BOCCIA: “CONTE CONVINCA I SUOI VICEPREMIER A TAGLIARE DUE MILIARDI A TESTA O SI DIMETTA”
A TORINO MIGLIAIA DI IMPRESE RIUNITE PER DARE UN SEGNALE AL GOVERNO, IN SALA I DUE TERZI DEL PIL ITALIANO
“Se fossi in Conte convocherei i due vicepremier e gli chiederei di togliere due miliardi per uno visto che per evitare la procedura d’infrazione bastano 4 miliardi.
Se qualcuno rifiutasse mi dimetterei e denuncerei all’opinione pubblica chi non vuole arretrare”.
Lo ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, concludendo la manifestazione alle Ogr per il Si Tav a Torino . “Una promessa a Di Maio: se ci convoca tutti non lo contamineremo. A Salvini, che ha preso molti voti al Nord, dico di preoccuparsi dello spread”.
Boccia aveva esordito dicendo “Se siamo qui è perchè la nostra pazienza è quasi limite, per mettere insieme 12 associazioni tra cui alcune concorrenti tra loro. Se siamo qui tra artigiani, commercianti, cooperative, industriali, qualcuno si dovrebbe chiedere perchè. La politica è una cosa troppo importante per lasciarla solo ai politici”. “Siamo dodici associazioni che rappresentano tre milioni di imprese, oltre il 65% del Pil. È un segnale importante che si vuole dare al governo. Si parte dalla Tav, si pone la questione infrastrutture in senso largo, grandi e piccole, e si pone un auspicio che è quello di attenzione alla crescita”.
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha spiegato così il senso della manifestazione delle imprese per la Tav, oggi alle Ogr di Torino. “Il messaggio di oggi è un richiamo alla politica e al governo da parte dei corpi intermedi dello Stato: avere il senso del limite”, afferma Boccia.
Aggiunge: “Il governo ha convocato i vertici torinesi delle associazioni fattoriali e non quelli nazionali. Questo la dice lunga sul l’idea che ha il governo della Torino- Lione come fosse un fatto locale. mentre al contrario l’opera è una questione nazionale”.
Quasi due terzi del pil italiano sono rappresentati oggi pomeriggio alle Ogr.
E sono oltre 3 mila i rappresentanti in sala.
La protesta nazionale degli impreditori per chiedere «sì alla Tav, si alle grandi infrastrutture europee, si al futuro, allo sviluppo, alla crescita sostenibile», è salita in partecipazione mano a mano che trascorrevano i giorni.
I lavori sono stati aperti dalla relazione di Roberto Zucchetti, professore alla Bocconi di Milano che a settembre aveva calcolato in 9 miliardi gli effetti positivi dell’opera. Cui seguono gli interventi di 12 esponenti delle associzioni imprenditoriali. L’ultimo a prendere la parola il numero uno di Confindustria, Vincenzo Boccia. In platea sono presenti anche i rappresentanti dei sindacati.
Confermata invece la richiesta ai poltici di non presentarsi «per evitare strumentalizzazioni», come hanno ripetuto ancora ieri gli organizzatori.
Daniele Vaccarino, torinese, presidente nazionale di Cna è uno degli oratori . Perchè l’appuntamento di Torino è diventato l’occasione per una protesta nazionale? «Perchè proprio da Torino è partita, il 10 novembre scorso, la prima protesta contro la politica dei no. La richiesta di non bloccare la Tav è venuta dopo lo stop della candidatura olimpica con quel sì ufficiale di Appendino che sembrava tanto un no». Un problema solo torinese?
«Purtroppo no. La cartina della Penisola è costellata di no e di blocchi dei lavori. In realtà questo atteggiamento non danneggia solo le grandi imprese che vincono gli appalti. Punisce i territori e anche chi ha dimensioni più ridotte come in genere le imprese artigiane.
Prendiamo l’esempio della val di Susa. All’inizio, tanti anni fa, avevamo avuto problemi a convincere qualche nostro iscritto. Poi tutti abbiamo capito che non solo i subappalti del cantiere ma le stesse opere di compensazione possono essere una occasione di crescita per le nostre imprese».
“Siamo qui per dire sì allo sviluppo. Sì agli investimenti strategici. Sì ad un Paese che sa andare oltre le proprie fragilità strutturali”. dice invece il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.
“Oggi – ha affermato – il tempo necessario per compiere la tratta Torino-Lione è di poco inferiore alle 4 ore e nel 2030, con la nuova infrastruttura, scenderà a meno di 2, così da connettere il nostro Paese all’Europa. Con la Torino-Lione si completerebbe, insomma, quella ‘Metropolitana d’Europà in grado di integrare ulteriormente e naturalmente il nostro Paese anche nei flussi turistici e commerciali europei. Al di là dei passeggeri che si riconvertirebbero al treno da altri mezzi di trasporto (si parla di due milioni e mezzo di viaggiatori) con significativi effetti sull’impatto ambientale ci sarebbe sicuramente un aumento importante di flussi. Insieme a Torino, la stessa Milano capitale del terziario avanzato, sarebbe infatti finalmente e pienamente connessa all’Europa”.
L’agricoltura italiana ha bisogno di un sistema infrastrutturale moderno ed efficiente, che garantisca la piena mobilità di persone e merci e l’accessibilità all’Europa di tutte le aree del territorio nazionale, rendendo il Paese competitivo sui mercati internazionali.” Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo oggi alla manifestazione alle Ogr a favore del Tav.
Giansanti ha ricordato che nell’Europa a 28 è al 21° posto per quanto riguarda le strutture portuali e aeroportuali, al 19° per quelle ferroviarie, al 18° per la reti stradali. E la copertura internet interessa solo il 77% del territorio, contro una media europea dell’82%. “Con questi numeri – ha detto il presidente di Confagricoltura – sono evidenti le ricadute in termini di competitività sul nostro sistema agricolo ed agroalimentare.”
(da agenzie)
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