CASO AL KIKLI, L’ATTIVISTA LIBICO CHE LO HA STANATO IN ITALIA: “HANNO RAPITO MIO FRATELLO”
HUSAM EL GOMATI, FRA GLI SPIATI DI PARAGON, DA TEMPO DENUNCIA CORRUZIONE IN LIBIA… L’ITALIA PORTO FRANCO PER CRIMINALI LIBICI
“Mio fratello Mohamed è stato rapito da uomini non identificati che hanno fatto
irruzione nella sua casa di Tajoura lunedì e lo hanno portato via. Non posso non pensare che sia una ritorsione per la mia attività politica”.
Le denunce di El Gomati
La denuncia arriva da Husam El Gomati, l’attivista libico da tempo in Svezia che ha rivelato la presenza di Al Kikli e altri uomini dell’inner circle del premier libico in Italia, scovando la foto da loro stessi postata sui social network. Fra gli spiati con Graphite di Paragon, Gomati da tempo denuncia la corruzione e il malaffare in Libia.
Da un anno senza contatti
Che il fratello fosse il vero obiettivo di un agguato, sostiene, è impossibile. “È inevitabile pensare che sia una ritorsione. Mohamed è un ingegnere petrolifero, per altro da più di un anno è a casa perché sta male. È una persona pacifica, non ha nulla a che fare con la politica. Con lui, come con tutta la mia famiglia non ho contatti da anni, proprio per evitare di coinvolgerli nella mia battaglia”, spiega Gomati a Repubblica.
“E’ un rapimento”
“Non risulta essere detenuto o in fermo da nessuna parte, quindi è chiaramente un rapimento. Non sappiamo se è vivo o morto. Deve prendere le sue medicine, dobbiamo trovarlo”, dice, visibilmente preoccupato.
“Poche persone a Tripoli hanno il potere di fare una cosa del genere”
In teoria, racconta, è stata aperta un’indagine ufficiale ma sui possibili esiti sembra scettico. Convinto è invece del motivo del rapimento: “Una ritorsione”. E sembra anche avere le idee molto chiare su chi possa aver ordinato una cosa del genere, anche se al momento preferisce non fare nomi. “Ci sono poche persone a Tripoli che hanno il potere di fare una cosa del genere senza subire conseguenze. Non è successo solo a mio fratello, ma a molte persone, che per paura preferiscono tacere. Io invece”, afferma, “non ho intenzione di stare zitto”.
“Aumentano solo la mia determinazione”
Agli uomini che hanno in mano Mohammed, manda un messaggio chiaro: “Evidentemente non mi conoscono. Chi pensa di intimidirmi o indebolirmi in questo modo, non ha capito nulla. Aumenta solo la mia determinazione”
(da agenzie)
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