BOSSI IMPONE ANCORA REGUZZONI COME CAPOGRUPPO ALLA CAMERA, MA E’ RISSA ALLA RIUNIONE DELLA LEGA
SCONFITTO MARONI: “PARTITA SOLO RINVIATA”…. BOSSI IMPONE ALL’ASSEMBLEA DEI DEPUTATI: “NON VOGLIO CHE VOTIATE”…FINISCE A PUGNI TRA DUE PARLAMENTARI DEL CARROCCIO
“E’ una sconfitta parziale, abbiamo evitato l’operazione contro Giorgetti. Certo non sono contento, ma la partita è solo rinviata”: alla fine della riunione più drammatica della storia della Lega, Roberto Maroni si sfoga con un suo amico lombardo.
I suoi parlamentari sono ancora più espliciti e commentano la conferma di Reguzzoni al vertice del gruppo alla Camera con espressioni non riferibili.
Niente in confronto a quello che è successo nello stanzone dei padani a Montecitorio dove le due anime del Carroccio sono venute letteralmente alle mani.
Da un lato i maroniani, dall’altro il Cerchio magico di Reguzzoni, Bricolo e Rosy Mauro.
Le accuse sono ormai pesantissime: i primi, insieme ai colonnelli storici, accusano gli avversari di influenzare troppo Bossi e di essere troppo berlusconiani; i secondi parlano di tradimento e di tentativi di deporre Bossi.
Dopo il tentativo dei “cerchisti” di commissariare il segretario lombardo Giorgetti, i maroniani avevano puntano sulla sostituzione di Reguzzoni.
E in fondo speravano dopo le parole mattutine di Bossi: “se lo voteranno liberamente loro”.
Ma durante la giornata è cresciuta la tensione: Maroni incontra Bossi e Reguzzoni, ma non si raggiunge l’accordo.
Si arriva alle 19 quando Bossi inizia la riunione: “non voglio che si voti, così si darebbe solo spazio ai giornali per presentarci come divisi”
E aggiunge: “questa roba delle firme è contro di me”.
Scende il gelo, Bossi è nervosissimo: su 59 deputati, ben 49 avevano firmato per sostituire Reguzzoni con il bergamasco Stucchi.
Maroni prende la parola per ricordare che c’era un impegno per la staffetta tra Reguzzoni e Stucchi, il quale aveva già rinunciato una volta.
A quel punto Bossi chiude a ogni intesa: “Reguzzoni resta fino a dicembre, poi Stucchi prenderà il suo posto”.
Maroni ribadisce che non è d’accordo ma da “soldato” obbedisce.
Tutti si adeguano e Reguzzoni viene confermato per acclamazione.
Poi però gli animi si scaldano e scoppia una rissa con i deputati che faticano a dividere due bestioni come il ligure Chiappori e il mantovano Fava, ex rugbista e maroniano di ferro.
Ai cronisti Bossi si dichiara soddisfatto: “hanno votato e ha vinto Reguzzoni”.
I cerchisti sooddisfatti non rilasciano dicbiarazioni, i maroniani vanno a cena per studiare le contromosse: c’è chi ipotizza i congressi regionali per fare pulizia nel partito.
Il rischio sfascio è però dietro l’angolo.
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