A VIENNA TRIA SMORZA I SOGNI DI LEGA E M5S E RASSICURA SUI CONTI L’EUROPA
VEDE I PARTNER EUROPEI E ASSICURA:”GIU’ DEFICIT E DEBITO”
Primo incontro del ministro Giovanni Tria con i partner europei dopo la lunga pausa estiva. Mentre da noi le misure per la manovra annunciate dagli alleati di governo lievitano verso livelli molto impegnativi (tra i 25 e i 35 miliardi), a Vienna, sede dell’Ecofin informale, l’Italia si impegna a rispettare le regole e a ridurre il suo pesante debito.
Due gli incontri bilaterali tenuti dal ministro, con il vicepresidente della commissione Valdis Dombrovskis e il commissario agli affari economici Pierre Moscovici. In un Tweet Tria parla di clima cordiale e incontri costruttivi. “La linea condivisa — aggiunge – misure per crescita economica nel rispetto delle regole e miglioramento della finanza pubblica”.
L’annuncio era stato preceduto da esternazioni dello stesso tenore da parte di Dombrovskis.
“Gli impegni che il ministro ha preso — aveva detto il vicepresidente – vanno nella giusta direzione, perchè come abbiamo visto dalle recenti reazioni dei mercati è importante che l’Italia continui con politiche responsabili”. Il ministro dell’Economia avrebbe rassicurato sulla volontà di preparare un Bilancio con un miglioramento del saldo strutturale e con il debito sulla traiettoria in discesa. Ancora più preciso era stato Moscovici: “Lavoriamo con Giovanni Tria nella direzione di realizzare l’aggiustamento strutturale nel bilancio per il 2019 per rispettare gli impegni assunti con l’Eurozona”.
Tradotti in numeri, gli impegni presi con l’Europa sarebbero un deficit nominale allo 0,8% del Pil nel 2019, che, se depurato degli effetti del ciclo (deficit strutturale valido per Bruxelles) sarebbe ridotto allo 0,4%.
Anche se si tratta di stime tutte da aggiornare, a partire dal Pil in rallentamento (siamo fermi ai numeri inseriti nel Def dal governo Gentiloni), restano cifre lontanissime da quelle che circolano nei gabinetti dei ministri e vicepremier, dove si continua a parlare del 2% di indebitamento, se non addirittura di una quota vicina al 3%. Secondo indiscrezioni, Tria vorrebbe attestarsi all’1,5%, concedendo così un margine di azione dello 0,7% del Pil (circa 12 miliardi) da poter spendere, magari per sterilizzare l’Iva. Quella cifra gli consentirebbe di sostenere che il deficit cala (oggi sarebbe all’1,6%), pur non imprimendo una stretta all’economia. Ma il fatto è che il menù della spesa è molto lungo: dunque una manovra andrà fatta.
La partita è ancora tutta da giocare. Oggi l’Italia incassa comunque un’apertura di credito da parte di Bruxelles, che invoca responsabilità e serietà nelle scelte. Aperture che hanno ridotto la “febbre” dei titoli pubblici italiani sui mercati, dove lo spread è tornato a quota 249, con Piazza Affari che ha limato le perdite nel finale (chiusura a — 0,39%). Nelle prossime settimane si dovranno tirare le somme sugli impegni da prendere.
La nota di aggiornamento al Def, con le nuove stime, arriverà entro il 25 settembre, comunque dopo la stima aggiornata sul Pil dell’Istat (21 settembre). Entro metà ottobre si dovrà varare la legge di Stabilità .
Solo allora, quando riceverà i numeri scritti nero su bianco, Bruxelles potrà dare una valutazione di merito.
(da “Huffingtonpost”)
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