Settembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
LA CONFIDENZA DEL CAVALIERE AI SUOI A BRUXELLES CONFERMA GIUDIZI PASSATI QUANDO LO DEFINI’ UN “LERCIO BUFFONE”… E SILVIO SI SPOSTA SULLE POSIZIONI DI MARA CARFAGNA
«Ho un problema in casa. Quella cosa lì la pensa anche la mia compagna (Francesca Pascale,
ndr), lei non sopporta Salvini. Dice che è il male. E che io non posso abbracciarlo, politicamente s’intende, eh..»: Silvio Berlusconi lo ha confessato ieri al ristorante dei Mep (member european Parlament) di Strasburgo all’ora di pranzo durante un raduno di eurodeputati di Forza Italia, secondo quanto racconta oggi Carmelo Lopapa su Repubblica.
E “quella cosa lì” che pensa Francesca Pascale è la stessa cosa che pensa Mara Carfagna, ovvero che Forza Italia si stia schiacciando troppo sulla Lega, non offrendo così un’alternativa credibile nel campo dell’offerta politica all’elettore di centrodestra che non apprezza il Capitano del Carroccio.
Per questo oggi Silvio ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera per spiegare che è contrario alla proposta di legge elettorale da fare tramite referendum partorita da Calderoli e che a questo punto rischia di fare una brutta fine, anche perchè non c’è il tempo materiale per farla votare da cinque consigli regionali entro il 30 settembre per andare al voto in primavera (svegliatevi, bambine!).
Che a Francesca Pascale non stia simpaticissimo Salvini non è una novità : qualche tempo fa sul suo profilo Instagram campeggiava una foto con didascalia “Inginocchiati ai meridionali, troglodita”. In un’altra occasione lo aveva definito “lercio buffone”.
Il punto però è sempre lo stesso, ovvero che Salvini ha i voti e la Lega ne ha sei volte quelli di Forza Italia. Questo è un buon motivo per raffreddare le acque da parte del Cavaliere.
Ma è anche un buon motivo per puntare al proporzionale più che al maggioritario dove verrebbe inghiottito.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
IN CAMBIO IL CAVALIERE OTTIENE SUOI CANDIDATI IN CALABRIA, CAMPANIA E TOSCANA… ALLA LEGA EMILIA E UMBRIA… POLTRONISTI SENZA VALORI
Silvio Berlusconi torna a fare l’amicone di Matteo Salvini.
Mentre il Capitano continua a riferirsi a lui in pubblico come “il passato” e porta Giovanni Toti a manifestare in nome del nuovo centrodestra, il Cavaliere pranza con il leader della Lega e si accorda sulle candidature alle prossime regionali.
Prefigurando anche qualche regalino in termini di visibilità . Racconta oggi il Fatto che nell’incontro tra i due si è fatto il punto sulle candidature:
A partire dall’Umbria, dove il leader forzista ha dato il via libera alla candidatura della leghista Donatella Tesei (ex FI), con accordo di massima pure sulle altre: a FI spetteranno i candidati in Campania, Calabria e Toscana; alla Lega in Emilia-Romagna (con Lucia Borgonzoni) e appunto in Umbria; mentre FdI ha già incassato l’Abruzzo. Giorgia Meloni forse non sarà contenta e punterà i piedi, si vedrà . Berlusconi ottiene pure, per il momento, la sparizione dai radar di Giovanni Toti.
Ieri, infatti, per tutto l’incontro si è parlato di centrodestra a tre punte (Salvini-Meloni-Berlusconi). Ma il governatore ligure c’è, ha appena consumato la scissione in Parlamento (5 deputati e 4 senatori) e sarà anche lui in piazza il19 ottobre.
L’ex Cavaliere, poi, avrebbe ottenuto pure uno stop alla campagna acquisti di Lega e FdI trai forzisti. E sul tavolo dell’intesa il leader azzurro ha squadernato anche le tv, mettendo a disposizione del Capitano i programmi d’informazione Mediaset. “Se in Rai, data la nuova aria, t’inviteranno di meno, verrai da noi …”, ha assicurato Silvio a Matteo.
E infatti dopo il flop da Vespa Salvini si è accomodato da Del Debbio che gli ha apparecchiato la trasmissione l’altroieri.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
SE FORZA ITALIA VUOLE RILANCIARE LA SUA IDENTITA’ LIBERALE E RIFORMISTA, L’ULTIMA COSA DA FARE E’ PROPRIO LEGARSI AL CARRO SOVRANISTA DOVE PERDEREBBE LA PROPRIA AUTONOMIA
Ritengo che non c’è niente di peggio che valutare i meccanismi elettorali secondo schemi
precostituiti.
La legge proporzionale durante la Prima Repubblica ha funzionato assicurando la governabilità del paese prima con il centrismo e poi con il centro-sinistra rispettando l’opposizione del Pci, fino a quando le forze politiche sono state vitali, quando esse sono entrate in crisi è entrato in crisi anche il meccanismo proporzionale.
Una volta che è stato adottato il maggioritario sin dal decollo della Seconda Repubblica più volte piccoli gruppi, inseriti nelle coalizioni, hanno provocato numerose crisi di governo sia per la coalizione di centrodestra che per quella di centrosinistra.
Inoltre, a esser franchi, la tendenza alla sopraffazione da parte dello schieramento vincente durante la Seconda Repubblica è stata frenata da due elementi del tutto anomali: anche quand’era in minoranza il centrosinistra ha sempre potuto usufruire del sostegno di una parte della magistratura, così come Berlusconi ha sempre potuto usufruire del sostegno di due quotidiani, di tre telegiornali e reti televisive anche quand’era all’opposizione.
Nessuno può negare peraltro che in epoca di bipolarismo e di maggioritario la capacità di gestione dei governi è stata molto ridotta dalla eterogeneità delle coalizioni.
Adesso però non si può prescindere dal fatto che il maggioritario può divenire una sorta di roulette russa in presenza della trasformazione della Lega Nord di Bossi nella Lega di Salvini che ha dato vita ad un soggetto politico sovranista, antieuropeista e razzista per di più legato alla Russia di Putin.
Di conseguenza l’adozione della proporzionale è una sorta di assicurazione sulla vita per tutti, per le forze di centrosinistra, per il Movimento 5 stelle, per lo stesso centrodestra.
Nel centrodestra chi dovrebbe essere per il proporzionale a tutti i costi dovrebbe essere Forza Italia perchè solo così può tutelare la sua autonomia, rilanciare la sua identità di forza di centro legata al Ppe, liberale e riformista.
Di conseguenza l’adesione che nell’incontro con Salvini Berlusconi ha dato all’adozione del maggioritario e al rifiuto del proporzionale ci sembra una sorta di suicidio non assistito.
Molto tardivamente e fra mille contraddizioni, di fronte agli errori rovinosi commessi da Salvini, Berlusconi aveva mostrato di voler prendere le distanze, adesso, al di là delle ovvie intese per le elezioni regionali, l’accettazione del maggioritario e il rifiuto della proporzionale vorrebbe dire che Forza Italia diventa una sorta di ruota di scorta, priva di un’autonomia politica reale rispetto alle due forze sovraniste oggi largamente prevalenti nel centrodestra quali sono la Lega di Salvini e Fratelli d’Italia.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 30th, 2019 Riccardo Fucile
IL CAVALIERE CRITICA SALVINI: “UN PROBLEMA POLITICO MOLTO SERIO, HA CONSEGNATO IL PAESE ALLA SINISTRA”
Con l’alleanza di governo che si prospetta tra Pd e M5S, sembrerebbe naturale che il centrodestra
si ricompatti contro gli avversari politici comuni, eppure, a giudicare dalle parole utilizzate da Silvio Berlusconi al termine del suo colloquio con il premier incaricato Giuseppe Conte, potrebbe non essere così scontato. Il cavaliere, infatti, nel suo discorso attacca duramente Salvini e la Lega.
“Il fatto che la Lega abbia proposto di risuscitare l’esperienza gialloverde rappresenta per noi un problema politico molto serio, su cui tutti gli elettori di centrodestra devono riflettere seriamente perchè così si è consegnato il Paese alla sinistra”, ha detto Berlusconi, dopo l’incontro con Conte a Montecitorio.
“Faremo una opposizione ferma, coerente, senza sconti ma composta”, ha annunciato il presidente di Forza Italia. “La condurremo innanzitutto in Parlamento ma saremo pronti a mobilitarci se aumenteranno l’oppressione giudiziaria o la pressione fiscale mettendo le mani nelle tasche degli italiani”
La distanza di Berlusconi dagli altri due leader di centrodestra emerge anche dalla stessa scelta di recarsi a Montecitorio per l’incontro con Conte. Nè la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni nè il segretario della Lega Matteo Salvini hanno voluto incontrare il premier incaricato.
Inoltre, i due leader hanno già annunciato la volontà di scendere in piazza, ma hanno indetto due diverse mobilitazioni: FdI intende manifestare il giorno della fiducia verso il nuovo governo, mentre la Lega scenderà in piazza a ottobre.
(da agenzie)
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Agosto 29th, 2019 Riccardo Fucile
MARA CARFAGNA: “E’ UN CAMBIO DI LINEA, OCCORRE PRENDERE LE DISTANZE DAL SOVRANISMO”… “LA DESTRA LIBERALE, POPOLARE E REPUBBLICANA DEVE TORNARE A ESSERE PROTAGONISTA”
Forza Italia “deve essere ancora il cuore, il cervello e la spina dorsale” del centrodestra,
“naturalmente lontano da ingenuità sovraniste e da tentazioni populiste”, perchè “una democrazia occidentale funziona se la competizione al suo interno è tra un centrodestra e un centrosinistra, alieni da pauperismi, da giustizialismi, da sovranismi…”
Silvio Berlusconi esce dallo Studio alla Vetrata del Colle, ribadisce la sua contrarietà a un governo giallorosso (”siamo preoccupati per il pericoloso scenario che si sta delineando”) e mette i puntini sulle ‘i’, lanciando un messaggio preciso al suo alleato Matteo Salvini, in vista delle prossime elezioni regionali: ”La destra senza di noi non sarebbe in grado di vincere e se anche vincesse non sarebbe in grado di governare”.
Tradotto: caro Matteo, ora che è fallita l’esperienza gialloverde e sei in cul de sac e sembra allontanarsi sempre di più la strada del voto, torni a fare opposizione, ma se vuoi vincere le prossime elezioni, il centrodestra deve restare unito e non pensare che Forza Italia ti faccia da spalla o, peggio, da ruota di scorta.
Il Cav sa inoltre che, in uno scenario politico molto fluido, è iniziata la corsa al centro. Molti azzurri sono convinti che il Pd, con la scusa del Conte bis, è pronto a riprendersi i voti ‘rubati’ dai Cinque stelle e, per questo, Fi guarda all’area moderata di delusi in cerca di una casa e di una identità .
L’ex premier, insomma, è pronto a un accordo di coalizione, ma Fi non è disposta a rinunciare alla propria storia, al proprio simbolo e alle proprie liste.
Le sue parole suonano come un vero e proprio monito all’indirizzo di via Bellerio e una netta presa di distanza dal sovranismo sbandierato dal ‘Capitano’.
I fedelissimi di Arcore sono un coro unanime. Il primo a rivolgersi a Salvini è Sestino Giacomoni: ”Mi auguro che l’insegnamento che arriva a tutti da questa gestione della crisi porti anche Salvini a capire che in questo momento se il centrodestra non è unito probabilmente rischia di perdere le prossime elezioni, non solo quelle politiche ma anche quelle regionali imminenti”.
Giacomoni rincara la dose: ”La Lega dovrà chiarirsi le idee perchè aprire una crisi dicendo che non si può più stare con il governo del ‘no’ e poi inseguire i grillini denota che c’è qualcosa che non va”.
Sulla stessa linea Mariastella Gelmini, che riunisce in serata il gruppo alla Camera: ”Ora che potrebbe vedere la luce un nuovo bipolarismo, con un governo di sinistra-sinistra che non resisterà alla tentazione di mettere le mani nelle tasche degli italiani, noi saremo, in coerenza con la nostra storia, collocati all’opposizione”.
“Certo – assicura l’ex ministra che invita a colmare il vuoto al centro – non sarà la stessa opposizione della Lega e di Fratelli d’Italia, anche perchè lo spazio al centro dello schieramento politico si dilaterà e noi dovremo occuparlo. Lo faremo riconfermando la nostra posizione politica, europeista e atlantista”.
Soddisfatta delle parole di Berlusconi anche la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna: ”Le sue parole rappresentano un cambio di linea che personalmente auspico da tempo. Sono infatti convinta che solo una presa di distanza dal sovranismo consentirà alla destra liberale, repubblicana, popolare e garantista di ritrovare la sua centralità “.
E ancora: “L’abbaglio sovranista che ha accecato anche alcuni in casa nostra, sia per convinzione sia per convenienza, deve ora lasciare spazio a una nuova e autonoma elaborazione politica e culturale in grado di rinnovare il nostro campo e offrire degna rappresentanza ai tanti italiani che oggi non si riconoscono in posizioni estremiste e polarizzate”
(da agenzie)
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Agosto 22nd, 2019 Riccardo Fucile
LA VANITA’ E UMANA, MA A TUTTO DOVREBBE ESSERCI UN LIMITE (ANCHE A CONTINUARE A TRADIRE LA DESTRA LIBERALE ITALIANA)
Che l’ex Cavaliere curi in maniera maniacale l’immagine e cerchi di nascondere la vecchiaia è
umano. Ma qualche volta questa tendenza diventa imbarazzante
Lui ha detto “Un governo non può nascere in laboratorio. Mettiamo in guardia dal rischio di un esecutivo frutto di maggioranza improvvisate, tra diversi, che esiste in parlamento e non nel Paese”
E poi la solita tiritera sulla sinistra, su chi vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani e via cantando
Ma un brivido è corso per il Quirinale. Non per quello che Berlusconi ha detto (dice le stesse cose dal 1994) ma per come si è presentato.
Truccato è stato sempre truccato. Ma stavolta ha esagerato. Sembrava una via di mezzo tra Barbie al maschile è Mickey Rourke dopo il lifting
Per carità , la vanità è umana. Ma, al pari del famoso Pippo della canzone, Silvio Silvio non lo sa…
E i suoi collaboratori si guardano bene dal dirglielo.
(da Globalist)
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Agosto 18th, 2019 Riccardo Fucile
GIANNI LETTA RICUCE MENTRE RENZI LODA IL CAVALIERE
Nel grande risiko della crisi istituzionale più folle della storia della Repubblica italiana rispunta un attore che è stato protagonista della scena degli ultimi 25 anni: Gianni Letta.
Da giorni il fidatissimo consigliere del Cavaliere di Arcore, nonchè regista di ogni cosa che riguardi i palazzi della politica, ogni qualvolta si ritrova davanti a Silvio Berlusconi ripete con insistenza: “Silvio ragiona, se il Governo che nascerà sarà istituzionale per quale motivo noi non dovremmo appoggiarlo?”.
L’attivismo di Letta è felpato. Ogni sua mossa, seppur sotto traccia, va in una sola direzione: isolare Matteo Salvini e costruire un ponte con quell’ala renziana del Pd che invoca la nascita di un esecutivo istituzionale.
In questo contesto da giorni Matteo Renzi imperversa nelle reti del Biscione.
Dal Tg5, qualche giorno fa, l’ex sindaco di Firenze ha scelto di lanciare “l’esecutivo no tax” per scongiurare l’aumento dell’Iva e per rilanciare il Paese dopo “i disastri delle politiche salviniane”. E non è certo un caso se oggi dalle colonne del Giornale lo stesso Renzi elogia il senso istituzionale del Cavaliere. “Di fronte alla sguaiata schizofrenia di Salvini, Berlusconi è un rassicurante uomo delle istituzioni. In Ue Salvini è un appestato come la Le Pen, mentre Berlusconi siede in una casa politica centrale”.
Parole che saranno state gradite da chi, come l’ex premier azzurro, da sempre sostiene che Renzi sia un talento naturale della politica italiana. E allora perchè non cedere alla proposta dell’amico-consigliere Gianni che gli suggerisce di scendere in campo per un esecutivo istituzionale?
Il Cavaliere è capace di grandi capriole, non solo per l’interesse nazionale, ma soprattutto per tutelare gli interessi aziendali, da sempre il grande assillo di Arcore.
In passato, ad esempio, lo ha fatto quando nacque il governo di Enrico Letta, e poi come non ricordare il celebre Patto del Nazareno che spianò la strada all’Opa di Renzi su Palazzo Chigi. Per finire con la formazione dell’esecutivo gialloverde, quando fu il Cavaliere a dare il lasciapassare a Salvini.
Sia come sia nei giorni scorsi 30 parlamentari azzurri hanno bussato alla porta di Renzi offrendosi come gamba “responsabile”.
Insomma, rischia di spaccarsi Forza Italia che ora si trova davanti a due scenari: una lunga fase di opposizione oppure il ritorno al centro della scena dalla tolda di comando del Governo.
Non a caso, raccontano di un Berlusconi tentato, mentre nel suo salotto rimbombano i consigli di Gianni Letta: “Silvio ragiona, se il Governo che nascerà sarà istituzionale per quale motivo noi non potremmo appoggiarlo?”.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 22nd, 2019 Riccardo Fucile
REGOLA NUMERO UNO: PRESENTARE UN CANDIDATO A CUI NON SI POSSA DIRE NO… REGOLA NUMERO DUE: PENSARE PRIMA AL PAESE E AL SUO PESO IN EUROPA … ALLA FINE, AL CONFRONTO DI QUESTA ARMATA BRANCALEONE AL GOVERNO, SIILVIO PARE UNO STATISTA
“Il governo punta ad un portafoglio economico importante – annuisce il presidente – e per
questo ha in mente un candidato molto qualificato”.
Dopo due ore di d’incontro col numero uno della Commissione incaricato, il premier ha detto di ambire a “un peso maggiore” per l’Italia in Europa. La designazione del candidato qualificato “potrà tranquillizzare i partner europei sulla fedeltà dell’Italia alla vocazione unitaria”.
I virgolettati che avete appena letto vengono da “la Stampa” e, prima di arrivare sino a questa pagina, hanno viaggiato nel tempo per 25 anni. Essi provano che non è cambiato molto in un quarto di secolo, se non in peggio.
Perchè già nel 1994, quando si arrivò a dover cambiare i vertici europei, l’Italia era guardata con sospetto, nessuno sapeva davvero cosa pensare del debuttante Silvio Berlusconi che negoziava a Bruxelles
Non si fidavano. Erano per preoccupati per la fragilissima liretta e per tenuta della nostra economia, debole e indebitata senza che nessuno potesse ancora dare la colpa all’euro (che non c’era).
“Non toccherò le pensioni”, prometteva il Cavaliere sulle colonne del nostro giornale. Anche se sotto, nella stessa pagina, il ministro del Tesoro Lamberto Dini avvertiva che “con questo sistema, non arriviamo al Duemila”.
Riassumiamo. Sfiducia verso l’Italia, e voglia di contare di più di un governo capace di esprimersi con almeno due voci. Già visto?
Se tanto ci dà tanto, siamo rovinati? Per nulla.
Allora Silvio Berlusconi, non senza incertezze, giocò bene la partita e vinse con la mossa del cavallo. Certo lo aiutarono le regole del gioco, differenti, ma ciò non toglie che fu un ottimo match.
In quel tempo, ogni paese della Comunità aveva diritto a due commissari, in genere provenienti da schieramenti politici differenti.
Il Cavaliere capì in fretta che una nomina “politica” non sarebbe andata lontana.
Per questo scelse Mario Monti, già professorone sebbene appena cinquantunenne, stimato al punto da essere stato invitato da Carlo Azeglio Ciampi ad essere il suo ministro del Bilancio, poltrona rifiutata perchè riteneva che le sue competenze non fossero all’altezza del compito.
Era un tecnico dal grande curriculum, uno di quelli a cui non si poteva dire di no. Ebbe il mercato Interno, portafoglio cruciale nei giorni della libera circolazione appena nata. Un successo, senza dubbio.
Per scegliere la seconda poltrona l’esecutivo forzista penò parecchio di più. Si parlò del ministro per le politiche comunitarie (si chiamavano così) Domenico Comino e dell’ex presidente della Consulta (nonchè ex eurodeputato) Antonio La Pergola. Alleanza Nazionale fece il nome di Romano Prodi che evitò la polpetta avvelenata.
In extremis, ma davvero all’ultimo momento, saltò fuori Emma Bonino, nome politico ma largamente considerato a livello internazionale.
Il ritardo la costrinse a un portafoglio tricefalo messo insieme alla bisogna, Consumatori, Aiuti Umanitari e Pesca, responsabilità solo in apparenza di secondo piano. Fece bene. Come Monti al mercato interno.
Potrebbe funzionare anche oggi. Il governo Conte potrebbe mettere sul tavolo un nome indiscutibile, un poco tecnico anche, uno di quelli su cui nessuno potrebbe avere da ridire. Sarebbe una scelta per l’Italia e non per la politica, davvero una mossa del cambiamento, anche se Berlusconi lo aveva già fatto. Ri-cambiamento, va bene lo stesso.
Garantire all’Italia di contare quanto può, e deve, è più importante di ogni cosa. Se servisse la mossa del cavallo, ancora, sarebbe il caso di compierla.
Chi? Niente nomi, non qui. Ma basta guardarsi intorno. I candidati non mancano. La voglia di fare il bene del paese, invece, non è detto sia predominante.
(da “La Stampa”)
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Maggio 14th, 2019 Riccardo Fucile
“SE GLI AVESSI TOLTO IO TRE PUNTATE SAREBBE STATO UN INFERNO”… “NON AVREI ALCUNA DIFFICOLTA’ AD AVERLO A MEDIASET”
“Se avessi tolto io tre puntate a Fazio sarebbe stato un inferno. C’è un contratto e i contratti vanno rispettati”. È uno dei passaggi con cui Silvio Berlusconi difende Fabio Fazio.
La polemica è iniziata quando il conduttore di Che Tempo Che Fa ha annunciato che le ultime tre puntate del lunedì della sua trasmissione non sarebbero andate in onda per permettere a Porta a Porta di recuperare tempi sulla par condicio.
“Non credo che si voglia arrivare a questo”, ovvero a cacciarlo dalla Rai, ma, “certo, la censura è stato un episodio grave…”, ha sostenuto Berlusconi.
Sentito da La7, l’ex premier continua: “Non avrei alcuna difficoltà ad avere Fazio” a Mediaset, “anche se devo valutare che da quando è stato spostato nella prima rete non ha avuto ascolti esaltanti”.
(da agenzie)
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