“AL G8 DI GENOVA SONO STATA TORTURATA, ORA VIVO E RESTO IN GERMANIA, IN ITALIA POLIZIA SADICA”: UNA BRUTTA PAGINA DA NON DIMENTICARE
VALERIA OGGI HA 42 ANNI E ABITA A BERLINO… DOVRA’ ESSERE RISARCITA MA SOFFRE ANCORA DI ATTACCHI DI PANICO
Quarantadue anni di cui 16 passati ad attendere la giustizia italiana. Ora che la Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per le torture a Bolzaneto durante il G8 di Genova, dopo averlo già fatto per quelle della scuola Diaz, Valeria Bruschi dice alla Stampa: “I soldi (del risarcimento, ndr) sono l’unico ristoro dopo tanto dolore e delusioni”.
Valeria oggi vive a Berlino, dove insegna tedesco ai rifugiati.
Soffre ancora di attacchi di panico per le violenze di quelle notti (“Basta poco ed esce tutto”).
Le viene chiesto se sia mai tornata a Genova e lei risponde: “Non c’ero mai stata, ora ci vado ogni anno”. Ma subito dopo sottolinea: “Nel 2001, prima di partecipare al G8, ero in Grecia in Erasmus: i miei mi sconsigliavano di venire, dicevano che c’era un clima strano. Io ero lontana dall’Italia e non avevo capito fino in fondo: oggi forse è cambiato, ma resto in Germania”.
Poi ricorda cos’ha dovuto subire.
A raccontarla così sembra surreale, ma davvero pensavo d’essere finita in un altro mondo. Sono stata prima picchiata alla scuola Diaz, poi trasportata a Bolzaneto dove mi hanno trattenuto due giorni torturandomi. Da lì sono finita, attraverso un altro viaggio allucinante in cui gli agenti mi minacciavano di morte indossando maschere di carnevale, nel penitenziario di Vercelli. (…) Gli agenti a bordo hanno detto: “Adesso vi portiamo in un campo e vi spariamo”. Giuro che un po’ ci ho creduto.
E a Bolzaneto:
Lì è stato vero sadismo. Cominciarono a darmi della tr…, si andava in bagno fra due ali di agenti, si doveva tenere la porta aperta, c’erano sevizie e urla continue e ci consegnarono mezzo panino in due giorni. Speravo di avere solidarietà dalle donne in divisa, erano persino peggiori.
Dopo tanto attendere, della giustizia italiana Valeria Bruschi dice:
Mi pare incredibile che ci vogliano più di tre lustri e una specie di sovra-processo. In Italia i magistrati hanno fatto il possibile; ma quando mi sono trovata di fronte a decine di avvocati che volevano farmi passare per bugiarda, beh, ho capito che sarebbe stata durissima.
(da “Huffingtonpost”)
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