BERLUSCONI, CON FORZA ITALIA IN FONDO AL CUORE
IL CIRCO ATTORNO A LUI NON SI FERMA NEANCHE OGGI…LA FAMIGLIA SPINGE PER UN RITIRO DALLE SCENE PER SALUTE E DECORO
Il circo non si ferma neanche davanti alla sala operatoria.
Di tutte le finestre del San Raffaele, Francesca Pascale sceglie quella a favore di telecamera per farsi vedere, addolorata, con la lacrima ben in vista.
Il circo non si ferma, ma i domatori hanno già avvolto Silvio Berlusconi con una sorta di programma di protezione, per un futuro in cui nulla sarà come prima.
Perchè è vero che l’intervento è andato bene, anzi meglio delle aspettative.
Ma ora, la “difesa della salute” di cui parla Marina è l’unica bussola, attorno a cui far ruotare tutto, dallo stile di vita all’impegno politico.
L’intervento è andato bene, nel senso che è durato il tempo previsto, quattro ore, e non si sono verificate complicanze legate al recente scompenso cardico, nè imprevisti.
Il che dimostra, come dicono quelli attorno, che “la fibra di Silvio ha una capacità di resistenza in più”.
E questo consente di guardare con fiducia a una ripresa comunque molto impegnativa. Difficile, anzi impossibile che l’ex premier possa uscire prima del 15-20 luglio dal San Raffaele, perchè dopo la settimana di terapia intensiva, se tutto va bene, c’è il periodo della riabilitazione, per far riprendere al cuore funzionalità e compenso.
È una fase molto delicata, in cui la presenza al San Raffaele è d’obbligo, sia per la necessità di costanti controlli radiologici e strumentali sia perchè ogni spostamento rischia di essere faticoso e controproducente.
“Tornerà più determinato di prima” dicono i parlamentari più vicini, che ne conoscono l’indole e quasi rimuovono la cartella clinica, nel circo che non si ferma.
I domatori però, nel senso della famiglia allargata, sanno che nulla tornerà come prima e hanno già isolato la stanza, dove prima dell’intervento è stata pressochè respinta Maria Rosaria Rossi, che ha offerto le sue dimissioni da tesoriere del partito: “Se il problema sono io, sono pronta a lasciare questo incarico”.
Le “badanti”, l’asse del Nord, le trame, i questuanti e gli adoranti: tutti rumori di fronte ai quali la famiglia ha chiuso la porta, e non solo quella della stanza al San Raffaele.
Perchè è chiaro che l’indole di Berlusconi è quella di chi, in qualche modo, proverà a tornare. Ma il modo assomiglia più a una presenza onoraria che a una presenza sul campo, che potrebbe compromettere salute e decoro, cuore e immagine pubblica.
In questi giorni i figli hanno approfondito molto con i medici il quadro entro cui potrà Berlusconi potrà tornare operativo, senza entrare in una situazione di rischio.
E se era immaginabile che sarà impossibile vederlo di nuovo come un leone come fu nell’arena di Santoro, il quadro sconsiglia anche duelli più blandi, trasmissioni che comportino uno stress in onda ma anche nella preparazione, comizi e bagni di folla.
È una fase di oscuramento che, certamente, durerà fino a settembre, nei due-tre mesi di recupero, ma anche dopo, nelle intenzioni della famiglia.
Certo, non si può passare dal pieno al vuoto in modo brusco e traumatico. Ed è immaginabile che, dopo le prime settimane, qualche comunicato stampa per rassicurare l’esterno sarà scritto.
Ma la sua presenza sarà , da costante, molto più occasionale. Soprattutto in pubblico.
Oltre alla salute, c’è il decoro, drammaticamente appassito nell’era delle badanti. Marina, che si muove da “capofamiglia affettivo”, ruolo riconosciuto anche dai figli di Veronica, è rimasta molto contrariata dall’immagine del padre portato in giro come una macchietta, che da un improbabile palco di Ostia racconta una barzelletta sul “carciofo” non proprio elegante o, in giro con la Pascale al seggio, fa battute sui “preservativi” con un gruppo di ragazzotti.
Ecco, togliere Berlusconi dal circo che pure ha alimentato, per indole, per scelta, per paura di uscire di scena o per esorcizzare il tempo che passa.
Questa è la ferma decisione dei figli, per la prima volta davvero determinati ad essere in campo con tutto il peso del loro ruolo.
Ora la necessità è più forte della volontà : “Al massimo — sussurra una fonte di primo livello dell’azienda – potrà fare il presidente onorario, del Milan e del partito, ma nulla di più”.
E c’è un motivo se la politica è tutta nelle mani di Gianni Letta, dopo giorni in cui al San Raffaele hanno osservato, con grande disappunto, tutti i “proci” che si agitano nell’Itaca del centrodestra: Toti e il famoso asse del Nord, Parisi un po’ sogna di fare il federatore, Fitto che ha ricominciato a parlare con Romani, Zaia e Maroni.
Il motivo è una constatazione e un programma, per i prossimi mesi. La constatazione è che è difficile pensare che dove non è riuscito oggi, ovvero a fare il federatore, Berlusconi possa riuscire in futuro: “E dunque — prosegue la fonte — bisogna essere realisti. Con Berlusconi fuori fino a settembre e non più in campo in futuro se non episodicamente, si deve evitare che ci infilino due righe che ci ammazzano in qualche decreto”.
Il circo attorno si muove ignaro di quel che sarà , quando in tardo pomeriggio inizia un surreale ufficio di presidenza, per approvare il bilancio: “Io — sbotta la De Girolamo con qualche collega — non ci vado. Ma vi pare possibile fare una riunione il giorno che si opera Berlusconi?”.
Inizia un periodo di vuoto, tra l’inconsapevolezza dei più, l’attivismo dei “proci”, la fideistica litania del “tornerà in campo più forte di prima”.
In serata, alla basilica di Sant’Agostino, un gruppo di parlamentari si danno appuntamento per recitare un rosario.
(da “Huffingtonpost“)
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