Marzo 5th, 2021 Riccardo Fucile
OSPEDALI SOTTO STRESS, IL MONITORAGGIO DELL’ISS: LE TERAPIE INTENSIVE IN UNA SETTIMANA SALGONO DI QUASI 200 PERSONE
L’indice aumenta dello 0,7% in soli 7 giorni. Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in
risalita da 2.146 della settimana scorsa a 2.327
Per la prima volta in 7 settimane, il livello di indice Rt medio nazionale raggiunge quota 1,06. La scorsa settimana, il valore si attestava a 0,99. Sono queste le prime anticipazioni del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di santità e del ministero della Salute esaminato dalla cabina di regia, e che oggi pomeriggio verrà presentato in conferenza stampa alle 16. In base ai dati sulla situazione Coronavirus, verrà definita la colorazione delle varie Regioni.
La situazione negli ospedali
Anche gli ospedali sono sempre più sotto stress. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è al 26%, in aumento rispetto al 24% della scorsa settimana. Nel report si legge di una «netta accelerazione dell’epidemia», con una incidenza nazionale che sfiora i 200 casi per 100 mila abitanti (194,87). Si prevede anche un ulteriore peggioramento: nei prossimi giorni potrebbe raggiungere quota 250. L’incidenza nazionale nella settimana di monitoraggio, quindi, si allontana dall’obiettivo 50 per 100.000.
I dati sui decessi
Per quanto riguarda i dati sui decessi, il quinto rapporto Iss-Istat sull’analisi della mortalità 2020 ha rivelato come tra marzo e dicembre 2020 si sono osservati 108.178 morti in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019 (21% di eccesso). Nel 2020 il totale dei decessi è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra: 746.146 decessi, 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019 (15,6% di eccesso).
(da Open)
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Marzo 5th, 2021 Riccardo Fucile
I PRIMI DI MAGGIO COMPIRA’ 70 ANNI E IN CARCERE NON CI ANDRA’ PIU’
Continuerà a scontare la pena nella sua splendida villa di Pian dei Giullari, sulle colline di Firenze, almeno fino alla fine di aprile. E’ slittata la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma sulla proroga o meno della detenzione domiciliare di Denis Verdini, l’ex senatore di Ala condannato lo scorso 3 novembre in via definitiva per il crac del credito cooperativo fiorentino, scarcerato a fine gennaio a causa di un focolaio di Coronavirus scoppiato nel carcere romano di Rebibbia.
L’udienza è stata rinviata al 28 aprile perchè uno degli avvocati del politico toscano è risultato positivo al Coronavirus. Per Verdini si avvicina dunque la data chiave dell’8 maggio, giorno in cui compirà 70 anni e potrà chiedere di scontare il resto della pena fuori dal carcere.
Per la bancarotta del piccolo istituto di credito fiorentino il politico toscano è stato condannato in Cassazione a 6 anni e 6 mesi. Secondo le accuse usò a proprio piacimento le risorse del Credito Cooperativo Fiorentino, favorendo con finanziamenti imprudenti amici legati alla politica e costruttori, tra cui Riccardo Fusi della Btp. Una gestione dissennata che nel giro di pochi anni mise in ginocchio il credito cooperativo, commissariato nel 2010, poi dichiarato insolvente e infine assorbito da Chianti Banca
In primo grado Verdini era stato condannato a nove anni, mentre in appello, la condanna era scesa a 6 anni e 10 mesi.
A giugno l’ex senatore dovrà affrontare anche l’appello per la vicenda del crac della Società Toscana di Edizioni (società che editava il Giornale della Toscana) per cui nel settembre del 2018 il tribunale di Firenze lo aveva condannato a 5 anni e mezzo sempre per bancarotta fraudolenta.
(da agenzie)
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Marzo 5th, 2021 Riccardo Fucile
QUANDO INVECE I SOVRANISTI APPAIONO CON ROSARI E PRESEPI NON SPECULANO SULLA RELIGIONE
“Achille Lauro? Con il Sacro Cuore di Gesù sul palco di Sanremo offende la fede degli italiani”. Pensieri e
parole di Federico Mollicone, commissario di vigilanza Rai in quota Fratelli d’Italia e deputato del partito di Giorgia Meloni.
E ieri sera non ha trovato niente di meglio da fare che aprire una polemica su Achille Lauro e sulla sua presunta blasfemia in diretta sul servizio pubblico sul palco del Festival di Sanremo, con riferimento alle lacrime di sangue finto di martedì sera. Il motivo lo spiega lo stesso Mollicone in occasione della presentazione della manifestazione CulturaIdentità .
“Sul palco dell’Ariston Achille Lauro si presenta con il Sacro Cuore di Gesù, simbolo religioso cristiano e di numerosi Stati e ricorrenza del calendario liturgico quest’anno sarà il 21 giugno, ledendo la sensibilità e la fede della maggioranza degli italiani”.
Ma il buon Mollicone non si ferma lì, passando dalla “protesta” alla proposta:
“Chiediamo come sia stato possibile, senza bigottismi, che in uno show nazionalpopolare nessuno abbia vigilato — ha aggiunto — È uno dei motivi per cui riteniamo che la direzione artistica debba tornare sotto il controllo di Rai”.
Evidentemente Mollicone si è dimenticato di appartenere a un partito guidato da un donna che usa sistematicamente la religione come arma della sua propaganda, dalla battaglia sui presepi nelle scuole all’ormai celeberrimo “donna, madre, cristiana” con cui Giorgia Meloni ha aperto un famoso comizio nel 2019, in piazza San Giovanni, a Roma.
Ma, soprattutto, come dimenticare che il suo alleato più fedele, Matteo Salvini, si fa fotografare regolarmente con rosari e simboli della Madonna o addirittura si intrattiene in diretta da Barbara D’Urso improvvisando “L’eterno riposo” con tanto di mani giunte in favor di telecamera, in quello che è, a tutt’oggi, uno dei momenti più bassi e trash della televisione negli ultimi dieci anni.
Fatto ancor più grave se a farlo non è un artista ma un politico. Ma evidentemente per Mollicone usare i simboli religiosi va bene, purchè a farlo siano i suoi alleati o compagni di partito. E l’ennesima polemica sterile di questa edizione del Festival numero 71 è servita.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 5th, 2021 Riccardo Fucile
NESSUNO DICE CHE LA DECISIONE DEL GOVERNO NON SERVE A NULLA PERCHE’ ASTRAZENECA NON FARA’ ALTRO CHE TAGLIARE DI 250.000 DOSI LA PROSSIMA CONSEGNA
L’Australia ha chiesto alla Commissione Europea di rivedere una decisione dell’Italia di bloccare la spedizione del vaccino di AstraZeneca. L’Italia, sostenuta dalla Commissione Europea, ha vietato la prevista esportazione di circa 250.000 dosi di vaccino dopo che la casa farmaceutica non ha rispettato gli impegni contrattuali con l’Unione Europea.
“L’Australia ha sollevato la questione con la Commissione europea attraverso più canali, e in particolare abbiamo chiesto alla Commissione europea di rivedere questa decisione”, ha detto ai giornalisti a Melbourne il ministro della Salute australiano Greg Hunt
Hunt ha detto che il suo Paese aveva già ricevuto 300.000 dosi di vaccino AstraZeneca, che sarebbe durato fino a quando la produzione locale del vaccino non fosse aumentata. E un portavoce del suo dicastero ha minimizzato le conseguenze del blocco deciso da Roma: “Si tratta di un lotto da un Paese. Non è stata presa in considerazione nel nostro piano di distribuzione per le prossime settimane”.
La Francia potrebbe essere la seconda dopo l’Italia a bloccare l’invio dei vaccini. Lo ha detto il ministro della Salute francese Olivier Veran.
L’Australia ha iniziato il suo programma di inoculazione due settimane fa, vaccinando il personale sanitario in prima linea e gli anziani con il preparato Pfizer, sebbene le dosi di quel vaccino siano limitate a causa delle scarse scorte globali.
Invocando l’intervento della Commissione europea, il primo ministro australiano Scott Morrison ha affermato di poter comprendere le ragioni dell’Italia: “In Italia le persone muoiono al ritmo di 300 al giorno. E quindi posso certamente capire l’alto livello di ansia che esiste in Italia e in molti Paesi in tutta Europa”.
L’Australia ha ordinato 53,8 milioni di dosi di AstraZeneca, sviluppato in collaborazione con l’Università di Oxford. L’azienda farmaceutica locale CSL Ltd si è assicurata i diritti per la produzione di 50 milioni di queste dosi in Australia e prevede di rilasciare il primo lotto verso la fine di marzo. Le dosi prodotte localmente forniranno la spina dorsale del programma di vaccinazione dell’Australia, che i funzionari sperano di completare entro ottobre. L’Australia è sotto pressione minore rispetto a molti altri Paesi, avendo registrato poco meno di 29mila casi di coronavirus e 909 decessi.
(da agenzie)
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Marzo 5th, 2021 Riccardo Fucile
“DAL 21 GENNAIO SONO STATI STANZIATI 32 MILIARDI DAL GOVERNO CONTE, SONO ANCORA FERMI E ORA SI PARLA DI DOPO PASQUA”… “MA ORA LI HANNO SILENZIATI PERCHE’ NON CI SONO PIU’ SALVINI E RENZI A SOBILLARLI”
“Tutti quei ristoratori, gestori di impianti di sci che, giustamente, protestavano perchè non arrivavano i
ristori un mese e mezzo fa sono spariti dalle televisioni“.
Così Marco Travaglio, nel suo intervento settimanale ad ‘Accordi&Disaccordi’, il talk politico in onda su Nove a proposito del rinvio del cosiddetto decreto Sostegno. “Faccio notare che dal 21 gennaio, ultimo atto del governo Conte, il Parlamento ha approvato uno scostamento di bilancio di 32 miliardi, cioè ha messo a disposizione del nuovo governo 32 miliardi per i ristori. Dal 21 gennaio, è passato quasi un mese e mezzo — ha spiegato il direttore de Il Fatto Quotidiano — I ristori continuano a non arrivare perchè pare che quest’altro fenomeno, il ministro Franco, voglia fare una nuova piattaforma online per cambiare il modo di erogarli. Però noto che tutti quei ristoratori, gestori di impianti di sci che, giustamente, protestavano perchè non arrivavano i ristori un mese e mezzo fa sono spariti dalle televisioni. Quindi o non protestano più e sono soddisfatti di non vedere il picco di un quattrino da un mese e mezzo oppure semplicemente non ce li fanno più vedere“.
Quale delle due? Non ce li fanno più vedere perchè non c’è più Salvini e l’altro Matteo (Renzi, ndr) a sobillarli“, ha concluso il giornalista.
(da agenzie)
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Marzo 5th, 2021 Riccardo Fucile
CON LE VARIANTI, DECORSO PIU’ RAPIDO E AGGRESSIVO
A un anno dall’inizio dell’epidemia, nelle corsie delle terapie intensive dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna si è tornati a correre. Proprio come a marzo dell’anno scorso. “E’ anche peggio” spiega Andrea Zanoni, direttore del reparto di rianimazione, che quest’estate si è dotato di un’area dedicata ai pazienti Covid con tecnologie all’avanguardia. In questi giorni tutti gli ospedali della provincia di Bologna stanno fronteggiando un aumento improvviso dei casi. Numeri che fanno paura e che hanno costretto sindaco e Regione a chiedere la zona rossa.
“Il reparto è pieno — racconta Zanoni- dalla scorsa settimana abbiamo avuto un’impennata di ricoveri anche nell’area critica. Siamo stati costretti a rimandare parte degli interventi ordinari programmati”. A preoccupare i medici in prima linea sono le varianti, l’inglese soprattutto, che colpisce pazienti più giovani. “Rispetto alla prima ondata l’età media si è abbassata. Ora vengono intubate anche persone di 50 o 60 anni senza altre patologie”.
Anche il decorso della malattia è diverso. Più veloce e più aggressivo. “I sintomi si aggravano nel giro di poco tempo ” racconta Daniela Di Luca, responsabile della terapia intensiva. Per questo dai sanitari arriva un appello alla responsabilità individuale, che va oltre i provvedimenti istituzionali. “C’è troppa irresponsabilità , le nostre forze non sono inesauribili. Ci vuole un impegno congiunto. La collettività ci aiuti”.
(da agenzie)
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