BUDANOV, IL “CERVELLO” DELL’INTELLIGENCE MILITARE UCRAINA, DA TEMPO È NEL MIRINO DEL CREMLINO E VIVE COME UN LATITANTE
NEL 2019 SFUGGÌ A UN ATTENTATO PERCHÉ LA BOMBA SOTTO LA SUA MACCHINA SCOPPIÒ IN ANTICIPO. LO SCORSO GIUGNO I MEDIA RUSSI L’AVEVANO DATO PER MORTO. LA MOGLIE È STATA AVVELENATA MA SI È SALVATA – PUTIN LO VUOLE FARE FUORI PERCHE’ HA DIMOSTRATO DI SAPER COLPIRE I RUSSI NEL LORO TERRITORIO
Quando l’intelligence russa due giorni fa ha indicato nel generale ucraino Kirlo Budanov il mandante della strage di Mosca non lo ha trasformato in un bersaglio, perché è già un bersaglio da molto tempo. Nel 2019 sfuggì a un attentato perché un sicario russo che stava piazzando una bomba sotto la sua macchina commise un errore e la fece esplodere in anticipo. Budanov è poi diventato direttore dell’intelligence militare ucraina (Gur) e in quel ruolo è sopravvissuto, secondo il portavoce dell’agenzia, a «più di una decina di tentativi di uccisione»
Il perché dell’insistenza omicida della Russia è facile da comprendere. All’inizio dell’invasione il Gur scoprì in anticipo i piani militari del Cremlino, e con una battaglia combattuta in condizioni di emergenza all’aeroporto di Hostomel, a trenta minuti dal centro di Kiev, fermò l’attacco aviotrasportato dei parà russi che avrebbe spalancato le porte della capitale.
Con la credibilità acquistata sul campo quel giorno Budanov ha ideato e diretto una sequenza di campagne contro il sistema di Putin che potrebbero riassumersi così: fa il sicario russo meglio dei sicari russi. È probabile che ci sia il Gur dietro all’assassinio di Valden Tatarsky, il propagandista filoputiniano ucciso da una bomba nascosta dentro una statuetta-regalo, e anche dietro all’uccisione di Daria Dugina, figlia di Alexander Dugin – un altro bersaglio simbolo.
Budanov arruola e gestisce i contingenti di volontari stranieri, inclusi gli estremisti di destra russi che ogni pochi mesi invadono la Russia nella regione di Belgorod. Tiene i contatti con le unità clandestine di partigiani che fanno sabotaggi nell’Ucraina occupata. Ed è alla guida dei programmi segreti per lanciare i droni in territorio russo, fino a Mosca, e i droni marittimi che danno la caccia e affondano le navi da guerra nel Mar Nero.
In due anni, Budanov agli occhi del pubblico è diventato il paladino misterioso che difende l’Ucraina con ogni mezzo: le operazioni del Gur tirano su il morale alla popolazione.
I servizi segreti russi danno la caccia al generale ucraino, che vive come un quasi latitante. Il quartier generale del Gur, su un isolotto in mezzo al fiume Dnipro a Kiev, è stato l’obiettivo di bombardamenti con missili. A novembre la moglie Marianna Budanova è stata ricoverata per un avvelenamento che si pensa fosse diretto soprattutto contro di lui. Ha poi recuperato.
A oggi l’avvelenamento è stato il tentativo più preoccupante, perché dimostra che i servizi russi riescono a penetrare persino la base dove i Budanov passano quasi tutto il loro tempo. Se fosse riuscito, sarebbe stato un assassinio firmato: un metodo usato in altri casi conosciuti, e tra questi c’era anche Alexei Navalny, l’oppositore più famoso di Putin.
(da agenzie)
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