BOSSI PROVA A FARE LA VOCE GROSSA: “CHI FA CASINO LO CACCIO DALLA LEGA”: MA SE NE STANNO ANDANDO VIA GLI ELETTORI
DOPO LE TENSIONI TRA I MARONIANI E REGUZZONI, IL SENATUR PARE RITORNATO SOTTO LE “AMOREVOLI CURE” DELLE BADANTI DEL CERCHIO MAGICO…IN UN COMIZIO A MAGENTA PAROLE POCO GENTILI VERSO I MARONITI
“Ci metto due secondi a chiedere al Consiglio federale l’espulsione di chi si mette di traverso, anche se ci sono persone importanti: la base sa bene che chi fa casino nel partito non lo fa per interesse comune, ma per interesse di altri”.
Lo ha detto ieri sera Umberto Bossi che, in un comizio a Magenta, ha spiegato che in questa settimana «c’è stato un momento difficile» quando si è dovuto votare sul capogruppo alla Camera.
Il riferimento è al caso Reguzzoni e alle tensioni che ne sono seguite.
Questa settimana c’è stato «un momento difficile, ho avuto problemi perchè si trattava di votare per il capogruppo alla Camera. Il capogruppo è uno che dev’essere bravo a trattare ed esperto: volevano mettere uno che non era esperto, non avrei dormito più a saperlo a Roma» ha spiegato il Senatùr.
In pratica il riferimento e’ al candidato bergamasco gradito a Maroni e sul quale ci sarebbe stata la convergenza dell’80% del gruppo del Carroccio. Vista la malaparata, i vari Bricolo, Reguzzoni, Rosi Mauro, con il sedicente dottor Belsito a reggere lo strascico, ovvero i “cerchisti magici” che proteggono il pisolino del Senatur, hanno trascinato Bossi a presiedere la riunione per l’elezione del nuovo capogruppo.
Bossi ha detto che si poteva solo “acclamare” (Reguzzoni, ovvio, come da indicazione della Manuela) ma non votare.
E Reguzzoni è rimasto capogruppo, almeno fino a quando (governo reggendo e quindi permettendo) non assumerà la carica di ministro verso l’autunno.
Il fatto che Bossi ieri sera abbia dovuto minacciare di cacciare chi non si allinea è in realtà più una dimostrazione di debolezza che di forza.
Fa sorridere poi che pensi ad espellere qualcuno, quando sono ormai gli elettori del Carroccio ad allontanarsi volontariamente da lui.
Non è poi mancato durante il comizio il solito avvertimento al premier.
“L’accordo è semplice – è l’aut aut del capo lumbard – Berlusconi deve fare quello che gli abbiamo chiesto a Pontida o la Lega non andrà più con lui: ma non sarà la sinistra a portarci a quel punto».
Insomma il Senatur ormai spara con la pistolina ad acqua sbagliando sempre la mira.
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