AL PALCO 17 DEL REGIO DI PARMA SI IMBOSCANO BERLUSCONI E IL SUO EREDE
DURA UN’ORA L’INCONTRO TRA IL CAVALIERE E IL “DELFINO” RENZI
Un’ora di colloquio, palco numero 17, al primo loggione del teatro Regio di Parma.
È qui che il sindaco di Firenze Matteo Renzi e l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, si sono incontrati.
Faccia a faccia, intenso e prolungato quanto almeno lo fu la celebre visita ad Arcore.
Niente di predefinito nell’agenda, il colloquio è stato voluto da entrambi, anche se fatto apparire come del tutto casuale, nella platea del teatro dove si celebravano i cento anni dalla nascita e i venti dalla morte di Pietro Barilla, l’uomo che ha fatto della pasta un marchio italiano.
Berlusconi è arrivato a Parma accolto da fischi.
Una volta dietro le quinte ha rotto il ghiaccio col sindaco di Firenze grazie a una di quelle che considera memorabili battute: “Ma tu Renzi, quanto sei alto?”, ha detto col volto ricoperto di mascara.
Nessuna risposta dal sindaco di Firenze, ma poi, come due vecchi amici, si sono appartati. Poco prima lo stesso Berlusconi aveva detto di non essere assolutamente preoccupato per la sfida lanciata da Renzi: “Sono abituato a vincere”.
Presidenza della Repubblica, il primo punto sull’agenda.
Ma con un inizio — l’epilogo è difficile prevederlo — molto distante: Renzi non ha mai nascosto le simpatie per Romano Prodi, l’uomo che da sempre annebbia i sogni di Berlusconi.
E sul tema degli incubi, proprio il leader del centro-destra, si è lanciato in un’improvvisazione di apertura anticipata della campagna elettorale: “Ero molto amico di Pietro Barilla e mi ricordo che nel 1993, pochi giorni dopo aver preso la decisione di scendere in campo, passeggiavamo nel giardino di casa sua. Io gli parlai del pericolo che in Italia vincesse un partito legato a un’ideologia che non mi lasciava dormire la notte. A quel punto lui mi disse che messe le mani in pasta me ne avrebbero fatte di tutti i colori. Me ne hanno fatte molte di più e me ne stanno facendo ancora adesso”.
Ha preso la parola dal pubblico Silvio Berlusconi, intervento non programmato.
Alla domanda dei giornalisti: “È cominciata ufficialmente la campagna elettorale?”, Berlusconi ha risposto con un sì ironico, prima di seguire la scorta nei cunicoli di camerini e loggioni, dove nei successivi minuti è avvenuto l’incontro con Renzi.
Che cosa si siano detti non è dato sapere.
All’uscita del loggione 17 pochissimi gli infiltrati tra guardie del corpo e forze dell’ordine in borghese.
A pochi minuti dall’inizio dello spettacolo è arrivato Federico Pizzarotti, sindaco grillino e padrone di casa della città ducale.
Ha aspettato a lungo davanti alla porta chiusa, fino all’uscita dell’altro sindaco Matteo Renzi, che ha minimizzato l’accaduto.
Strette di mano, convenevoli e auguri.
E il sindaco di Firenze è passato all’attacco: “Allora cosa farai con questo inceneritore ?”. Bisbigli e imbarazzi su quello che è il punto cardine della gestione a 5 Stelle, promesse e divieti mai rispettati.
“Mi spiace per la questione di quell’assessore del Movimento in Veneto cacciato dalla giunta, cos’è successo?”. Ordinaria amministrazione, problemi montati dalla stampa, ha fatto eco il primo cittadino di Parma.
Dietro la porta Berlusconi aspettava il via libera per uscire e lasciare il luogo del incontro.
“Che cosa vi siete detti?”, ha incalzato qualcuno.
Renzi fa scena muta sugli argomenti del colloquio, e del resto Pizzarotti non chiede nulla.
Nel frattempo al Teatro Regio di Parma è sfilata mezza seconda Repubblica, uno per tutti Fedele Confalonieri, anche lui molto legato alla famiglia Barilla. Luca Cordero di Montezemolo è arrivato da solo in Ferrari.
Al Fatto Quotidiano ha parlato della figura di Barilla, ma soprattutto del momento politico: “Sono molto preoccupato”.
Intanto Silvio Berlusconi ha fissato una riunione, come ha confermato al Tg1: “Ci vedremo domani, abbiamo già previsto un ufficio di presidenza la mattina e la riunione dei gruppi congiunti il pomeriggio.
In quella sede prenderemo la decisione”, in riferimento all’elezione del presidente della Repubblica.
“Per quanto riguarda il nostro movimento c’è la volontà di essere disponibili a quel che il Pd ci propone”, ha concluso Berlusconi.
Emiliano Liuzzi
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