AFFITTI, VIAGGI E MANI BUCATE IN PARLAMENTO
LE SPESE PAZZE DELLA CAMERA. E AL SENATO E IL TESORETTO SEGRETO
Quando ha posto la questione al-l’ufficio di presidenza, Pietro Grasso le ha risposto secco: “È un problema che finora non si è mai posto, lo risolva con i questori”.
Ma Laura Bottici, questore pure lei, con i suoi colleghi (il pidiellino Lucio Malan e Antonio De Poli di Scelta Civica) non ha mai fatto troppo squadra.
Li “bypasso”, spiega, perchè non è con loro che immagina di poter aprire la “scatoletta di tonno” di palazzo Madama.
Così, niente da fare. A sei mesi dalla sua elezione, il suo lavoro di controllore della cassa del Senato, si ferma lì, ai titoli principali.
Oltre, è vietato andare: “Questioni di privacy”, il muro che le hanno alzato di fronte a proposito del milione di euro che l’anno scorso è finito in beneficenza.
Solo spiccioli a scuole e ospedali
Dunque, non si può sapere chi sono i beneficiari dei 546 mila 140 euro elargiti nel 2012: associazioni, onlus, fondazioni; quali, non si sa.
Lo stesso vale per i 130 mila 299 euro destinati a persone fisiche (forse l’unico caso in cui l’anonimato potrebbe essere giustificabile).
Non ci sono i nomi degli ospedali e delle scuole che hanno ricevuto contributi. Si sa solo che sono pochi, pochissimi: 7 mila 960 euro per i primi, 10 mila euro per le seconde.
In compenso 147 mila 459 euro sono andati ad enti religiosi.
Quali? Anche qui, silenzio.
“Il Senato è una città chiusa che non permette a nessuno di verificare la propria gestione”. Nemmeno a lei che fa il questore.
L’eredità di Schifani
La Bottici, oltre all’elenco dei beneficiari, ha anche formalmente chiesto i nomi di chi ha deciso la destinazione dei fondi.
Si tratta di “una stretta cerchia di persone”, riferisce ancora la Bottici. Tra loro c’è certamente il presidente: raccontano che Renato Schifani, il capogruppo Pdl che un anno fa sedeva sullo scranno più alto di Palazzo Madama , abbia già fatto trapelare il suo disappunto con il questore ficcanaso.
Sono piuttosto risentiti anche gli attuali inquilini del Senato. Una nota diffusa ieri, replica al post della Bottici: quei dati sono del biennio scorso , da aprile, si legge, “il Consiglio di Presidenza ha deciso il dimezzamento di disponibilità per questo capitolo di bilancio” e l’intenzione è quella di “eliminare tali voci di spesa”.
Ex deputati e nuove indennita’
In attesa dei tagli a palazzo Madama, anche alla Camera c’è materia per sforbiciare.
Entro fine anno va approvato il bilancio e tra le spese sostenute nel 2012 si continuano a trovare uscite incomprensibili. Per esempio gli 800 mila euro destinati per “Rimborsi di viaggio ai deputati cessati dal mandato”. Non sono una novità , si spendono ogni anno ma le ragioni (e i beneficiari) restano ignote.
Così come risulta poco chiaro l’aumento del 43 per cento del capitolo 1: sono indennità aggiuntive per i deputati e rispetto al 2011 si sono spesi 165 mila euro in più.
A questi, ogni anno, vanno sommati 300 mila euro investiti per la formazione linguistica straniera dei deputati. Iniziativa lodevole, ma la spesa non varia a seconda della frequentazione (o meno) degli onorevoli ai corsi.
Documenti e facchini
O ancora non si capisce come mai, nonostante siano stati disdettati per i prossimi anni diversi contratti d’affitto, continuino a crescere le spese per la locazione degli immobili: i 25 milioni e 400 mila euro del 2012 diventeranno 26 milioni e 500 mila euro nel 2015. Continuano invece a essere esorbitanti le risorse messe a bilancio per la stampa di documenti: 5 milioni di euro l’anno, a fronte di un investimento sul portale Internet (obiettivo: digitalizzare i materiali) di 1 milione e 800 mila euro.
Anche perchè, poi, quei documenti vanno catalogati e archiviati: se ne vanno per queste funzioni buona parte dei 970 mila euro spesi per i lavori di facchinaggio.
Ma il capitolo (anzi, i capitoli: sono sette) più corposi, restano quelli destinati alle consulenze: 6 milioni e 200 mila euro che ogni anno servono a retribuire competenze esterne di varia natura.
Paola Zanca
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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