CAMBIO AL VERTICE IN CONFINDUSTRIA: OGGI E’ IL GIORNO DELLA SUCCESSIONE ALLA MERCEGAGLIA
GIORGIO SQUINZI E ALBERTO BOMBASSEI ALLA VOLATA FINALE… DOPO QUATTRO ANNI L’ASSOCIAZIONE DEGLI INDUSTRIALI E’ SPACCATA IN DUE
Una cosa è certa: questa volta non ci sarà la maggioranza bulgara (126 voti su 132) che quattro anni fa ha portato in viale dell’Astronomia a Roma la prima donna alla presidenza di Confindustria: Emma Marcegaglia.
Questa mattina alle 10, il voto dei 187 componenti della giunta certificherà comunque uno scenario di profonda divisione fra due schieramenti, guidati rispettivamente da Giorgio Squinzi e Alberto Bombassei, sino all’ultimo (il direttivo di ieri) l’un contro l’altro armati.
Ed è suspance sino all’ultimo, con Squinzi, amministratore unico della Mapei, apparso fin dalle prime battute forte di un buon vantaggio, ma con Bombassei, presidente della Brembo, fiducioso in un sorpasso in extremis.
I supporter del primo dicono che avrebbe quasi i due terzi dei voti. Quelli del secondo sostengono di avere una quindicina di voti di vantaggio.
E il fatto che si voti a scrutinio segreto non fa che aumentare il clima di incertezza.
Nonostante gli appelli al serrare le fila e al fair play, l’immagine che esce da una competizione carica di veleni è quella di una Confindustria tutt’altro che compatta proprio in un momento particolarmente delicato per il Paese: con una ripresa economica da agganciare, un clima sociale (vedi articolo 18) non propriamente idilliaco e una politica debole.
Oggi, dunque, con il voto della giunta, Confindustria sceglierà tra Alberto Bombassei e Giorgio Squinzi il presidente designato per il dopo-Marcegaglia.
Primo traguardo, decisivo, di un percorso che poi proseguirà il 19 aprile con la presentazione da parte del presidente designato della squadra dei vice e del programma di attività per il primo biennio di lavoro.
E terminerà con l’elezione vera e proprio il 23 maggio durante l’assemblea privata di Confindustria, mentre il 24 ci sarà l’assemblea pubblica.
I «tre saggi» della commissione di designazione, che per quaranta giorni hanno sondato il consenso del sistema di Confindustria e le aspettative degli industriali, presenteranno i due candidati alla giunta con un appello: che chiunque vinca coinvolga poi l’altro schieramento, al di là delle diverse visioni sul ruolo dell’organizzazione.
Squinzi, 69 anni, imprenditore chimico con la passione delle due ruote, è il candidato della «continuità nel cambiamento», in sintonia con Emma Marcegaglia.
Un moderato, che ha più volte sottolineato il valore del dialogo.
Uno che non si considera nè un falco, nè una colomba.
Bombassei, 72 anni, leader nella produzione di freni, è amante delle auto d’epoca ed è considerato un «falco».
Ha incentrato la sua corsa alla presidenza sull’obiettivo di una rifondazione dell’associazione degli industriali, con un programma di netta discontinuità .
Per questo ha avuto il sostegno «esterno» di Sergio Marchionne, l’Ad della Fiat, formalmente uscita da Confindustria a inizio 2012, dopo lo strappo dello scorso anno.
Sfumature diverse fra i due candidati anche sull’articolo 18.
Squinzi: «La licenziabilità dei dipendenti è forse l’ultimo dei nostri problemi. Io sono per il dialogo con il sindacato».
Bombassei: «Se si toglie il tappo dell’articolo 18, questo vincolo che per altro abbiamo solo noi in Europa, sarà molto più facile creare posti di lavoro per i giovani. Se non c’è accordo con le parti sociali, il Governo proceda».
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