MINZOLINI FA SCAPPARE ANCHE GLI SPOT PUBBLICITARI
IL CDA RAI VOTA UN PRIMO TAGLIO DI 85 MILIONI ALLE SPESE
Non c’è un euro. E per rimediare, meglio tagliare: le sedi estere, le testate giornalistiche, i programmi sportivi.
Mai cacciare chi provoca danni economici e d’immagine, però. C
on un bel paradosso: il Cda di viale Mazzini approva un piano di rientro per 85 milioni di euro (che si sommano ai 70 di una prima manovra), mentre il Tg1 di Augusto Minzolini ripete minimi storici imbattibili per il passato, presente e futuro Rai.
E la Sipra che denuncia: “Facciamo fatica a vendere la pubblicità del telegiornale di Rai1”.
Il Consiglio di amministrazione ha votato senza contrari e astenuti il palliativo studiato dal direttore generale Lei: Rainews si fonde con Televideo (per riflettere la redazione unica di Mediaset, roba vecchia), meno corrispondenti in giro, meno risorse per il prodotto.
Un buon calmante, nulla di più, per sistemare i 350 milioni di euro di debiti, i 700 di esposizione bancaria, nonostante sei anni fa le casse fossero piene.
Sorpassato in volata da Tg5 e Tg3, sempre ieri, Augusto Minzolini s’è fatto sentire per contestare i numeri.
Nemmeno l’indice share può mettere in discussione il telegiornale pop: “Ho letto imprecisioni sui giornali”.
Aspettando l’udienza per il rinvio a giudizio di martedì, causa note spese elevate e “fonti” non dichiarate nelle ricevute, Minzolini deve osservare le cifre con più attenzione.
Arrivò spavaldo nel 2009, terzo direttore in sei mesi, a novembre viaggiava intorno al 28,5 per cento di share e 6 milioni di telespettatori.
Nel 2011, stagione terribile, resiste soffrendo al 23,7 per cento di share e 5,3 milioni di italiani. Risultato: mancano 5 punti.
Che vuol dire? Che la pubblicità perde valore, la concessionaria Sipra si preoccupa, e fonti qualificate Rai spiegano: “Facciamo fatica a vendere le inserzioni prima e dopo il Tg1, soprattutto per l’edizione serale . Non riusciamo a riempire lo spazio disponibile e siamo costretti a tamponare piazzando spot di altre trasmissioni”. In soldoni: ballano 10 milioni di euro soltanto nel 2011.
Forse Minzolini sarà sostituito prima di Natale, in attesa di sviluppi politici, l’interim di un vicedirettore in carica è più che probabile.
Eppure, per recuperare la credibilità , oltre che i quattrini, sarà più complicato.
L’Università Cattolica ha studiato il pubblico televisivo, e per i telespettatori il Tg1 ricorda il Tg4 di Emilio Fede e Studio Aperto.
E quindi, tra amici, va compreso anche il messaggino di Clemente Mimun (Tg5) per il collega in caduta libera: “Verso Augusto ho sincera amicizia e affetto e del sorpassino non mi importa nulla. Mi interessa che il nostro Tg sia sopra al 20% di share e che sia apprezzato e seguito. Minzolini è una sorta di pungiball – chiunque passa, pensa di potergli dare uno schiaffone. Gli sono solidale perchè è capitato anche a me e non è carino”.
Nel frattempo, il Cda di viale Mazzini si riunisce domani, all’ordine del giorno ci sono un paio di nomine, in corsa per la direzione Sviluppo c’è Carlo Nardello, che si adoperò nel 2005 insieme con Deborah Bergamini per attutire la scoppola del voto regionale contro il governo di Berlusconi.
Lorenza Lei promette tagli e ancora tagli, l’antipasto di 85 milioni, pur compreso, non convince il consigliere Nino Rizzo Nervo: “Le azioni straordinarie rappresentano un primo indispensabile passo sulla via del risanamento, ma non sono sufficienti. Bisogna colpire l’evasione del canone. E alcuni interventi strutturali di riorganizzazione aziendale non sono più rinviabili”.
Il Cda sta pensando anche di riallacciare i rapporti con Sky per riavere quei 350 milioni di euro in sette anni per trasmettere sul satellite, sdegnosamente rifiutati dall’ex dg Mauro Masi.
Carlo Tecce
( da “Il Fatto Quotidiano”)
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