BERLUSCONI IRRITATO: “ZELENSKY NON SA NULLA DI ME, SCAPPAI DALLA GUERRA”
LA NOTA DI RISPOSTA CHE POI E’ STATA BLOCCATA
Quando, intorno alle sei e mezza del pomeriggio, Silvio Berlusconi comincia a leggere le agenzie da Kiev, l’umore cambia di colpo. Il Cavaliere si tramuta in volto: è nero, nerissimo. Non ha il sorriso che aveva consegnato poche ore prima a un post di commento all’aumento delle pensioni minime: “Un’altra promessa mantenuta”. Sembra già preistoria, quell’espressione di giubilo rilanciata su Instagram.
Ora c’è sul tavolo la reazione durissima di Zelensky alle critiche che l’ex premier gli aveva mosso due domeniche fa, in un seggio elettorale. Quelle parole del presidente ucraino lasciano il segno: “Io credo che la casa di Berlusconi non sia mai stata bombardata, mai siano arrivati con i carri armati nel suo giardino, nessuno ha ammazzato i suoi parenti, non ha mai dovuto fare la valigia alle 3 di notte per scappare e tutto questo grazie all’amore fraterno della Russia”.
Sono parole che il leader di Forza Italia non si attendeva. Una doccia fredda. “Ma che ne sa, questo signore, di me? Non sa nulla. Io i bombardamenti li ho vissuti da bambino”, sibila il Cavaliere. E in quel “signore” c’è, di nuovo, una presa di distanze che ribadisce una scarsa simpatia nei confronti di Zelensky. Ma tutti comprendono, ad Arcore e dintorni, la portata dell’incidente diplomatico che rovina la missione in Ucraina di Meloni. Infatti cala un silenzio imbarazzato, nello stato maggiore di Forza Italia.
La replica tarda ad arrivare. Il Cavaliere deve scrollarsi di dosso, una volta di più, l’immagine del filo-russo che ad aprile invitava “a convincere gli ucraini ad accogliere le domande di Putin” e che a ottobre confessava ai deputati di aver ricevuto “una lettera dolcissima”, e casse di vodka, dal capo del Cremlino.
Ma la nota di Berlusconi resta un’ipotesi sospesa in aria. Un’ipotesi scivolosa, visto il clima che si è creato. L’ex premier avrebbe voluto esordire con un riferimento personale, alla sua infanzia da sfollato sotto le bombe degli alleati: da Milano la sua famiglia fu costretta a spostarsi nel Comasco. Ma soprattutto, incoraggiato da Marta Fascina, Berlusconi avrebbe trasferito sulla bozza tutta la sua irritazione per quella che ritiene una critica sfrontata da parte di Zelensky.
E avrebbe insistito ancora sulla sua spasmodica ricerca della pace, da molti però vissuta come allineamento alle posizioni dell’amico Putin. Non se ne fa niente, fa sapere lo staff del Cavaliere quando sono già le nove e venti. Le “colombe” del partito prevalgono.
D’altronde, è la linea che s’impone, Berlusconi non aveva replicato al presidente ucraino neppure all’intervista a Repubblica in cui aveva ironizzato sulle casse di vodka spedite da Mosca. Circola la voce che sia stata la stessa Meloni a invitare alla prudenza, ma l’entourage di Berlusconi smentisce. Di certo, sfuma un nuovo capitolo di uno scontro che non aiuta l’Italia nel delicato scacchiere internazionale.
(da La Repubblica)
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