ANCHE IN PIEMONTE DUE CONSIGLIERI REGIONALI DELLA LEGA HANNO PRESO IL BONUS DI 600 EURO
GAGLIASSO E LEONE HANNO OTTENUTO DUE RATE, PUR GUADAGNANDO IN REGIONE 8.000 EURO AL MESE… ORA DICONO DI AVERLI RESTITUITI
Hanno le insegne della Lega i primi due politici piemontesi finiti nel mirino per aver chiesto e ottenuto il bonus per le partite Iva.
I loro nomi figurano nell’elenco dei duemila amministratori che, insieme con cinque deputati, hanno ricevuto l’assegno dall’Inps. I loro nomi: Claudio Leone, 53 anni, di Rivarolo Canavese e Matteo Gagliasso, 27 anni compiuti da poche settimane, di Alba. Tutti e due sono stati eletti per la prima volta in Consiglio regionale un anno fa in coincidenza con la vittoria del centrodestra che ha portato al governo della Regione Alberto Cirio.
Sia Leone sia Gagliasso sono entrambi detentori di partita Iva perchè nonostante la nomina a consigliere regionale hanno continuato con le rispettive attività professionali. Leone, come spiega nella sua biografia di Palazzo Lascaris “dal 1990 svolge l’attività di commerciante principalmente nei settori dell’abbigliamento e della telefonia. Dal 2002 inizia a occuparsi di sviluppo di reti franchising”.
Gagliasso, ingegnere, si occupa di consulenze in campo immobiliare “per aziende di caratura nazionale e europea”. Attività che ha proseguito anche durante i mesi della pandemia tanto da registrare “un calo di fatturato”.
Tutti e due, consultatisi con i propri commercialisti, hanno deciso di presentare la richiesta all’Inps perchè a norma di legge, va sottolineato, “tutti i possessori di partita Iva, liberi professionisti e cocopro oltre ad alcune categorie di autonomi” avevano diritto di richiedere l’indennità .
Per ottenerla bastava inviare una domanda telematica. Un semplice automatismo. Così Leone e Gagliasso si sono visti accreditare uno dopo l’altro due assegni da seicento euro ciascuno. Che sono andati ad aggiungersi all’indennità da consigliere regionale (che è di quasi 8mila euro). Tutto regolare.
Ma con un grave effetto sull’immagine, tanto che prima ancora che finissero pubblicamente tra “i furbetti del bonus partita Iva” entrambi assicurano di aver già restituito i soldi all’Inps. Con un altro bonifico. Ma la restituzione non li salva dalla figuraccia. E già c’è chi assicura che l’elenco dei furbetti a Palazzo Lascaris è destinato ad allungarsi nelle prossime giornate.
(da agenzie)
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