ANCHE I RICHIEDENTI ASILO STANNO AIUTANDO GLI SFOLLATI DI PONTE MORANDI
CORSA ALLA SOLIDARIETA’ NELLA ZONA ROSSA: “PER CHI COME NOI NON HA PIU’ UNA CASA E’ UN ONORE AIUTARE CHI SI E’ RITROVATO FUORI DALLA SUA CASA”
Che cosa volete che siano questo sudore e questa fatica, per chi ha attraversato il deserto e poi il mare rischiando la vita per riprendersi una vita.
Hanno nomi impronunciabili, sono loro a scriverli sul nostro taccuino, in stampatello: Bright Kyei Baffou e Abul Gaffar.
Hanno 20 anni e più nessuno a casa, solo una sorella, la sorella di Abul, che è rimasta in Ghana, da dove arrivano entrambi.
Qui al Bic, il magazzino di Filse messo a disposizione per dare dimora ai beni recuperati dagli sfollati nelle loro case, aiutano il corpo militare della Croce rossa a scaricare i furgoni in arrivo dalla zona rossa.
Nel piccolo italiano che stanno ancora imparando a scuola raccontano che «per chi come noi non ha più casa è un onore aiutare chi si è ritrovato fuori dalla sua casa».
Di solito sono in sei, stamattina qui sono in due perchè gli altri sono a scuola di italiano.
«Stiamo qui dalle 9 alle 19, ma non tutti i giorni: ci alterniamo con gli altri. Tante ore sì, ma ci hanno chiesto se volevamo farlo e abbiamo detto di sì, perchè la solidarietà è giusta».
Sorridono: anche loro sono sfollati, in fondo, no? Dopo esser scappati dalla loro casa nel 2016 sono ospiti della Croce Rossa, «la nostra nuova famiglia», a Villa Marina a Quarto.
(da “il Secolo XIX”)
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