BERLUSCONI: “NESSUNO E’ INDISPENSABILE, NEMMENO TREMONTI”, DOMANI LA RESA DEI CONTI IN CONSIGLIO DEI MINISTRI
PER IL PREMIER “TREMONTI E’ IMPAZZITO, MA IL MINISTRO NON CEDE: “LA SPECULAZIONE INTERNAZIONALE CI STA COLPENDO”
Siamo alla resa dei conti. Fuori i secondi, restano sul ring Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi. Ma stavolta il premier può contare sulla sponda politica offerta da Umberto Bossi.
Anche Bossi è deciso a non far passare la manovra di correzione dei conti senza prima aver visto accolte “nero su bianco” le richieste di Pontida.
Un conflitto ormai impossibile da nascondere quello tra il capo del governo e il ministro dell’Economia, nonostante Paolo Bonaiuti ripeta con foga che “l’attacco di Guido Crosetto a Tremonti è stata un’uscita a titolo personale”.
Eppure la versione del portavoce di palazzo Chigi non collima con quella dei testimoni presenti al matrimonio di Mara Carfagna sabato sera, alla vigilia della bordata sparata dal sottosegretario alla Difesa (e fedelissimo del Cavaliere) contro il ministro dell’Economia.
I presenti riferiscono infatti di un lungo colloquio tra Crosetto e il premier nel giardino del castello di Torreinpietra.
Oggetto: proprio la manovra in cottura al ministero di via XX Settembre.
Coincidenze?
Tremonti è ovviamente convinto del contrario, ma avrebbe scelto di non replicare a Crosetto per non dare un’impressione di debolezza.
Sta di fatto che, in queste ultime ore, la pressione del capo del governo sul ministro dell’Economia si è fatta incessante.
Se per Crosetto le bozze della manovra “andrebbero fatte analizzare da uno psichiatra”, Berlusconi in privato ha espresso lo stesso concetto: “Tremonti è impazzito, così fa saltare tutto”.
Una sentenza che si accompagna a un moto di stizza nei confronti di chi sembra abbia commissariato l’intero governo: “Io non prendo ordini da nessuno”.
Lo show-down è atteso per domani, quando il Cavaliere presiederà a palazzo Grazioli, alla presenza di Bossi e Tremonti, un vertice di maggioranza dedicato ad esaminare le bozze della manovra.
Lo schema che gli ha fatto arrivare il ministro dell’Economia lo ritiene “inaccettabile”.
Berlusconi (e con lui tutti gli altri ministri) non contestano l’obiettivo del risanamento, ma non accettano la logica del “prendere o lasciare” che imputano a Tremonti.
Lo scontro al momento appare senza paracadute e può portare anche all’uscita di Tremonti dal governo.
Non a caso ieri il Cavaliere, nel messaggio invitato ai promotori della libertà , ha intestato a se stesso la linea tremontiana.
“Dobbiamo proseguire – ha detto – nella politica di prudenza e di rigore”. Insomma il messaggio che Berlusconi rivolge all’esterno, al paese ma anche ai mercati, è che la tenuta dei conti pubblici è un imperativo di tutta la maggioranza, di cui il primo garante è proprio il presidente del Consiglio. Non esistono quindi “salvatori della patria” e “nessuno è indispensabile”.
Agli attacchi e alle voci di una tenaglia tra Berlusconi e Bossi per costringerlo a modificare in profondità la manovra, Tremonti ha scelto per il momento di non replicare. E tuttavia domani, quando si troverà faccia a faccia con i suoi accusatori, è deciso a metterli di fronte alla realtà . “Forse – ripete in queste ore agli amici – qualcuno nel governo non si è ancora reso conto di quello che è successo venerdì. C’è stato un attacco premeditato e coordinato della speculazione, una dichiarazione di guerra contro l’Italia. Di fronte a questo abbassiamo la guardia?”.
Venerdì si è toccato infatti un nuovo record storico per lo spread tra i Btp decennali e il corrispettivo bund tedesco e i titoli delle banche italiane sono andati a picco simultaneamente. Con questi dati in mano, il ministro dell’Economia è certo di poter resistere a ogni diktat.
Eppure stavolta Tremonti è solo.
La Lega infatti, suo tradizionale puntello, ha deciso di mollarlo al suo destino. Con il partito squassato dalla lotta tra i colonnelli, Bossi deve incassare qualche risultato visibile e stavolta non farà sconti a “Giulio”.
Il ministro dell’Economia è convinto invece di potersi presentare al vertice di maggioranza con qualche asso nella manica, almeno per venire incontro ai “desiderata” del Carroccio. “Non era stato proprio Bossi – ripete in privato – a chiedere a Pontida un taglio dei costi della politica entro 30 giorni? Con il mio progetto li ho accontentati in una settimana”.
Ma non è detto che basti.
Qualcosa di più lo si comprenderà oggi dopo la riunione della segreteria “federale” della Lega a via Bellerio, in cui tutti si attendono una parola definitiva da Bossi.
Ieri sera un leghista di primo piano si spingeva a prevedere un “no” dei padani alla finanziaria Tremonti, un gesto dirompente che aprirebbe scenari finora impensabili: dalla rapida sostituzione del ministro dell’Economia alla crisi di governo.
Berlusconi ieri al matrimonio della Carfagna è sembrato ai presenti molto sicuro di del fatto suo. “Adesso la musica è cambiata, darò il via a un nuovo corso”, ha annunciato tra un brindisi e un giro di tavolo. In cima alla lista dei propositi per la “nuova fase”, il Cavaliere ha piazzato due cose che ritiene abbiano finora gonfiato la reputazione del ministro dell’Economia.
Due “cosette” che, d’ora in poi, ha deciso di cominciare a fare anche lui in prima persona: “Parlerò io stesso con tutte le opposizioni e comincerò a chiamare ogni giorno i direttori dei giornali. Dobbiamo comunicare quello che stiamo facendo, dimostrare a tutti che non stiamo qui a scaldare la sedia”.
Francesco Bei
(da “La Repubblica“)
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