avuto diverse comunicazioni con il JRCC olandese e con la capitaneria di porto di Lampedusa – spiega l’ong tedesca -. Il centro di coordinamento marittimo olandese, dopo aver preso atto dell’impossibilità  di entrare nel porto di Lampedusa, ha informato la nave che l’opzione di trovare riparo in Tunisia poteva essere percorribile. Il governo olandese ha quindi contattato il governo tunisino, senza però ricevere alcuna risposta”.
Già  a novembre alla Sea-Watch era stato negato l’approdo in Tunisia per fare rifornimento e per ripararsi durante una tempesta, spiega l’ong: la nave si era ritrova per oltre 5 giorni al largo delle coste di Zarzis senza poter entrare in porto.
Per questo, il comandante della Sea Watch 3 ha fatto rotta verso Nord, verso l’Italia.
L’estratto della comunicazione tra Sea Watch e il ministero Olanda.
L’ong ha poi reso noto anche un estratto delle comunicazioni intercorse tra il capitano della nave e il Ministero delle Infrastrutture olandese.
Il giorno 23 gennaio, alle 14:35, il Team Sea-Watch in Olanda contatta il Ministero “Infrastructure e Watery”, competente per la Guardia Costiera, chiedendo un riparo dal cattivo tempo in arrivo.
Il rappresentante di Sea-Watch chiede l’indicazione di un PoR (Porto di Rifugio) a Malta o in Italia.
Poi, in una seconda comunicazione, chiede la stessa indicazione solo per l’Italia poichè rappresentava in quel momento il PoR più vicino (Lampedusa). Venti minuti dopo, alle 14:57
Il contatto al Ministero dice all’ong il Ministero degli Affari Esteri, Giustizia e Sicurezza chiederà  all’Italia di fornire un PoR.
Alle 16:11 arriva la conferma che la richiesta di PoR è stata inviata alla Guardia Costiera italiana, MRCC, da JRCC Den Helder.
Il messaggio   inviato dal JRCC Olanda (Jrcc Den Helder) al rappresentante di Sea-Watch in Olanda parla di contatti dell’Italia.
La prima ipotesi è Lampedusa, ma date le condizioni avverse che stanno per colpire l’isola, Mrss (centro di coordinamento marittimo) di Roma non lo considera un “safe place shelter”.
Alle 19:05 Sea Watch riceve un ultimo messaggio dal ministero delle Infrastrutture olandese in cui si dice che la Tunisia è la migliore alternativa e che verrà  inviata una richiesta alla Guardia costiera tunisina.
Ma dopo queste comunicazioni – spiega Sea Watch – “non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta dal governo olandese in merito alla richiesta di un porto rifugio (POR) in Tunisia”. (ec)

(da agenzie)

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IL GARANTE DEI DETENUTI: “SULLA SEA WATCH C’E’ UNA ILLECITA DETENZIONE”

Gennaio 28th, 2019 Riccardo Fucile

MAURO PALMA HA SCRITTO AL MINISTRO TONINELLI: “PROVVEDA ALL’IMMEDIATO SBARCO DELLE PERSONE, STA VIOLANDO LA CONVENZIONE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO”… SONO QUASI DIECI I REATI CONTESTATI

Poi non si nascondano dietro il ‘popolo’ e altre amenità  varia, visto che anche il governo nei suoi atti deve rispettare le leggi vigenti.
Adesso il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà , Mauro Palma ha scritto al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, chiedendo l’immediato attracco della nave Sea Watch 3 e il conseguente sbarco delle persone soccorse, nella chiara finalità  di tutelare i diritti delle persone salvate e di preservare il Paese dal dover rispondere in sede internazionale di possibili violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Secondo Palma, “la situazione di stallo venutasi a creare per gli effetti della mancata autorizzazione all’attracco e dell’impossibilità  della nave di riprendere la navigazione determina la privazione di fatto della libertà  dei migranti soccorsi. Oltretutto è stato anche superato il limite massimo di 96 ore che la legge prevede per il fermo di una persona senza convalida giurisdizionale”
Nella lettera il Garante nazionale ha chiesto con la “massima urgenza” al Ministro informazioni relative all’assegnazione di un luogo sicuro (Pos) dove sbarcare le persone ora a bordo della nave Sea Watch 3; all’indicazione data e allo stato attuale della situazione circa l’impossibilità  di approdo, con la specificazione della motivazione; alla presenza di minori a bordo; alla sistemazione delle persone salvate in ambienti coperti o esterni, con l’indicazione numerica in un caso e nell’altro; alle condizioni materiali attuali e alle azioni intraprese per rispettare il divieto di trattamenti inumani e degradanti, con particolare riferimento all’accesso a cibo e acqua e alla tutela della salute; ai motivi di ordine pubblico e sanità  pubblica che hanno portato all’adozione dell’ordinanza che vieta a ogni natante di avvicinarsi alla Sea Watch 3.
Le persone a bordo di una nave che ha fatto ingresso nelle acque territoriali italiane, per quanto battente bandiera straniera, “sono sotto la giurisdizione del nostro Paese- fa notare ancora Palma- Ciò implica la responsabilità  dello Stato per ogni eventuale violazione dei diritti umani: la situazione di privazione di fatto della libertà  personale, in violazione dell’articolo 13 della Costituzione e dell’articolo 5 della Cedu; il mancato avvio delle procedure individuali di identificazione e quindi la mancata considerazione delle posizioni individuali, a rischio di violazione del divieto di espulsioni collettive; la mancata considerazione degli aspetti di vulnerabilità  individuale, a rischio di violazione dell’articolo 3 della Cedu; la possibile violazione del divieto di non refoulement, considerato che le persone soccorse dalla nave Sea Watch 3 provengono dalla Libia, Paese verso cui non possono essere respinte; il rischio di violazione del diritto d’asilo regolato dalla Convenzione di Ginevra; la possibile violazione dell’articolo 3 della Cedu in relazione alle condizioni in cui sono costrette le persone migranti a bordo”.
Il Garante per l’Infanzia del Comune   per l’infanzia del Comune di Siracusa, Carla Trombino, ha presentato al Tribunale dei minorenni di Catania un ricorso d’urgenza per lo sbarco e l’assegnazione a un centro specializzato dei 13 minorenni che sono a bordo della Sea Watch. La richiesta è stata depositata dall’avvocato Rosa Emanuela Lo Faro ed è motivata con “i maltrattamenti e le torture” che i minorenni hanno subito in Libia. Il legale ha chiesto anche l’intervento dell’autorità  marittima per dichiarare l’emergenza medica per i minori.

(da Globalist)

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QUESTO E’ IL PAESE DOVE DUE PARLAMENTARI VENGONO INDAGATI SE ESERCITANO IL LORO DIRITTO DI VERIFICARE LE CONDIZIONI DI SALUTE SULLA SEA WATCH, MENTRE UN MINISTRO PUO’ INDOSSARE ILLECITAMENTE LA DIVISA DELLE FORZE DELL’ORDINE SENZA CHE NESSUNO ABBIA LE PALLE DI CONTESTARGLI IL REATO

Gennaio 28th, 2019 Riccardo Fucile

ESILARANTE: MARTINA E ORFINI INDAGATI PER “VIOLAZIONE DI UN DISPOSITIVO DI POLIZIA” EMESSO PER CONTO DI UN SEQUESTRATORE DI PERSONE… ALTRI DEPUTATI DISOBBEDIRANNO… RAFFICA DI DENUNCE CONTRO SALVINI E I SERVI SCIOCCHI… LA ZECCA LEGHISTA NON SA PIU’ COME USCIRNE, INFATTI DEVE ENTRARE E USCIRE SOLO DOPO QUALCHE ANNO

Stavolta da Bruxelles non è arrivato nemmeno un monito, un suggerimento, una dichiarazione. Niente.
Il caso Sea Watch 3, da 4 giorni ferma al largo di Siracusa senza poter sbarcare i suoi 47 migranti soccorsi nel Mediterraneo, rimbalza tra le polemiche del dibattito italiano, gli insulti anche sessisti a Stefania Prestigiacomo di Forza Italia che ieri è salita a bordo della nave della ong olandese insieme a Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e il Radicale Riccardo Magi.
Poi ci sono le denunce dei parlamentari Dem che oggi, dopo un braccio di ferro col Viminale, sono riusciti anche loro a far visita ai migranti della Sea Watch 3.
E c’è una sottile linea diplomatica che scorre tra Palazzo Chigi e il Quirinale: Giuseppe Conte ne parla con Sergio Mattarella che auspica una soluzione al più presto. Ma niente: il caso Sea Watch 3 non trova ancora soluzioni nè a Roma, nè a Bruxelles o in altre capitali europee.
Il governo è ostaggio della sua stessa propaganda. E forse lo è tutta l’Europa, man mano che si avvicinano le elezioni di maggio.
Dopo aver fallito con il piano di far sequestrare la nave alla guardia di finanza per far sbarcare i migranti e poi distribuirli a qualche paese europeo — non si sa quale, visto che stavolta nessuno ma proprio nessuno si fa avanti — Matteo Salvini conferma ancora a sera che per lui “non sbarca nessuno”.
Ma, a quanto si apprende da fonti istituzionali, anche lo stesso ministro dell’Interno dalla linea dura e confortata dai suoi seguaci sui social si rende conto che una soluzione bisogna trovarla.
Insomma: i 47 migranti non possono restare lì a bordo per sempre. Tanto più che oggi dalla Sea Watch 3 hanno lanciato l’allarme su una possibile “emergenza sanitaria”, anche il terzo servizio igienico della nave nelle prossime ore potrebbe diventare inutilizzabile. A bordo ci sono i 47 migranti più i 22 del personale dell’Ong.
Così non può durare. Anche perchè all’orizzonte si affaccia un altro ricorso al Tar contro Salvini, dopo quello che lo ha portato davanti al tribunale dei ministri per il caso Diciotti l’estate scorsa: se il Parlamento darà  l’ok all’autorizzazione a procedere, il vicepremier leghista rischia davvero di finire sotto processo.
E la possibilità  non è remota visto che sulla carta il M5s dovrebbe votare a favore della richiesta dei magistrati e così anche il Pd. Salvini potrebbe contare solo sui voti dei leghisti e di Forza Italia: dopo il caso Prestigiacomo, sarà  compatta? Si vedrà .
Ma intanto la Sea Watch 3 non solo resta lì in mare con il suo carico di disperazione, monito a tutta l’Ue che se ne infischia, ma sforna anche i presupposti per un nuovo ricorso al Tar contro Salvini.
Lo annunciano i Dem. “Riteniamo che quanto stia avvenendo sia illegale. Saremo costretti a presentare domani un esposto alla procura della Repubblica perchè riteniamo che la permanenza dei 47 persone in questo modo sia fuori da ogni norma”, dice il presidente del Pd Matteo Orfini dopo la visita insieme al segretario Maurizio Martina a bordo della Sea Watch 3, nave sulla quale a staffetta nei prossimi giorni saliranno altri parlamentari del Pd e anche gli eurodeputati a cominciare da Cecile Kyenge, Silvia Costa, Michela Giuffrida e Daniele Viotti.
Orfini e Martina intanto tornano sulla terraferma con un avviso di garanzia: “Sbarcando dalla nave – spiega il parlamentare del Pd – abbiamo scoperto di essere indagati perchè a quanto pare la nostra presenza sulla Sea Watch costituirebbe un reato. Ci contestano la violazione di un dispositivo di polizia. Noi riteniamo di non aver violato alcuna legge, quello che abbiamo fatto è nelle nostre prerogative parlamentari. Riteniamo al contrario che il governo stia commettendo alcuni reati”.
L’avvocato Salvatore Di Pardo, autore del ricorso dell’anno scorso contro Salvini, ci conferma le ragioni di una nuova azione legale in questa intervista ad Huffpost.
“Nel caso della Diciotti — ci spiega Di Pardo — non c’era un provvedimento strutturato che diceva perchè si derogava alla procedura amministrativa di far sbarcare queste persone e perchè si derogava a quanto stabilito dai trattati internazionali. C’era solo un tweet del ministro. E anche nel caso Sea Watch 3 non c’è un provvedimento ad hoc. Salvini continua a mischiare le sue posizioni sull’immigrazione con il salvataggio delle persone in mare, che è regolato da leggi italiane e internazionali. Il tutto in barba alla legge e interferendo con i procedimenti amministrativi…”..
Oggi interviene Filomena Albano, Autorità  garante per l’infanzia e l’adolescenza: in una lettera al governo chiede di sbarcare i minorenni e garantire adeguata accoglienza.
Interviene anche il garante nazionale delle persone private della libertà  Mauro Palma: “Questa è una situazione assolutamente illegale — dice — Chi arriva nel territorio italiano deve essere identificato. Dopo, puoi rimpatriarli ma devi innanzitutto identificare le persone, le devi far scendere”.
E la procura di Siracusa fa sapere che il comandante della Sea Watch 3 non ha commesso reati scegliendo di non andare verso la Tunisia ma di dirigersi verso la Sicilia: nessun reato, ha solo messo in sicurezza le persone a bordo.
Il punto è che stavolta non solo non ci sono segnali da Bruxelles. Ma non ci sono nemmeno distinguo all’interno del governo, a differenza dei casi ‘Sea Watch’ e ‘Sea Eye’ soltanto 20 giorni fa.
In quel caso, Giuseppe Conte e poi Luigi Di Maio chiesero di far sbarcare almeno donne e bambini, a monte di due settimane di giri nel Mediterraneo da parte delle due imbarcazioni. E dopo ben 19 giorni di trattative, le due navi riuscirono ad attraccare a Malta, i migranti distribuiti tra alcuni Stati europei.
Per la ‘Sea Watch 3’ non c’è nemmeno l’ombra di una trattativa, per ora. Mattarella auspica che si trovi una soluzione quanto prima e oggi ne ha parlato con Conte. Domani il premier sarà  a Cipro, per il vertice dei paesi europei che si affacciano nel Mediterraneo. Tra gli altri, ci sarà  anche Emmanuel Macron: difficile aspettarsi una mano tesa dalla Francia.
Non è mai successo in passato, ancora meno probabile è oggi, vista la crisi diplomatica aperta da Luigi Di Maio contro Parigi sull’uso del franco Cfa nelle ex colonie francesi in Africa. Una polemica che continua.
Ecco Macron oggi: “L’Italia merita leader all’altezza”.
Intanto oggi Macron è stato al Cairo e ha “consegnato al presidente Al Sisi una lista sui soggetti che — ha detto – ci paiono i più evidenti e, in ogni caso, i più importanti” di violazioni di diritti umani e civili. Uno sgambetto all’Italia, che non riesce a farsi valere sull’Egitto per avere la verità  sul caso Regeni a tre anni dai fatti.
La propaganda elettorale per le europee di fatto paralizza i leader e blocca la ‘Sea Watch 3’ in un limbo di mare dal quale la terraferma si vede ma non si tocca.

(da “Huffingtonpost“)

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A CUOR DI LEONE E’ PASSATA LA VOGLIA DI FARSI PROCESSARE (MA CHE STRANO…)

Gennaio 28th, 2019 Riccardo Fucile

ORA “SE IL M5S VOTA PER FARLO PROCESSARE CADE IL GOVERNO”… LA ZECCA PADANA SCAPPA DAVANTI ALLA LEGGE, VUOLE L’IMPUNITA’

Per tre giorni Matteo Salvini è andato in giro a dire che voleva farsi processare per il caso Diciotti e Luigi Di Maio, quel simpatico guaglione, gli ha creduto.
Siccome al terzo giorno c’è chi risuscita e chi rinsavisce, casualmente oggi i capigruppo della Lega alla Camera e al Senato Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari rilasciano una nota stampa in cui dicono che processare Salvini equivale a processare il governo: “Processare chi, nell’esercizio delle sue funzioni di Ministro dell’Interno, ha contemporaneamente agito nel pieno rispetto delle leggi e della Costituzione e ottemperato al mandato ricevuto dagli elettori, quello cioè di garantire rispetto delle regole e delle normative, significa inequivocabilmente tentare di processare il governo”.
Fuori dal politichese, la Lega sta segnalando che se Salvini finisce a processo finisce l’esperienza del governo.
E lo sta segnalando agli interessati: ovvero al MoVimento 5 Stelle.
Fino a ieri anche Di Battista consigliava a Salvini di farsi processare mentre secondo Il Fatto il M5S aveva già  deciso di mandare Salvini a processo.
Con questa dichiarazione inizia una lunga retromarcia che il Capitano decide di far fare ai suoi eletti, magari perchè ha intenzione alla fine di dire che lui avrebbe voluto andare a processo ma loro hanno insistito per il no.
Sia come sia, adesso Salvini chiederà  ai grillini di salvarlo. E loro dovranno decidere se perdere la faccia o il governo.

(da “NextQuotidiano”)

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TENTA IL SUICIDIO NEL FIUME: IMMIGRATO SFIDA IL GELO, SI TUFFA E LO SALVA

Gennaio 28th, 2019 Riccardo Fucile

IL GIOVANE SENEGALESE L’HA VISTO ANNASPARE ED E’ RIUSCITO A STRAPPARE L’ITALIANO ALLA MORTE… IL 21 ENNE SENEGALESE ERA ARRIVATO TRE ANNI SU UN BARCONE, ORA E’ REGOLARE E HA UN LAVORO… E’ UNO DI QUELLI CHE I RAZZISTI AVREBBERO FATTO AFFOGARE

Quando Ousmane Cissoko ha visto un uomo di 68 anni tra le gelide acque del fiume Brenta non ha esitato un secondo e si è tuffato per salvarlo.
In questo modo il giovane immigrato è riuscito a strappare alla morte un uomo che aveva deciso di farla finita nel tratto tra Cadoneghe e il quartiere Torre, a Padova.
A notare una figura nel fiume è stata una donna che, nella mattinata di lunedì 28 gennaio, stava passeggiando sull’argine che dà  sul lato Nord-Est della città .
Sono bastati pochi secondi per capire che si trattava di un corpo umano e, terrorizzata, la passante ha immediatamente dato l’allarme.“
Tra i primi ad arrivare all’altezza del passo Romeo Benetti, la passerella pedonale che congiunge le due rive, sono stati i carabinieri. L’aspirante suicida era però ormai sulla sponda: a salvarlo, tuffandosi in acqua nonostante la pioggia e le temperature prossime allo zero, è stato il ventenne senegalese.
Il ragazzo ha sentito le grida della donna e, capita la gravità  della situazione, non ha esitato un solo istante. Si è tolto gli indumenti più pesanti ed è sceso in acqua. Ha raggiunto a nuoto l’uomo ormai privo di sensi e lo ha trascinato a riva.
Qui lo hanno aiutato i militari, uno dei quali è sceso in acqua issando a terra entrambi e mettendoli al sicuro.
Infreddolito ma salvo, Ousmane è stato visitato, asciugato e riscaldato. A circondarlo, il plauso dei soccorritori.
Residente in zona, il 21enne è arrivato in Italia nel gennaio di tre anni fa come migliaia di altre persone in fuga dal centro Africa. In cerca di un futuro migliore, appena 18enne, ha affrontato il viaggio attraverso il deserto dal Senegal alla Libia.
Poi la traversata, con la speranza di toccare la terra europea. Ha risalito la penisola, è passato per il centro di accoglienza di Bagnoli e ora è riuscito a trovare un lavoro e regolarizzarsi.“
Sono invece parse subito molto gravi le condizioni dell’uomo caduto in acqua.
Il 68enne padovano è stato immediatamente affidato ai paramedici che lo hanno portato d’urgenza in ospedale, dove gli è stata diagnosticata una seria ipotermia. Secondo le prime ricostruzioni l’anziano avrebbe raggiunto a piedi la sommità  della passerella, avrebbe scavalcato il parapetto e si sarebbe lasciato cadere in acqua.
Sui motivi del gesto vige il massimo riserbo e gli inquirenti sono ancora al lavoro, anche se l’ipotesi più accreditata è al momento quella del gesto estremo. Solo lui potrà  spiegare cosa lo abbia spinto a lanciarsi nel Brenta in una fredda mattina di gennaio.

(da “Corriere Veneto”)

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MICCICHE’: “SALVINI E’ PEGGIO DI HITLER, MA CHE UOMO SEI?”

Gennaio 28th, 2019 Riccardo Fucile

IL FONDATORE DI FORZA ITALIA: “SALVINI NON E’ NEANCHE ARIANO, BASTA GUARDARLO”… “50 MILIONI DI SICILIANI SONO NEL MONDO, SIAMO NOI GLI EMIGRANTI”

“Salvini è peggio di Hitler”. Parola di Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e tra i fondatori di Forza Italia.
Miccichè non ha mai nascosto i suoi sentimenti per Salvini, e la sortita durissima del presidente del Parlamento Siciliano è soltanto l’ultima stoccata dell’esponente politico siciliano al leader leghista.
I due non si amano, certo, e adesso la vicenda della Sea Watch, l’imbarcazione bloccata a largo di Siracusa, riaccende il duello.
Da Mazara del Vallo, dove si stanno ricordando i 25 anni dalla nascita di Forza Italia, Miccichè attacca: “A questo signore (Salvini, ndr) hanno detto di far scendere i bambini dalla nave Sea Watch e ha risposto di no. Salvini è peggio di Hitler. Quando dice “prima gli italiani” mi fa impazzire, perchè Hitler diceva prima gli ariani, uguale”.
“Questa storia dell’immigrazione non può finire così — incalza Miccichè -. E’ pericolosissimo che Salvini vieti ai bambini di sbarcare…Ma che uomo sei? – manda a dire Miccichè a Salvini – Forza Italia si può alleare con la Lega, ma in Sicilia sull’immigrazione dobbiamo essere noi a dire ciò che dobbiamo fare. Non cediamo all’odio collettivo. Non si può avere nella propria proposta politica l’eliminazione dell’altro perchè ha il colore della pelle diverso — ha continuato il presidente del Parlamento siciliano -. Siamo tutti scuri in faccia e non mi sembra che Salvini sia un ariano. Siamo antropologicamente diversi dalla Lega — ha aggiunto Miccichè -.
In Sicilia siamo 5 milioni, altri 5 milioni di siciliani sono nel resto d’Italia e altri 50 milioni nel mondo. Siamo noi gli emigranti. È assurdo che ci vengono a chiedere se siamo favorevoli o no ai migranti. Ciascuno di noi ha un parente che è stato costretto a lasciare la Sicilia per mancanza di lavoro”.

(da agenzie)

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