MES A COSTO ZERO, ALTRO TASSELLO VERSO LA CAPITOLAZIONE DEL M5S
NON SOLO NIENTE TROIKA, MA PERSINO TASSI NEGATIVI, CI SI GUADAGNERA’ PURE GLI INTERESSI
Se l’Italia prenderà i soldi del Mes non dovrà pagare interessi, quindi saranno fondi a costo zero. O meglio: se si indebiterà fino a 7 anni il tasso d’interesse sarà addirittura negativo, -0,07%, e ciò significa addirittura che il nostro paese verrà pagato per indebitarsi in quanto restituirà meno di quanto preso; se invece il debito sarà a 10 anni il tasso sarà dello + 0,08%, quindi a livelli risibili, molto più bassi della media di mercato, quasi zero.
Il calcolo lo ha fatto il direttore finanziario del Mes, Kalin Anev Janse, ed è un altro tassello che dovrebbe portare i 5 stelle, unico partito di maggioranza ancora dubbioso sull’utilizzo, verso una posizione più ragionevole.
Non un sì nè un via libera ma almeno una sorta di posizione neutra che potrebbe permettere al premier Conte di portare a casa il “tesoretto”.
Pian piano infatti gran parte delle obiezioni sull’accesso al fondo salva-Stati stanno venendo meno, anche perchè l’utilizzo pensato per l’emergenza Covid ne ha mutato le condizioni.
Soprattutto quella principale: non ci sarà nessuna perdita di sovranità , nessuna troika che verrà in Italia a commissariare il Tesoro, nessun memorandum lacrime e sangue da firmare.
Il paese che sarà interessato dovrà solo indicare le spese sanitarie dirette e indirette che verranno finanziate. Questa l’unica condizionalità prevista, almeno per ora.
Quindi l’Italia può accedere a 36 miliardi potenziali per finanziare il maxi-piano per ammodernare il sistema sanitario nazionale senza particolare restrizioni. E, stando ai calcoli della stessa struttura del Mes come visto, sono prestiti praticamente a costo zero. In particolare, alle condizioni vigenti sui mercati, il risparmio potrebbe arrivare fino a 6 miliardi in dieci anni rispetto all’emissione di titoli di stato. Non proprio briciole.
Insomma, i due principali ostacoli sulla strada del Mes sembrerebbero molto più bassi, se non proprio caduti.
Ed è questo il motivo per cui la pressione degli altri partiti di maggioranza verso i 5 stelle si sta facendo più insistente.
Non è un caso che sul Sole24Ore sia stata pubblicata l’anticipazione del piano per la riforma della sanità a cui sta lavorando il ministro in quota Leu, Roberto Speranza.
Un progetto molto ambizioso che prevede 20 miliardi di investimento, di cui la metà per potenziare gli ospedali e i pronti soccorso e la metà per creare una struttura di medicina più capillare sul territorio, fondamentale per questa epoca di prevenzione e convivenza con il virus.
Ma questi miliardi dove vanno presi? Dal Mes, ovviamente.
Su questo è d’accordo anche il Pd, che sta cercando di persuadere i 5 stelle della bontà del progetto nonchè della necessità di attivare il fondo Salva-Stati, come confermato anche dal sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa.
Se poi si va dalle parti di Italia Viva, il pressing addirittura si fa asfissiante, con il vicecapogruppo alla Camera Daniele Marattin che ha rilanciato con un contro-piano ancora più poderoso, che andrebbe a spendere tutti e 36 miliardi prendibili.
Una bella manovra a tenaglia che sta mettendo sempre più alle strette il Movimento, che già nei giorni scorsi è passato dal “niet” irremovibile al “parliamone”.
Ora, stando a quanto si apprende da fonti governative pentastellate, i vertici stanno ragionando come minimizzare il danno politico ovvero non fare barricate in parlamento quando la proposta arriverà senza però perdere la faccia e farsi massacrare dalla prevedibile invettiva sovranista di Salvini e Meloni. Un problema di “come” non di “se”.
(da “Huffingtonpost”)
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