BIELORUSSIA: DI NUOVO IN PIAZZA 100.000 PATRIOTI CHE SFIDANO IL REGIME CRIMINALE DI LUKASCHENKO AL GRIDO DI “VATTENE”
IL SILENZIO OSCENO DEI SOVRANISTI ITALIANI DI FRONTE A 7.000 ARRESTATI E TORTURATI: SEMPRE DALLA PARTE DEI BOIA
Un mare di persone si è riversato, di nuovo, nelle strade della capitale bielorussa Minsk e in tutto il resto del Paese, per chiedere le dimissioni del presidente Alexander Lukashenko a due settimane dal contestato risultato delle elezioni che gli è valso il suo sesto mandato presidenziale. Da 26 anni il potere, il leader bielorusso avrebbe vinto, secondo i risultati diffusi dal governo ma non suffragati da alcuna conferma indipendente e messi in dubbio dall’opposizione (e non solo), nella sfida contro la candidata dell’opposizione Svetlana Tkhanovskaya, che si trova ora in Lituania.
Neanche l’Unione europea ha riconosciuto il risultato delle urne.
E oggi, per la seconda domenica consecutiva, i cittadini si sono radunati a decine di migliaia — 100mila secondo gli osssevatori — per chiedere che Lukashenko lasci la poltrona.
Il presidente dal canto suo è apparso in mimetica a Grodno, vicino al confine polacco, dove l’esercito è stato messo in stato di allerta, chiamando i suoi alla «difesa della nazione».
E denunciando, come aveva già fatto domenica scorsa, l’azione di forze e ingerenze «straniere» nel suo Paese e pressioni da parte delle forze Nato, obbligando l’Alleanza atlantica, come già la settimana scorsa, a smentire di aver concentrato truppe al confine bielorusso.
Dopo le brutali repressioni dei primi giorni di protesta, con torture e detenzioni arbitrarie e almeno 7mila arresti, ieri è stato ritrovato appeso a un albero il corpo del 28enne Nikita Kryutsou, scomparso lo scorso 12 agosto.
Kryutsou aveva mostrato una bandiera rossa e bianca — simbolo dell’indipendenza bielorussa — davanti alle forze di polizia.
(da agenzie)
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