BERLUSCONI ALLA VIGILIA DEL VOTO: ULTIMI ACQUISTI PRIMA DELLA CHIUSURA DEL MERCATO
ACQUISTATE ANCHE LE ALI TORNANTI CALEARO E CESARIO, ORA SONO IN 17 MA LA PANCHINA E’ ANCORA CORTA, SERVONO ALTRI TRE RISERVISTI…. L’OSSERVATORE AUGELLO SONDA IL MERCATO ESTERO, A CACCIA DI VECCHI (SENSIBILI AI) TALENTI… QUALCUNO VERRA’ RICICLATO IN RACCONTAPALLE, MA NEL PDL TROVERA’ TROPPA CONCORRENZA… CONFERMATO SCODINZOLINI COME ADDETTO STAMPA… LA D’ADDARIO PER I RAPPORTI CON GLI ARBITRI
Gli ultimi cambi di casacca si consumano a ridosso dell’intervento di Silvio Berlusconi alla Camera previsto per domani.
Oggi i dissidenti siciliani dell’Udc hanno lasciato il gruppo guidato da Pier Ferdinando Casini (che voterà no al governo) e si sono iscritti al misto.
Si tratta di Calogero Mannino, Saverio Romano, Giuseppe Drago, Giuseppe Ruvolo e Michele Pisacane che daranno vita a una componente del misto che si chiamerà ‘popolari per l’italia”.
Rottura anche tra Massimo Calero e Bruno Cesario con l’Api di Rutelli.
I due hanno deciso di lasciare il partito e restare nel gruppo misto.
Ironico il saluto del partito di Rutelli a Calearo (eletto nelle liste del Pd): “Auguriamo buona fortuna a Calearo che ha confermato nella riunione del gruppo la sua speranza di diventare ministro con Berlusconi”.
Nel frattempo oggi è stato convocato un vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli ma, nonostante la loro esplicita richiesta, senza i finiani.
Berlusconi è noto che tratta solo con chi chiama porci una parte degli italiani.
“Se non verremo coinvolti presenteremo una nostra risoluzione”, dice il portavoce Benedetto Della Vedova.
Pare ormai certo, infatti, che non verrà chiesta la fiducia (non si sa mai), mentre il premier punterà su una risoluzione programmatica cercando di allargare i confini dell’attuale maggioranza, senza rendere indispensabile l’apporto dei finiani.
La maggioranza, infatti, non vuole riconoscere il ruolo dei finiani come “terza gamba” dell’alleanza.
Scelta che potrebbe portare all’astensione di Fli, anche se la decisione definitiva verra’ presa solo dopo aver ascoltato le parole del presidente del Consiglio.
Il tema principale resta la riforma della giustizia.
I finiani sono disposti a votare una nuova versione del Lodo Alfano, inserito in una riforma costituzionale, ma continuano a dire no al processo breve o ad altre soluzioni legislative per garantire la non processabilita’ del presidente del Consiglio e delle altre alte cariche dello Stato nel periodo in cui esercitano le loro funzioni elettive.
Ma ormai il mercato sta per terminare, la situazione di partenza era nota: mancavano 20 voti per toccare quota 316, ma 10 erano certi: Nucara, Pionati, i tre diniani e i cinque di noi Sud.
Ora sono stati acquistati anche 5 Udc siciliani, Calearo e Cesario (rutelliani). Siamo a 17, ne mancano tre per la panchina lunga e la cassetta di sicurezza piena.
L’osservatore Augello è stato mandato a visionare il mercato estero a caccia di vecchi (sensibili ai) talenti (intesi come pecunia). Di giovane idealista invecchiato male basta solo lui.
Il talent scout Alfano invece è stato inviato nei campetti di periferia del Sud: servono anche raccontapalle, quelli che ci sono hanno già perso la faccia e occorre rinnovare il teatrino della politica berlusconiana.
Si cercano altri tre poveri cristi per inchiodarli non al muro (come ad Adro), ma alla poltrona.
Necessitano deputati senza problemi alle vie urinarie, come ci si alza dalla sedia si rischia di andare sotto.
Fini è stato chiaro: “ci deve chiedere il voto o non lo avrà ” ed è davvero singolare che il vertice di oggi veda legittimato un personaggio inqualificabile che ha dato dei porci ad altri italiani, mentre i finiani non devono sedere al tavolo come terza forza.
A questo punto i seguaci di Fini sono pronti ad astenersi o a votare una propria risoluzione.
Nel frattempo si allarga alla’Udc la richiesta di sfiducia personale a Bossi, dopo le sue raffinate considerazioni.
E anche questa mozione non va sottovalutata, potrebbe coagulare molti altri consensi.
Stasera in ogni caso il mercato chiude: domani il premier probabilmente otterrà la fiducia per pochi voti, grazie agli ultimi acquisti, ma la maggioranza ormai non c’è più.
Berlusconi ha tradito il popolo di centrodestra, prima toglie il disturbo e meglio è per tutti.
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