CALENDA PROPONE UN’ASSEMBLEA COSTITUENTE PER LA TERZA REPUBBLICA
ANNUNCIA CHE NON SI CANDIDERA’ MA MOLTI LO VEDONO COME FUTURO PREMIER: “SERVE UN AMPIO FRONTE LIBERALDEMOCRATICO PER METTERE IN SICUREZZA IL PAESE”
Non si presenterà alle elezioni, ma l’ultimo mese lo ha visto in prima linea come mai prima d’ora.
Protagonista di un aspro scontro su Ilva con gli enti locali – il governatore pugliese Michele Emiliano e il sindaco di Taranto – attivissimo per il futuro dell’Alcoa fino alla pizza mangiata con gli operai che da mesi presidiano l’area industriale del Sulcis, molto presente sulle colonne dei principali quotidiani.
Da ultimo, sul Corriere della Sera, il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda lancia la sua proposta per la prossima legislatura: un’Assemblea Costituente per gestire la nascita della Terza Repubblica e non venire travolti da essa.
Calenda si colloca nel centrosinistra, si dice “orgoglioso” del suo lavoro sotto tre presidenti del Pd, guarda “con grande interesse all’operazione di Emma Bonino” e ritiene fondamentale che il centrosinistra “recuperi il linguaggio della realtà e della responsabilità contro quello della fuga dalla realtà dei 5 Stelle e della Lega”.
Secondo il ministro, “la prossima legislatura è molto pericolosa”, perchè si inserisce in un clima particolare.
“La fine degli stimoli della Bce, un’Eurozona orientata a minore flessibilità , l’Occidente sempre più diviso e il Mediterraneo tornato al centro delle crisi. Non è tempo di rottamazioni, slogan e leadership solitarie ma di costruire un ampio fronte liberal democratico capace di mettere in sicurezza il Paese mentre attraversa il più difficile crocevia nella storia del Dopoguerra”.
La proposta di un’Assemblea Costituente nasce dalla considerazione dei successi ottenuti negli ultimi anni in campo economico – “i governi di questa legislatura, primo fra tutti quello Renzi, hanno fatto molto di più per la crescita dell’insieme degli altri governi della seconda Repubblica”, afferma Calenda – e degli insuccessi in campo istituzionale, culminati con la vittoria dei No al referendum costituzionale.
“Abbiamo perso la sfida della costruzione di un sistema più forte ed efficiente. Ritengo questo nodo fondamentale in uno scenario internazionale pieno di incertezze. La sicurezza nazionale viene messa a rischio da un sistema che rallenta l’implementazione delle decisioni, favorisce il prosperare di particolarismi e ci trasforma nella Repubblica dei ricorsi al Tar e dei feudi locali. La prossima legislatura dovrà avere al centro questo tema, diventato tabù dopo il referendum. Forse la strada giusta, per aumentare il coinvolgimento dei cittadini, potrebbe essere quella di un’assemblea costituente. È l’unico modo per aprire in maniera ordinata la terza Repubblica invece di subire la dissoluzione caotica della seconda. Serve un luogo per affrontare le pulsioni diverse emerse dal referendum costituzionale e da quelli di Lombardia e Veneto. Un luogo per porre fine alla kermesse delle leggi elettorali estemporanee, ridisegnare il rapporto tra esecutivo e legislativo, per affrontare il tema di una democrazia efficace, che peraltro affiora in tutti i Paesi occidentali”.
Calenda va fiero per alcuni provvedimenti presi per lo sviluppo – “Industria 4.0, il piano Made in Italy e la Strategia energetica nazionale sono stati i tre pilastri” – ma anche per alcune iniziative a difesa dei settori industriali in difficoltà . “Siamo riusciti a riportare al centro l’industria e il lavoro e questo era il mio obiettivo politico” spiega al Corriere. Rammarico invece per il ritardo su un Fraunhofer per l’Italia, una rete degli istituti di ricerca applicata per le imprese, e per la mancata seconda legge sulla concorrenza. Inoltre, spiega il ministro,”abbiamo mancato l’obiettivo di sconfiggere il rancore e la sfiducia nel futuro, ancora troppo diffusi nel Paese. Anche per colpa di molti errori di comunicazione che hanno dato il senso di un distacco con la parte del Paese che ancora soffre”.
I prossimi mesi vedono sul tavolo di Calenda due dossier principali.
Per Alitalia “abbiamo tre offerte” – Lufthansa, Easyjet e Cerberus – “Le valuteremo con molta attenzione e a metà gennaio inizieremo la negoziazione in esclusiva”. Per Ilva, secondo il ministro, è “inaudito” il blocco che sta avvenendo dagli enti locali sull’operazione di ArcelorMittal, perchè “5,3 miliardi di euro per un investimento industriale nel Sud non si vedevano da 40 anni”.
Calenda è convinto che “nel giro di poco più di 24 mesi Ilva potrebbe diventare la migliore acciaieria europea, liberando una città ostaggio del dilemma salute/lavoro che non è degno di un Paese civile”.
(da agenzie)
Leave a Reply