BERLUSCONI: “UN MANIPOLO DI SENATORI NCD TRATTA PER TORNARE IN FORZA ITALIA”
IL PRINCIPALE INDIZIATO SAREBBE SCHIFANI
C’è una fiche pesante che Silvio Berlusconi ha messo sul tavolo, nel corso dell’incontro a palazzo Chigi con Matteo Renzi.
Ed è l’esistenza di una “pattuglia” di senatori di Ncd in trattativa per tornare a Forza Italia.
Al Senato, ha spiegato l’ex premier, il gruppo di Forza Italia è destinato ad allargarsi. È anche in nome di questo “peso” che si sostanzia l’offerta di “soccorso azzurro” sulle riforme: non solo istituzionali, ma anche fisco e giustizia.
Offerta, il cui primo atto si è manifestato in commissione lavoro al Senato, con l’astensione di Forza Italia sul jobs act.
Attualmente la maggioranza può contare su 169 senatori.
Ma se l’Opa lanciata verso il partito di Alfano dovesse andare a buon fine, allora l’aiuto azzurro potrebbe essere determinante: “Con una maggioranza a 160 si balla” dice una fonte informata.
I contatti li ha gestiti personalmente Silvio Berlusconi. Portandoli avanti tutta l’estate. L’Opa su Ncd porta al nome di Renato Schifani, la cui insoddisfazione per la gestione Alfano è ormai a livello di guardia.
L’ex presidente del Senato ed ex capogruppo del Pdl ha capito che non sarà lui, come gli era stato promesso, il futuro presidente dei senatori del gruppone di centro composto da Ncd, Udc, fuoriusciti di Scelta civica e dei Popolari per l’Italia. Annunciato in pompa magna da Alfano, ancora non vede la luce.
Proprio Schifani, nelle ultime settimane, ha avuto qualche contatto telefonico con Silvio Berlusconi all’insegna del disgelo e della ritrovata amicizia.
I segni del malessere del gruppo di Ncd sono rintracciabili ovunque.
E non sono sfuggiti neanche alle antenne del premier.
Tra i suoi fedelissimi, chiamati a verificare la consistenza della fiche berlusconiana che potrebbe indebolire la maggioranza, la convinzione è che la “trattativa” di Berlusconi con pezzi di Ncd sia reale.
Gli “schifaniani di ferro” sono particolarmente attivi nell’ambito della partita su Csm e Consulta, dando segnali che stanno facendo una partita “autonoma”, segno tangibile di chi ha una “trattativa” aperta.
Azzollini e D’Ali, non sono stati visti a tutte le votazioni. Mentre Giuseppe Esposito è stato avvistato mentre cercava di convincere altri parlamentari nel non rispettare le indicazioni date dai gruppi di votare Violante e Bruno.
Analoga insofferenza sulla linea del suo partito viene mostrata da Simona Vicari, sottosegretario all’Economia.
Proprio la Vicari, fedelissima di Schifani, ha ultimamente coinvolto nel suo staff l’ex portavoce di Nicola Cosentino, ben radicata nell’ambiente di Forza Italia.
E se il filone legato all’ex presidente del Senato — una decina di senatori in tutto — ha un canale “embedded” con Arcore, alla luce del sole dentro il partito di Alfano è venuta alla luce una frattura profonda.
Come effetto del patto del Nazareno.
Da un lato i filo-berlusconiani, che pensano alla ricucitura di un centrodestra con Berlusconi. E spingono per un posizionamento più critico nei confronti del governo per non morire ina sorta di terra di nessuno politica.
La chiamano l’alleanza dei quarantenni: la capogruppo Nunzia De Girolamo, la portavoce del partito Barbara Saltamartini, il ministro Lupi e il vice-ministro Casero. Dall’altro chi ormai teorizza la necessità di un rapporto organico con Renzi, anche nella prospettiva di alleanze future, all’insegna del “mai più con Berlusconi”: il capogruppo al Senato Maurizio Sacconi, l’ex saggio del Quirinale Gaetano Quagliariello, il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin.
Gli ultimi due anche grazie al rapporto privilegiato che hanno costruito con Giorgio Napolitano.
In mezzo c’è Alfano. La rappresentazione plastica si è avuta l’altro giorno alla Camera nel corso dell’informativa del premier, nella quale non ha mai fatto appello alla sua maggioranza, nè ha mai nominato il partito che esprime il ministro dell’Interno.
Nel suo intervento la capogruppo di Ncd ha espresso delle critiche, posizionandosi su una linea “comune” di centrodestra.
Alfano ha poi vergato una nota prima dei Tg per lodare Renzi lodandolo come “coraggioso”.
È una frattura destinata secondo molti a diventare più profonda nelle prossime settimane: “Ncd — dice una fonte autorevole — è un’esperienza politicamente finita”. Col patto del Nazareno che regge, Forza Italia si allarga. E la trattativa con Berlusconi continua.
(da “Huffingtonpost”)
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