ARRIVEREMO ALLA “LEGA PER VANNACCI PREMIER”? DOPO L’EXPLOIT ALLE EUROPEE, NEL CARROCCIO TEMONO CHE IL GENERALE, CHE RISCHIA IL PROCESSO AL TRIBUNALE MILITARE PER ISTIGAZIONE ALL’ODIO RAZZIALE, POSSA INSIDIARE LA LEADERSHIP DI SALVINI NELLA LEGA
L’ASSESSORE VENETO ROBERTO MARCATO CONTRO SALVINI: “SIAMO STATI UMILIATI. ANDIAMO SUBITO A CONGRESSO. SE NON ARRIVA L’AUTONOMIA, VIA DAL GOVERNO”
Cosa ne farà, il generale, di quel mezzo milione di preferenze incassate alle Europee? Se lo chiedono anche ai piani alti della Lega, perché l’ambizione di Roberto Vannacci è evidente, così come la sua fame di notorietà, di cui ha avuto solo un assaggio e di certo è lontana dall’essere appagata.
Ma se Bruxelles ha un potere, è quello di offuscare la luce dei riflettori sugli europarlamentari. Meno presenze in televisione, meno interviste sui giornali, poca quotidianità nei pensieri degli italiani. Chissà se Vannacci resisterà.
Intanto è chiamato a scegliere il collegio nel quale essere eletto. Si dice sia orientato a optare per il collegio Nord Ovest, dove ha preso più preferenze.
Lascerebbe così un posto libero a Susanna Ceccardi nella circoscrizione Centro, a Paolo Borchia nel Nord Est e ad Aldo Patriciello al Sud, lasciando a bocca asciutta l’europarlamentare uscente Angelo Ciocca, arrivato secondo nel Nord Ovest.
A pesare sembra ci sia anche il rapporto piuttosto freddo di Ciocca con Matteo Salvini, mentre Ceccardi e Borchia sono considerati più vicini. Patriciello, poi, porta molti voti al Sud, è appena stato strappato a Forza Italia e viene ritenuto prezioso per puntellare il progetto di una Lega nazionale.
Del futuro di Vannacci e del suo inquadramento, una volta eletto, si discuterà invece al prossimo consiglio federale della Lega, dopo i ballottaggi del prossimo weekend nei comuni andati al voto nel giorno delle Europee.
Salvini per il momento lo spalleggia. Ieri il gip del tribunale militare di Roma ha respinto la richiesta di archiviazione della procura nei confronti del generale, indagato per istigazione all’odio razziale per alcuni passaggi contenuti nel suo libro “Il mondo al contrario”, e Salvini è corso a difenderlo esprimendo al suo «recordman di preferenze alle Europee» solidarietà: «Da quando ha scelto la Lega ha iniziato ad avere qualche problema».
In questo momento Salvini ne ha bisogno. Vannacci non è solo l’uomo che gli ha permesso di sopravvivere a questa tornata elettorale. È la sua nuova “Bestia”. L’ariete con cui abbattere gli ultimi muri e trascinare la Lega all’estrema destra.
I leghisti, da quando alcune settimane fa hanno saputo del sondaggio interno che dava Vannacci come il loro candidato più votato alle Europee, sembrano seguirlo e imitarlo ciecamente.
Quanto possa durare questo tandem tra un leader che ha scelto di non misurarsi nella competizione elettorale e un generale che alla prima prova ha raccolto una valanga di voti, beh, è un interrogativo che inizia a essere un tarlo anche ai piani alti di via Bellerio.
Per ora Vannacci assicura di non avere idee bellicose: «Non ho mai pensato di fare un altro partito né di fare il successore di Salvini». C’è un però. «Ho detto che questa onda va trasformata in uno tsunami». Insomma, vuole far crescere il suo seguito. Non solo per vendere più libri, sospettano in tanti nella Lega.
I suoi nemici interni continuano a puntare il dito su quel comitato “Il mondo al contrario”, presieduto dal tenente colonnello in pensione Fabio Filomeni. Alcuni leghisti sospettano che Vannacci abbia affidato al suo ex compagno d’armi il compito di gettare le basi per un movimento.
C’è già un’operazione di tesseramento in corso e uno statuto in cui viene esplicitato il tentativo di organizzarsi sul territorio con delle «sezioni», di fare «attività politiche», di avere un coordinatore nazionale e altri referenti regionali, e cinque vice-coordinatori che, guarda caso, si occuperanno delle stesse cinque circoscrizioni elettorali delle Europee.
«Bisogna andare subito a congresso», scandisce Roberto Marcato. Assessore veneto allo Sviluppo economico, è leghista della prima ora, che in molti oggi vedono come uno dei possibili sfidanti di Salvini per la leadership del partito.
È Salvini il colpevole della disfatta della Lega in Veneto?
«La teoria dell’uomo solo al comando mi convince poco, perché le colpe sono a diversi livelli. Salvini è il nostro segretario e quindi ha anche un ruolo di parafulmine. Ma non è il solo responsabile di questa situazione: c’è una squadra di persone, intorno a lui, che ha altrettante colpe, che non sta pagando. Persone che, di fronte alle difficoltà, si defilano. Le elezioni si possono perdere, beninteso; ma le umiliazioni, no, non le accetto».
Quali umiliazioni?
«Il mondo è completamente rovesciato rispetto a quello che conoscevo io. Non solo non è stato eletto nemmeno un eurodeputato veneto della Lega, ma il più votato nel nostro partito è stato Roberto Vannacci, un signore che parla di Decima Mas e che è tutto tranne che autonomista. Se questi sono risultati da festeggiare, allora io non capisco nulla di politica».
Cosa deve fare la Lega, ora?
«Un congresso subito, per decidere quale partito essere: se esiste ancora una questione settentrionale, se siamo ancora un movimento federalista e autonomista, se siamo ancora contro gli sprechi. Anche la discussione sulla leadership, pur importante, deve venire dopo tutto questo».
Secondo lei, la Lega dovrebbe uscire dalla coalizione, per non tradire se stessa?
«Se arriva l’autonomia, io sto in qualsiasi maggioranza. Ma, se non arriva, allora no: andiamo a casa anche domani mattina».
(da La Stampa)
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