BERLUSCONI DALLA FRANCIA ONDEGGIA TRA UNITA’ NAZIONALE E OPPOSIZIONE LIGHT
UN SUO CONSIGLIERE: “ZANGRILLO RASSICURA ALL’ESTERNO MA AL PRESIDENTE DICE STAI ATTENTO NON RIENTRARE IN LOMBARDIA PERCHE’ RISCHI LA PELLE”
Il patriarca del centrodestra si è rifugiato a Valbonne, dalla figlia Marina e non se ne più andato. E non intende tornare in Lombardia. Semmai la prossima tappa la Sardegna.
Silvio Berlusconi è in Francia da metà febbraio, ancor prima che si contassero 1000 morti al giorno per Covid-19. “Mai come adesso sono orgoglioso di essere italiano. Che Dio ci aiuti”, ripete agli interlocutori che sente telefonicamente e che intrattiene sempre su due argomenti: la salute e l’economia.
In quella villa dove si trovano un grande parco e due case molte ampie, accanto agli affetti più cari, ai due nipotini Gabriele e Silvio c’è anche Marta Fascina, classe ’90, originaria di Portici, la nuova fidanzata trentenne del Cavaliere. Non a caso il pettegolezzo che circola fra chi ascolta e sente l’ex premier suona così: “L’esilio francese è stato anche il modo per troncare definitivamente con Francesca Pascale”. Non è dato sapere se sia solo un chiacchiericcio, fatto sta che al leader azzurro di recarsi in Francia sarebbe stato consigliato anche dai medici.
Così uno dei consiglieri di Berlusconi confessa: “Zangrillo dà un messaggio rassicurante all’esterno, ma al presidente dice: stai attento perchè rischi la pelle”.
Dunque è in Provenza che, tra una passeggiata e una preghiera, occupa larga parte della giornata incollato al telefono o sulla piattaforma Zoom (“Ha imparato ad usarla”), non staccando mai l’orecchio dai notiziari tv. La scorsa settimana si è molto divertito quando ha intrattenuto oltre 400 ragazzi della scuola di formazione politica sempre su Zoom. Oggetto della lezione: il piano casa e le infrastrutture.
E il Cavaliere ha raccontato la sua vita da imprenditore edile: “Il lavoro che mi è rimasto nel cuore è quello del costruttore. Lo sapete chi è l’ideatore di Milano 1, Milano 2, Milano 3?”. Risata generale. “Sta molto bene, segue tutto, legge i dossier, ma è un uomo disinteressato alle quisquilie, si appassiona soltanto alle grandi partite”.
E le grandi partite rimandano alle voci: Mes, Recovery Fund, la rabbia sociale, la sburocratizzazione del sistema, il governo Conte. Ma soprattutto l’esecutivo di unità nazionale con tutti dentro. Si muove in questo quadrante l’ex presidente del Consiglio che certo non adora “i due ragazzi”, li chiama così – vale a dire Giorgia Meloni e Matteo Salvini. “Lui ha buoni rapporti con tutti. Sono loro (Meloni e Salvini ndr) che non hanno le giuste attenzioni per il presidente. A volte basterebbe una telefonata per lavorare in grande armonia”, confidano dall’inner circle.
In Provenza il telefono squilla sì ma non si tratta mai del leader del Carroccio, nè tanto meno della pasionaria di Fratelli d’Italia. Se fosse stato per lui mai e poi mai avrebbe consentito ai suoi di scendere in piazza a manifestare contro il governo.
Non a caso mezz’ora prima del fischio di inizio del flashmob di piazza del Popolo, dopo essersi consultato con l’amico Gianni Letta, che sente più volte al giorno, ha vergato un tweet al veleno che aveva come obiettivo il duo sovranista: “Dovevamo limitare al massimo il numero dei partecipanti per evitare il rischio assembramenti e non dare cattivi esempi. Non si può fare la predica e poi essere i primi a trasgredire”. Con una postilla che non ha postato sui social ma ha confidato agli amici: “Ma questi due cosa hanno mai fatto nella vita?”.
Rilascia interviste al piccolo schermo, senza mai apparire in video. Il motivo? “Non ne verrebbe un’immagine pulita, lui che è un perfezionista”. D’altro canto, il leader azzurro era colui che faceva mettere una calza da donna sull’obiettivo per eliminare le rughe. Ma tant’è.
Qui il punto è la politica. In quale direzione va il Cavaliere? Ondeggia fra l’ipotesi di governo di unità nazionale e un’opposizione non brutale, “light” si direbbe dalle parti di Valbonne. E ondeggia al punto che nello stesso giorno è uscito con una lettera al Corriere della Sera dal titolo: “Ora unità e dialogo costruttivo per risollevarci come dopo la guerra”.
Tradotto, il Cavaliere ha proposto una sorta di bicamerale per le riforme nel solco dei moniti del Capo dello Stato che invita allo spirito costituente.
Peccato che sempre la stessa mattina i lettori de La Verità hanno letto le parole di un altro Berlusconi che criticava aspramente l’esecutivo Conte: “Il governo ha affrontato in ritardo l’emergenza sanitaria e questo ritardo ha certamente contribuito al dilagare della pandemia nel Paese. E adesso sta affrontando ancora con ritardo l’emergenza economica: troppa lentezza, troppa approssimazione, troppa confusione”
Ecco, in questa confusione il gruppo dirigente è spaesato. “Nei territori Forza Italia è inesistente, ci sono solo sacche di notabilato al sud…”, è l’accusa che gli rivolgono in tanti. Morire contiani o salviniani?
La maggioranza dei parlamentari, soprattutto i nordisti, propenderebbe per una linea più filosalviniana. Antonio Tajani, numero due del partito, incoronato nel 2017, esautorato dopo le elezioni del 2018, ancora incoronato nei mesi passati, appare più come il commissario liquidatore di Forza Italia.
Nei territori in tanti scappano. Soltanto in Sicilia, la terra del 61 a zero, si contano due fuoriuscite di peso.
Da due settimane hanno lasciato gli azzurri Nino Germanà e Francesco Scoma, entrambi deputati, entrambi ras delle preferenze. Il primo, Germanà , è andato al Misto, il secondo invece ha aderito a Italia Viva di Matteo Renzi.
Per non parlare della rottura del sodalizio fra Gianfranco Miccichè e Stefania Prestigiacomo con quest’ultima che, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe minacciato di lasciare il partito.
Il Cavaliere pensa ad altro. “L’uomo punta al governo di unità nazionale anche per i problemi delle sue aziende che hanno perso un terzo del fatturato”, chiosa sconsolato un senatore di lungo corso.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply