ANCHE LA ‘NDRANGHETA NEL ROMANZO CRIMINALE DEL CALCIOSCOMMESSE
PARTITE TRUCCATE E CAMPIONATI FALSATI
Due campionati di calcio falsati, quelli in corso di Lega Pro e della Lega Dilettanti.
L’ombra della combine che si allunga anche sulla Serie B, con un paio di partite sospette. Calciatori che si fanno autogol o si fanno espellere apposta, dirigenti che truccano le partite, magazzinieri che si vendono le prestazioni dei giocatori.
Finanziatori stranieri del Kazakhstan, della Serbia, della Russia. La mano della ‘ndrangheta
Minacce di morte, pistole e kalashinikov, pure il sequestro di un albanese, Nerjaku Edmond, per un “debito” da 160mila euro dovuto a una partita finita come non doveva.
C’è tutto il brutto dello sport più amato d’Italia, in quest’ultimo capitolo sul calcioscommesse, svelato dall’inchiesta della procura distrettuale di Catanzaro.
E il pm che ha firmato il provvedimento di fermo per 50 persone, Elio Romano, scrive: «Siamo di fronte a un nuovo romanzo criminale. Urge una riforma radicale della normativa che regolamenta tali tipologie di scommesse».
“Dirty soccer”, si chiama l’indagine. E di sporcizia, i poliziotti della squadra mobile di Catanzaro e dello Sco diretto da Renato Cortese, ne hanno ascoltata parecchia in sei mesi di intercettazioni.
Sono finiti in galera in cinquanta, tra presidenti di società (Mario Moxedano del Neapolis, Antonio e Giorgio Flora del Brindisi), dirigenti sportivi (11), allenatori (2), calciatori (12), faccendieri e finanziatori.
Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva, alcuni con l’aggravante mafiosa perchè favorivano la cosca Iannazzo di Sambiase-Lamezia Terme.
Gli indagati sono una settantina e le partite truccate 28, di cui 17 di Lega Pro e 11 di serie D. Le squadre coinvolte sono 33: dalla Pro Patria al Monza, dalla Torres all’Aquila, dalla Juve Stabia alla Cremonese.
Il procuratore della Figc Stefano Palazzi, che ha già preso contatti con il capo della Dda di Catanzaro Vincenzo Lombardo, dovrà intervenire per riscrivere le classifiche, con i play off e i play out in corso
Un terremoto, dunque. Scoperto grazie a una telefonata tra il boss della ‘ndrangheta Pietro Iannazzo e il presidente del Neapolis (milita nel girone I della Serie D) Mario Moxedano.
Da lì gli investigatori sono arrivati a scoprire due distinte organizzazioni criminali che agivano, una sulla serie D e una sulla Lega Pro, per truccare gli incontri.
Comprare una partita di Lega Pro costava tra i 40 e i 50mila euro, ma a volte ne bastavano 5mila per avere la disponibilità dei calciatori.
La prima ruotava attorno alle figure di Moxedano, Antonio Ciccarone, ds del Neapolis, e Iannazzo.
I tre, con la collaborazione di dirigenti, organizzano le frodi per portare il Neapolis alla promozione. La stessa cosa, ma in un altro girone, facevano i dirigenti del Brindisi.
La seconda associazione aveva invece al vertice Fabio Di Lauro, ex calciatore e faccendiere, e i due soci occulti della Pro Patria Mauro Ulizio e Massimiliano Carluccio.
Di Lauro era il referente unico dei «signori delle scommesse dell’est Europa», serbi e sloveni soprattutto, ma anche russi ancora da identificare, che tiravano fuori i soldi per corrompere i calciatori, prima, e scommettere sulle combine, poi.
Fabio Tonacci e Francesco Viviano
(da “La Repubblica”)
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