SQUINZI E’ IL NUOVO PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA CON APPENA 11 VOTI DI SCARTO
DESIGNATO IL SUCCESSORE DI EMMA MARCEGAGLIA…HA PREVALSO CON 93 VOTI CONTRO GLI 82 DI BOMBASSEI
Undici voti di scarto.
È stato un testa a testa quello tra Alberto Bombassei e Giorgio Squinzi.
Alla fine ha prevalso il patron della Mapei: il successore di Emma Marcegaglia sarà Giorgio Squinzi.
Con 93 voti su Alberto Bombassei (che ha raccolto 82 preferenze) Squinzi è stato designato dalla giunta di Confindustria.
Dopo la designazione di oggi, il 19 aprile il presidente presenterà la squadra di «governance» e il programma.
L’elezione vera e propria del successore di Emma Marcegaglia avverrà invece il 23 maggio, nel corso dell’assemblea privata degli industriali.
Il debutto pubblico ci sarà il giorno successivo alla presenza di alcuni ministri del governo.
Il nuovo presidente resterà in carica fino al 2016.
La campagna elettorale è stata la più combattuta che Confindustria abbia mai visto nella sua storia centenaria.
Con Bombassei che non si è mai arreso nemmeno i primi mesi quando era stato invitato ad accordarsi con il suo avversario per una spartizione dei posti di giunta e nelle associazioni.
Ed è la stessa divisione geografica delle preferenze che fa capire cosa è accaduto in questa elezione.
Il nord è si è espresso in maggioranza per il numero uno della Brembo: con lui sono stati Piemonte, Friuli, Emilia, quasi tutto il Veneto e buona parte della Lombardia (con l’eccezione di Assolombarda, che conferma l’assioma che chi non vince a Milano non vince nemmeno a livello nazionale).
Per Squinzi, grazie alla regia del presidente degli industriali di Roma, Aurelio Regina, si sono schierati compatti gli indusriali del centro-sud.
Alla fine, ha prevalso la campagna impostata da Squinzi, che ha promesso come il suo rivale una profonda riforma delle liturgie e – soprattutto – dell’organizzazione elefantiaca di Confindustria ma in modo più “sobrio”, come lui stesso l’ha definita. Alla fine, ha vinto il blocco che si è concentrato attorno al mondo Fininvest (Fedele Confalonieri si è speso personalmente per Squinzi) e attoprno alle società controllate dallo stato.
Sia l’ad di Enel Fulvio Conti sia quello di Eni Paolo Scaroni si sono schierati con mister Mapei, che contava anche sull’appoggio del presidente uscente Emma Marcegaglia.
La frattura ora andrà ricomposta, soprattutto tenendo conto dei colpi bassi che i due fronti si sono scambiati in queste settimane.
Lo fa capire chiaramente una delle prime dichiarazioni, quella del numero uno di ferrovie, Mauro Moretti:
“Non c’è nessuna spaccatura. Si tratta di due persone di grande personalità ed è normale aspettarsi il sostegno per entrambe -dice Moretti- Confindustria sa che l’unità è la sua forza. Sono convinto che con il contributo di tutti, Bombassei compreso, ci saranno tutte le condizioni per proseguire con un lavoro unitario”.
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