IL PD VOTERA’ A FAVORE DELL’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE PER SALVINI: A QUESTO PUNTO I NUMERI CI SAREBBERO
RENZI ANNUNCIA CHE VOTERA’ SI’, COSI’ PURE IL M5S… E NON E’ DETTO CHE DENTRO FORZA ITALIA QUALCUNO NON SI AGGIUNGA… SALVINI CON L’ACQUA ALLA GOLA, LEGA SEMPRE PIU’ NERVOSA
Matteo Renzi voterà a favore dell’autorizzazione a procedere avanzata nei confronti di Matteo Salvini. Lo ha annunciato lo stesso ex presidente del consiglio con un post su twitter: “Sono arrivate in Senato le carte del Tribunale dei ministri nei confronti di Salvini. Dopo averle lette con attenzione e senza alcun pregiudizio ideologico, voterò a favore della richiesta di autorizzazione a procedere”.
A questo punto, bisognerà capire cosa farà il Pd. Nessuno dei leader dem ha fino a questo momento preso una posizione netta come quella di Renzi. “Bisogna seguire l’iter della richiesta in giunta e approfondire la questione da tutti i punti di vista”, hanno detto i quattro componenti dem della Giunta per le elezioni, che sono i senatori Francesco Bonifazi, Anna Rossomando, Nadia Ginetti e Giuseppe Cucca.
Le posizioni all’interno della Giunta: 12 sì, 9 contrari
La Giunta si riunirà per la prima volta per affrontare la richiesta mercoledì 30 gennaio alle 11. I componenti dell’organo parlamentare presieduto da Maurizio Gasparri dovranno votare a scrutinio palese.
Fra i 23 membri della commissione, Salvini può certamente contare sui 4 senatori della Lega. Probabile che a suo favore si esprimano gli esponenti di Fratelli d’Italia e di Forza Italia: il totale fa nove voti. Luigi Di Maio ha invece confermato quanto anticipato da Gianluigi Paraone: i sei esponenti del M5s voteranno sì al processo del ministro dell’Interno. Con i voti dei dem, in totale fanno dieci senatori a favore dell’autorizzazione a procedere.
L’ex presidente del Senato Pietro Grasso non si è ancora pronunciato, anche se la settimana scorsa ha eloquentemente postato una prima pagina di Libero dell’agosto 2018 in cui Salvini si diceva pronto a rinunciare all’immunità e ad affrontare i processi. Restano in sospeso, ma non necessariamente in bilico, l’ex M5S Gregorio De Falco e Meinhard Durnwalder — di Svp-Autonomie, si è astenuto sulla fiducia ma ha votato contro la manovra — che vogliono rendersi conto della situazione una volta esaminati i documenti e tutte le carte del caso. In giunta quindi, sarebbero 12 voti a favore del processo a Salvini e 9 contro, con due senatori incerti.
L’iter legislativo: se Pd vota con M5s, Salvini a processo
La giunta per le elezioni e le immunità dovrà presentare una relazione sul caso a Palazzo Madama entro 30 giorni. Se propone di dare il via libera all’autorizzazione a procedere, senza che all’interno ci siano opinioni contrarie, l’Aula non vota: le carte tornano al tribunale dei ministri e comincia il processo a Salvini.
Ma se all’interno della giunta ci sono proposte di cassare l’autorizzazione, anche minoritarie, Palazzo Madama deve comunque esprimersi entro 60 giorni. È quello che succederà .
A quel punto quindi l’Aula dovrà esprimersi. Il Pd ha 52 voti: se tutti seguiranno l’indicazione di Renzi, andranno a sommarsi ai 107 del M5s.
A quel punto voteranno a favore dell’arresto di Salvini in 159. Anche se tutti gli altri dovessero votare a favore di Salvini, il ministro dell’Interno finirebbe a processo davanti al tribunale di Catania.
È accusato di sequestro di persona aggravato: rischia fino a 15 anni di carcere.
I leghisti in pressing.
Fontana: “M5s vota sì? Conseguenze politiche” — Sarà anche per questo motivo se dai vertici del Carroccio stanno cominciando ad arrivare inviti — o veri e propri ultimatum — agli alleati dei Cinquestelle. Il ministro e vicesegretario della Lega, Lorenzo Fontana, in un’intervista alla Stampa ha detto: “Se da parte del M5S ci dovesse essere la scelta del voto favorevole all’autorizzazione a procedere questa avrà inevitabilmente delle conseguenze politiche”.
I due capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari hanno inviato un comunicato congiunto: “Processare chi, nell’esercizio delle sue funzioni di ministro dell’Interno, ha contemporaneamente agito nel pieno rispetto delle leggi e della Costituzione e ottemperato al mandato ricevuto dagli elettori, significa inequivocabilmente tentare di processare il governo”.
E tra i leghisti c’è anche chi auspica una richiesta diretta del leader per chiedere pubblicamente ai suoi si serrare i ranghi.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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