AN E FORZA ITALIA: AMORE A PRIMA SVISTA?
CONTRASTI PER IL MATRIMONIO DELL’ANNO …. I NODI SONO LA REGGENZA E LA LEADERSHIP FUTURA, IL PATRIMONIO, I COMPAGNI DI VIAGGIO, LO STATUTO, IL TESSERAMENTO… ENTRO FEBBRAIO SI DOVREBBE ANDARE AL CONGRESSO
Che il cammino del Popolo delle Libertà verso un processo di unificazione fosse percorso da molti ostacoli, lo avevamo previsto e anticipato mesi fa: un progetto calato dall’alto e imposto a una base che non ha avuto il tempo di maturare un’opinione e che si è vista catapultata in un nuovo partito, senza che ne fossero chiari i riferimenti ideali comuni. Da parte nostra, avevamo già espresso la contrarietà a un’unificazione forzata, ritenendo che anche elettoralmente i due partiti avrebbero raccolto più voti alleati ma distinti, che unificati.
I fatti ci hanno dato ragione: una somma di partiti ( Forza Italia, AN, DC di Rotondi, Socialisti di Stefania Craxi, Repubblicani, ecc. ) che avrebbe dovuto ottenere sulla carta almeno il 42-43% dei consensi ha preso alla fine il 37%. Secca la perdita di An a vantaggio de La Destra ( 2,4%), mentre l’UDC che sarebbe dovuto sparire ha retto intorno al 5,5%. Per fortuna la sinistra era allo sfascio e molti non sono andati a votare così la cosa è passata inosservata.
Ne ha tratto vantaggio, non a caso, la Lega, che, lasciata nella parte destra della scheda da sola, è arrivata oltre l’8% proprio perchè ha raccolto i voti anche di chi non aveva gradito il “partito unico”. Parliamoci chiaro: a destra c’e’ gente che avrebbe votato magari Berlusconi, ma mai Fini, giudicato un traditore, come altri che voterebbero Fini, ma mai Berlusconi, ritenuto troppo interessato ai suoi affari imprenditoriali. Che piaccia o no, questa è la verità .
Come realtà è che la componente giovanile di An è in gran parte diversa da quella di Forza Italia, è molto più ideologizzata e sentirsi annessi perchè Fini ha deciso da solo di garantirsi un futuro è stato uno schiaffo immeritato. Non a caso molti si sono allontanati da Azione Giovani, quelli per capirci che delle cariche e prebende non gliene fregava nulla. Sono ragazzi che meritavano un rispetto che i vertici di An non hanno avuto, Alemanno compreso.
Poi ovvio che ci si impegni tutti per dare all’Italia una mano a risalire la china, ma lo spirito critico deve essere lasciato libero di esprimersi. Se uno voleva stare in una caserma non avrebbe fatto politica, ma avrebbe scelto la carriera militare. E dato che a Destra, come in Forza Italia peraltro, ci sono dei cervelli, le marce forzate decise dall’alto, senza un reale contributo della base non ci sono mai piaciute.
Non so quanto durerà il PdL, probabilmente fino a che Berlusconi lo guiderà , ma ritengo che dopo si apriranno fasi nuovamente divergenti nella forma partito, anche se non nelle alleanze.
La mia teoria, peraltro discutibile ma mi auguro rispettabile, sta trovando riscontro in questi giorni, in cui i vertici di Forza Italia con Verdini e di An con La Russa stanno trovando parecchi ostacoli nel processo di unificazione. Partito unico che si farà perchè ormai non ci si può permettere di non farlo, ma dove tutti tirano la coperta dalla loro parte.
Intanto le quote: 70% per FI e 30% per AN, saranno le percentuali delle rispettive rappresentatività nelle prossime elezioni europee e (forse) regionali. Ma è evidente che la potenzialità di FI, a livello di preferenze, è oltre il doppio di quella di An: se la lista è bloccata si possono spartire i posti prima, in caso contrario la componente aennina è destinata a sparire negli Enti locali, è evidente a tutti. Le garanzie possono esistere per un paio d’anni, ma alla lunga così non sarà . I pochi elementi di spicco di An si garantiranno la poltrona e agli altri sarà riservato solo un “in bocca al lupo”.
C’e’ dell’altro: ipotesi che Berlusconi tra qualche anno lasci per altro incarico. Chi gli succede? Fini dice che toccherebbe a lui e già An lo ricorda in questi giorni. Risposta di Forza Italia seccata: non ne parliamo neppure, per ora. Tra qualche anno se ne parlerà ancora di meno.
Fini non si è reso conto che ha raggiunto il massimo obiettivo: da solo non andava da nessuna parte, contano i risultati. E i risultati dicono che ha preso un partito al 15% e lo ha lasciato dopo anni all’8%: se non si fosse “nascosto” nel PdL, evitando di farsi contare, questo sarebbe stato il risultato, lo dicono i flussi elettorali. Nel 37% del PdL, An ha contribuito per un 8 e rotti per cento, 27% Forza Italia e un 2% tutti gli altri piccoli mesi assieme. Forza Italia avrà un dopo Berlusconi con un suo leader, appoggiato e proposto da Silvio, d’intesa con la Lega, e Fini si adeguerà o farà rinascere An: cautele in tal senso già ci sono.
Ci spieghiamo meglio, parlando della situazione patrimoniale. Mentre Forza Italia ha solo debiti per 110 milioni di euro e immobili in affitto, An ha i conti in pareggio e un patrimonio immobiliare di mezzo miliardo di euro. Infatti ha la proprietà di circa il 30% delle 14mila sezioni sparse in Italia, più case e palazzi. anche di lusso. Frutto della scelta obbligata negli anni del Msi, a cui nessuno affittava le sedi al partito per timore di attentati, e quindi bisognava comprarle.
Ora in vista della fusione dei bilanci programmata nel 2011, con relativo atto notarile, gli uomini di An non hanno nessuna intenzione di mettere in comune questo “tesoretto”. L’idea è fare come i Ds: mettere al riparo il patrimonio, trasferendolo a una Fondazione, tipo Farefuturo, presieduta già ora da Fini. Con la possibilità , nel caso Fini non arrivasse al vertice del PdL, di andarsene e rifare An, avendo le spalle economicamente coperte.
Precisiamo che il debito attuale di Forza Italia è garantito da fideiussioni personali di Berlusconi e sarà coperto coi finanziamenti elettorali.
Altri contrasti ci sarebbero poi nella fase attuale circa la nomina di un reggente. Berlusconi ne vuole uno solo e di Forza Italia, An vorrebbe una guida corale. Chi vuole un partito leggero e chi uno basato sul tesseramento. Chi vuole aprire a Casini e alla Santanchè ( Forza Italia) e chi no ( An).
L’osservazione più pertinente l’ha fatta però Rotondi ( Dc delle Autonomie) che, a proposito dello Statuto che si sta elaborando, è uscito con la frase “ Sembra identico a quella della vecchia Dc”… un umorismo involontario forse, ma che non ci rassicura di molto.
Va beh chiudete le finestre, finchè potete, tra poco inizieranno a esserci spifferi e correnti come ai vecchi tempi di Fanfani e Moro… attenti alle bronchiti.
Valeva la pena tutto ‘sto casino per prendere il 5% di voti in meno?
Ai posteri l’ardua sentenza… Noi una risposta ce la siamo già data.
Leave a Reply