Aprile 16th, 2021 Riccardo Fucile
ALBERT BOURLA: “PRONTI A FORNIRE ALL’UE CENTINAIA DI MILIONI DI DOSI IN PIU'”
È possibile che l’Europa possa tornare alla normalità nell’autunno grazie agli effetti della campagna vaccinale. A dirlo è il presidente e Ceo di Pfizer Albert Bourla, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
“Noi stiamo programmando di aumentare drasticamente le forniture di vaccini all’Europa nelle prossime settimane. In questo trimestre consegneremo oltre quattro volte in più che nel primo trimestre: 250 milioni di dosi dopo averne date 62 milioni fino a marzo. E siamo in discussione per fare di più. Certo, c’è sempre la possibilità che qualcosa vada storto, come si vede dai problemi che hanno altre aziende”.
Ma Bourla si dice “ottimista perché finora abbiamo prodotto tantissimo ed è andata bene quasi al 100%”. Viene spiegato che Pfizer può aiutare in caso di ritardi degli altri vaccini; è in grado di produrre “più di tre miliardi di dosi il prossimo anno”.
Sul possibile ritorno alla normalità in autunno, il presidente e Ceo di Pfizer risponde:
“Credo di sì. Lo vediamo da Israele. Certo Israele è piccolo, con movimenti in entrata e uscita limitati. Ma lì siamo riusciti a dimostrare al mondo che c’è speranza. Quello era il senso dello studio sui dati israeliani. Sapevamo che l’euforia sarebbe venuta meno quando la gente, mese dopo mese, vede che la vita non cambia molto”.
Dunque l’esempio israeliano fornisce speranze anche per il Vecchio Continente, ribadisce Bourla. “Quando vaccini gran parte della popolazione, diventa possibile tornare quasi alla vita di prima”.
(da agenzie)
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Aprile 16th, 2021 Riccardo Fucile
FATALE UN CONTROLLO MEDICO A TRICASE
Aveva contratto il Covid nelle scorse settimane all’ospedale di Tricase, dove era stato ricoverato per un controllo dopo alcuni scompensi cardiaci. Trasferito al Dea di Lecce, è deceduto nella notte tra il 14 e il 15 aprile. Un malore lo ha colto nel sonno e Giampiero, originario di Giuliano (frazione di Castrignano del Capo), è morto a 37 anni compiuti solo pochi mesi fa.
Appena poche ore prima aveva rassicurato i genitori sulle sue condizioni di salute: “Mi sento bene, solo un po’ affaticato” aveva detto per telefono. Ed era fiducioso di poter tornare a casa nel fine settimana, non appena si fosse negativizzato. Ora un’intera comunità piange la morte di Giampiero. Un ragazzo per bene e amato da tutti che ha dovuto convivere con una malformazione cardiaca congenita.
Ma lui non aveva mai perso la fiducia di poter curare una volta per tutte le bizze del suo cuore e, a giorni, sarebbe dovuto salire a Bologna per una visita programmata da tempo con un luminare. Giampiero, d’altronde, era sempre stato un lottatore. Dotato di un’intelligenza raffinata, è stato a detta di tutti quelli che lo conoscevano un lavoratore esemplare e professionale.
Diplomato in Informatica, aveva sviluppato una grande esperienza nel settore dei computer che, con il tempo, gli aveva consentito di ricoprire il ruolo di responsabile dell’area tecnica di uno studio associato di medici in cui lavorava ormai in pianta stabile da circa quattro anni.
“Per noi si è trattato di un fulmine a ciel sereno. Perdiamo un prezioso e valido collaboratore ma soprattutto un ragazzo dal cuore grande – commenta il medico Luigi Rizzo che gli ha voluto tributare un toccante tributo sui social: “Con dedizione e pazienza – si legge nel post – hai supportato l’attività del poliambulatorio e oggi lasci in tutti noi medici e infermieri un vuoto incolmabile. A te rivolgiamo il nostro grazie. Il ricordo del tuo impegno e delle tue doti umane e professionali saranno per noi uno stimolo continuo a migliorarci”.
Purtroppo appena qualche settimana fa Giampiero era stato ricoverato all’ospedale di Tricase per tenere sotto controllo i suoi scompensi cardiaci. Poco prima delle dimissioni, sottoposto al tampone, era emersa la positività al Covid. Ed era stato così trasferito al Dea. Non aveva mai avuto bisogno dell’ossigenoterapia o della maschera Cpap in questi giorni. Rispondeva anche bene alle cure e, nei giorni scorsi, si era anche negativizzato salvo riacquisire una leggera carica virale nelle scorse ore.
E di fatto era in attesa di un nuovo tampone che gli avrebbe consentito di rientrare a casa. “Purtroppo il Covid – spiega il dottor Rizzo – può aver aggravato le sue condizioni di salute perché si sa come questo virus sia estremamente violento soprattutto nei soggetti fragili”. La salma di Giampiero è rientrata a Giuliano dove il ragazzo viveva con i genitori e la sorella. Nella giornata di venerdì 16 aprile si svolgeranno i funerali e proprio per le restrizioni dettate dalla pandemia un’intera comunità non potrà riservare il giusto saluto che Giampiero avrebbe meritato.
(da agenzie)
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Aprile 15th, 2021 Riccardo Fucile
IL MINISTRO DELLA SALUTE: “SUBITO NUOVE MISURE RESTRITTIVE”… IN PAESI SERI SI TUTELA LA SALUTE DEI CITTADINI
“La situazione nelle terapie intensive è drammatica”. Il grido di allarme lanciato dal
presidente del Robert Koch Institute, Lothar Wieler, durante la sua conferenza stampa a Berlino rende probabili ulteriori misure restrittive in Germania.
Per Wieler, bisogna ricorrere anche al “trasferimento dei pazienti, fra le regioni” per usare al meglio le risorse e le attrezzature a disposizione. A lui gli ha fatto eco il ministro della Salute, Jens Spahn, affermando come “non si può aspettare fino alla prossima settimana quando si approverà la legge su freno di emergenza”, avvertendo come “servono nuove misure restrittive”.
Il Koch Institute ha registrato, da ieri, 29.426 nuovi casi da coronavirus e 294 i morti nel paese. “I numeri sono troppo alti, e salgono ancora. In terapia intensiva aumentano quotidianamente”, ha continuato Spahn, affermando come le condizioni di lavoro diventino, giorno dopo giorno, “più critiche. I medici di terapia intensiva si aspettano che dovremo prenderci cura di 6mila pazienti in quei reparti alla fine del mese” – mentre attualmente sono 5mila.
La priorità è evitare di sovraccaricare il sistema sanitario tedesco ma i progressi attuali non stanno contrastando la crescita esponenziale delle infezioni: “dobbiamo rompere questa ondata con ulteriori restrizioni”, ha sottolineato Spahn. Il ministro ha anche affermato che gli incontri fra privati, in particolare, porterebbero a nuove infezioni, quindi le restrizioni all’uscita delle persone sono un modo efficace per limitare i contatti. “Non è una soluzione permanente”, ha detto, “ma gli studi dimostrano che è particolarmente efficace per dare un taglio netto” ai contagi, ha dichiarato il ministro.
(da agenzie)
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Aprile 15th, 2021 Riccardo Fucile
DIPENDERA’ DAI RISULTATI DEGLI STUDI CONDOTTI NELE PROSSIME SETTIMANE
Mentre l’Ue è alla ricerca di un «partner affidabile» per la produzione industriale
europea, l’Ema continua a investigare sul meccanismo del vettore virale
In attesa del parere dell’Ema e dopo lo stop precauzionale dell’Fda del vaccino Johnson & Johnson per rari casi di eventi avversi di tipo trombolitico, la Commissione europea ha deciso di virare sui preparati Pfizer-BioNTech.
Per non rallentare la campagna di vaccinazione anti-Covid europea, infatti, l’Ue è riuscita a formalizzare un contratto che prevede «la consegna di 1,8 miliardi di dosi Pfizer nel periodo dal 2021 al 2023, e comporterà che non solo la produzione dei vaccini, ma anche di tutti i componenti essenziali, avrà sede nell’Ue», come spiegato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
50 milioni di dosi del farmaco verranno consegnate entro la fine di giugno, per poi venire ripartite tra i vari Stati membri. Di queste, 7 milioni arriveranno in Italia, andando a colmare i rallentamenti creati sia dal caos AstraZeneca, sia dal blocco temporaneo di J&J.
Quest’ultimo, qualora dovesse ricevere il nulla osta dall’Ema, verrebbe comunque indicato per la copertura vaccinale della popolazione over 60, come preannunciato dal sottosegretario Pier Paolo Sileri in mattinata.
L’Unione Europea, intanto, continua la ricerca di un «partner affidabile» per la messa in produzione industriale dei vaccini nei singoli Stati, anche per far fronte alla potenziale necessità di dosi per i richiami e per fronteggiare le possibili varianti del virus. In tal senso, Pfizer-BioNTech sembra essere il prediletto, anche se «tutte le opzioni restano aperte», come precisato ieri da Bruxelles.
Il rischio del blocco europeo dei vaccini anti-Covid a vettore virale
In parallelo, qualora gli scienziati dovessero individuare nel meccanismo del vettore virale (che regola il funzionamento sia di AstraZeneca, sia di J&J) il potenziale fattore scatenante dei rarissimi eventi di tipo trombolitico, il pericolo potrebbe essere quello che i due vaccini vengano banditi in toto dalla campagna vaccinale europea, così come peraltro già accaduto in Danimarca con il preparato AstraZeneca.
Di conseguenza, i preparati basati sul meccanismo dell’RNA messaggero, come Pfizer e Moderna, avrebbero la meglio. Tuttavia si attendono ancora i risultati «degli studi che verranno condotti nelle prossime settimane per avere definizione più precisa dell’incidenza dei casi tra vaccinati e non», fanno sapere dall’Ema.
(da Open)
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Aprile 15th, 2021 Riccardo Fucile
MA LA GENTE NON E’ FESSA E FIOCCANO LE DISDETTE: PFIZER E’ 33 VOLTE PIU’ SICURO DI ASTRAZENICA
La vicenda del vaccino AstraZeneca – a cui non giova aver furbescamente cambiato il nome in Vaxzevria – sta assumendo i toni di una farsa.
Prima era consigliato solo per chi era in perfetta salute; poi invece si scoprirono le prime magagne e l’età che era solo under 55 all’inizio divenne improvvisamente over 55.
Infine, i recenti esiti fatali, hanno riproposto il limite over 60, come del resto si sta andando anche per l’altro vaccino, il Johnson & Johnson.
Ieri la Danimarca lo ha sospeso definitivamente mentre cominciano a girare i dati: Astrazeneca ha eventi avversi pari a 6.5 casi su milione, Pfizer 0.2 casi sul milione. Con un po’ di aritmetica elementare si vede che Pfizer è più sicuro 33 volte di Astrazeneca. E quindi non è vero che “tutti i vaccini sono uguali” e che “uno vale uno” in senso pentastellato.
Il fatto che AZ – e in futuro J&J – lo diano solo agli over 60 fa pensare che lo stato ottenga così due piccioni con una fava: vaccina e in più paga meno pensioni. Esageriamo certo, ma non siamo molto lontani dalla realtà pratica.
Premesso a scanso di equivoci che la principale arma che abbiamo contro il virus è la vaccinazione di massa dobbiamo anche aggiungere “in sicurezza”, altrimenti uno stato che sacrifica il singolo diventa uno stato criminale.
È chiaro che la strategia più funzionale per un politico è considerare la statistica e quindi dire che “tutto va bene madama la marchesa”, dove la “marchesa” sarebbe il popolo bue. Il politico ha l’obiettivo di vaccinare il massimo numero di persone possibili senza tenere conto degli esiti infausti. Dal punto di vista delle persone la prospettiva è rovesciata. Alla gente non frega niente della statistica e della vaccinazione di massa e ha come obiettivo non rimanerci secca.
Di ieri è la notizia che dal prossimo anno l’Ue, e quindi Draghi, cambierà strategia vaccinale puntando tutto su quelli ad rna messaggero che non hanno dato problemi, e cioè Pfizer e Moderna.
Quindi niente più vaccini pericolosi come AstraZeneca e J&J. Ma che messaggio arriva alla gente? Che lo Stato cerca di rifilare agli ultra 60enni i vaccini che hanno problemi e che dal prossimo anno non li compra più. Ma la gente non è fessa e le disdette fioccano più che la neve al polo nord.
Se AstraZeneca e Johnson hanno problemi devono essere bloccati da subito e non rifilati ai più deboli. Uno Stato degno della maiuscola dovrebbe avere gli attributi per ammettere l’errore e dispensare solo i vaccini più sicuri.
(da “La Notizia)
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Aprile 14th, 2021 Riccardo Fucile
L’EX SEGRETARIO DEL PD , A DI MARTEDI’, FA PARLARE I FATTI E I DATI, LA SORELLA D’ITALIA RIMEDIA UNA BRUTTA FIGURA
In un frizzante studio di Di Martedì, è andato in scena un acceso confronto dialettico tra Elisabetta Gardini e Pierluigi Bersani (ma anche con gli altri ospiti).
L’ex deputata, ora iscritta a Fratelli d’Italia, parla delle chiusure nel nostro Paese e tra i tanti esempi per portare acqua al proprio mulini ideologico su questo tema – sempre più strumentalizzato a livello politico – si immerge in una serie di esempi sbagliati.
E ci vuole grande pazienza per smentire i suoi proclami populisti, come quella dimostrata da Pierluigi Bersani.
Secondo Elisabetta Gardini, infatti, il governo ha “negato il diritto di manifestare, è uno schiaffo insopportabile agli italiani”. In realtà le manifestazioni ci sono state e sono state autorizzate.
Basti pensare a quella del Movimento IoApro della scorsa settimana davanti a piazza Montecitorio, o a quella andata in scena ieri al Circo Massimo.
Insomma, il diritto di manifestare non è stato tolto a nessuno. Ovviamente, come da prassi, si chiedeva di rispettare le basilari regole dettate dall’emergenza sanitaria (mascherine e distanziamento sociale), come non accaduto lunedì con il bis della manifestazione dei ristoratori di IoApro, abbandonati da Salvini.
E già basterebbe questo per smentire Elisabetta Gardini.
Ma le sue parole si rivolgono direttamente a Pierluigi Bersani, “reo” – secondo lei – di far parte dello stesso partito del Ministro Roberto Speranza. E, oltre al facile umorismo sul nome del capo del dicastero della Salute, il fondatore di Articolo 1-MDP deve replicare: “Ma perché lo dice a me? Lo dica al virus”.
Perché, nel facile populismo dell’ex deputata di Forza Italia, si dimentica che la pandemia non è stata superata e i numeri di contagi e decessi quotidiani sono ancora altissimi.
Finita qui? No, perché Gardini attacca anche per le chiusure, portando l’esempio di altri Paesi che ora hanno riaperto dopo una programmazione.
Peccato che, come ricordano Bersani e Capranica, il Regno Unito ha sì riaperto parzialmente (non tutto, perché sarà graduale), ma dopo tre lunghissimi mesi di continuo e rigido lockdown.
Cosa che in Italia non è avvenuta se non nei primi due mesi di pandemia dello scorso anno. E la programmazione per la riapertura è arrivata dopo aver immunizzato (con prima dose) circa 30 milioni di cittadini britannici.
In un altro passaggio – sempre a Di Martedì -, Elisabetta Gardini parla anche della situazione nei teatri italiani, portando in auge la questione del Maurizio Costanzo Show che va in onda con il pubblico. E si rivolge al suo ex collega (perché lei, prima di entrare in politica era un’attrice teatrale) Massimo Ghini che, però, la blocca con una considerazione che dovrebbe far riflettere l’ex deputata ed ex europarlamentare: “È una questione politica. La televisione ha una forza, il teatro no. Le comparse del Costanzo Show sono pagate da Berlusconi”. Sipario
(da NextQuotidiano”)
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Aprile 14th, 2021 Riccardo Fucile
BRASILE E INDIA BOOM DI CONTAGI… VON DER LEYEN ANNUNCIA 50 MILIONI DI DOSI IN PIU’ DI PFIZER
Più di 567mila nuovi contagi da Covid sono stati registrati in tutto il mondo nella
giornata di ieri dall’Organizzazione mondiale della sanità nel suo bollettino quotidiano sull’emergenza pandemica.
I dati sono stati raccolti nelle 24 ore tra le 16 di lunedì e la stessa ora di ieri, momento in cui all’Oms risultavano 136.291.128 contagi totali e 2.941.128 decessi dalla comparsa della malattia con un incremento giornaliero di 567.849 infezioni nonché di 9.521 casi letali.
Le statistiche dell’Oms si basano su dati confermati ufficialmente dalle autorità sanitarie dei diversi paesi. In quest’ultima rilevazione, il Sudest asiatico dopo diverso tempo è tornato in testa alla triste classifica dei contagi quotidiani, soprattutto sulla spinta della recrudescenza della malattia in India, totalizzando oltre il 30% dei nuovi casi (175.614). Seguono l’Europa (159.163) e il Nord e Sud America (153.573)
La Danimarca sospende definitivamente AstraZeneca
La Danimarca smette a partire da oggi di somministrare il vaccino anti Covid AstraZeneca a causa dei possibili legami con i casi di trombosi. La decisione ritarderà il programma vaccinale nel paese di alcuni settimane, hanno fatto sapere fonti di stampa. L’Ema, l’agenzia europea del farmaco la scorsa settimana aveva ammesso possibili legami tra il vaccino AstraZeneca e casi rari di trombosi rilevati in persone cui era stato somministrato il preparato ma aveva continuato a indicare come superiori ai rischi i benefici del vaccino. La Danimarca era stato il primo paese a sospendere la somministrazione di AstraZeneca. Ora ha messo in pausa sempre per rischi di trombosi anche il vaccino Johnson&Johnson.
La Germania: no seconda dose AstraZeneca agli under-60 che hanno fatto la prima
La Germania raccomanda di somministrare agli under 60 che hanno già fatto la prima dose di AstraZeneca un altro vaccino per il richiamo. L’indicazione è stata data dopo un accordo fra gli assessori regionali alla Salute e il ministero, ed è in linea con quanto consigliato dalla commissione speciale per i vaccini Stiko. Dopo lo stop legato agli approfondimenti sui casi rari di trombosi il Paese aveva ripreso le vaccinazioni con il siero anglo-svedese solo per gli over 60. Finora sono stati 2,2 milioni gli under 60 che hanno ricevuto la prima dose AstraZeneca.
Von der Leyen: “Accordo con Pfizer per 50 milioni di dosi in più”
La Commissione ha raggiunto un accordo con Pfizer per accelerare l’approvvigionamento di vaccini, con 50 milioni di dosi aggiuntive consegnate nel
secondo trimestre, a partire da aprile. Saranno distribuite sulla base della popolazione. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che ha anche aggiunto: “Ad un certo punto, potremmo aver bisogno di vaccini di richiamo per rafforzare e prolungare l’immunità e, se ci sarà una variante che sfugge al vaccino,
avremo bisogno di sviluppare vaccini che siano adattati alla nuova variante e ne avremo bisogno presto e in quantità sufficiente”.
Cento giorni a Tokyo mentre la curva epidemica risale
Conto alla rovescia per l’apertura delle Olimpiadi estive di Tokyo, in un clima di forte incertezza causato dal nuovo peggioramento del quadro pandemico nel Paese. Le Olimpiadi inizieranno il prossimo 23 luglio, dopo il rinvio di un anno. Ai Giochi prenderanno parte oltre 10mila atleti da tutto il mondo, ma per prevenire la diffusione del virus, l’evento è stato completamente ripensato sul piano logistico, a cominciare dalla chiusura agli spettatori internazionali. Ieri la staffetta ha attraversato la prefettura di Osaka, ma l’itinerario è stato modificato a causa del forte aumento dei contagi nella città, dove ieri sono stati registrati mille nuovi casi. Dopo Osaka, anche la città di Matsuyama, nel Giappone occidentale, ha cancellato la cerimonia della staffetta per il timore di contagi. L’opinione pubblica giapponese resta scettica in merito all’opportunità di tenere i Giochi nell’attuale contesto nazionale e globale
Francia, sospesi i voli per il Brasile
La Francia sospenderà “fino a nuovo avviso” tutti i suoi voli con il Brasile a causa delle preoccupazioni generate dalla variante brasiliana del covid-19. Lo ha annunciato il primo ministro Jean Castex. “Prendiamo atto che la situazione sta peggiorando e abbiamo quindi deciso di sospendere tutti i voli tra Brasile e Francia fino a nuovo avviso”, ha detto. Fino ad ora, i viaggiatori dal Brasile – così come da altri paesi – dovevano presentare un test negativo per entrare in Francia e dovevano impegnarsi a isolarsi per sette giorni. Questa misura è stata presa in considerazione della situazione sanitaria in Brasile, che da febbraio non ha cessato di peggiorare, a causa della comparsa di una nuova variante del virus, nota come P1, considerata più contagiosa e pericolosa. Il ministero degli Esteri brasiliano ha affermato all’Afp che tali restrizioni adottate da alcuni Paesi a causa delle nuove varianti del coronavirus “hanno colpito non solo il Brasile, ma anche Paesi come Regno Unito, Sudafrica e Giappone”.
In Brasile oltre 3.800 vittime in 24 ore
Il Brasile ha registrato 3.808 decessi per covid-19 nelle ultime 24 ore (358.425 dall’inizio della pandemia, poco più di un anno fa).Nel suo bilancio giornaliero, il Ministero della Salute ha segnalato 82.186 nuovi contagi da coronavirus, con i quali il bilancio totale dei contagiati è salito a 13.599.994, in un momento in cui il Paese sta affrontando la fase peggiore della pandemia. Il Brasile è il secondo Paese con il maggior numero di morti e casi confermati di malattia, solo dietro gli Stati Uniti, anche se attualmente è il luogo del pianeta dove la maggior parte delle persone muore di covid-19, con una media che supera i 3.000 morti al giorno.
Record di contagi in Argentina
Il nuovo record di 27.001 infezioni da covid-19 nelle ultime 24 ore ha lanciato l’allarme in Argentina, il cui governo ha iniziato martedì ad analizzare nuove misure di emergenza e restrizioni. I casi dall’inizio della pandemia hanno raggiunto i 2.579.000, con 217 morti in un solo giorno e un totale di 58.174 morti. “Stiamo affrontando un grande aumento della velocità di trasmissione del virus con la comparsa di nuove varianti”, ha detto ai giornalisti Analìa Rearte, vicepresidente della Società argentina di vaccinazione ed epidemiologia dopo un incontro di esperti con alti funzionari del presidente governo Alberto Fernàndez, convocato d’urgenza. Il governo ha inasprito le misure per cercare di ridurre l’aumento dei casi nelle ultime settimane. Da venerdì scorso e per tre settimane, la circolazione non essenziale è stata vietata dalle 00:00 alle 06:00 e bar e ristoranti chiudono alle 23:00, ma le scuole rimangono aperte.
Nuovo record di casi anche in India
L’India ha aggiornato il proprio record giornaliero di casi di coronavirus con 184.372 contagi nelle ultime 24 ore. Sono i nuovi dati riferiti dal ministero della Salute, che portano il totale a 13,87 milioni di contagi. I nuovi decessi sono 1.027, che portano il totale a 172.085. Con questi numeri l’India ha scalzato il Brasile dal posto di secondo Paese più colpito dalla pandemia dopo gli Usa. L’impennata delle ultime settimane ha spinto il governo ad accelerare l’approvazione dei vaccini che hanno già ricevuto l’autorizzazione di emergenza all’estero. Ieri New Delhi ha dato il via libera al siero russo Sputnik V, del quale verrà avviata una produzione locale.
Fda: l’efficacia di Pfizer e Moderna dura almeno nove mesi
I vaccini Pfizer e Moderna riuscirebbero a proteggere contro il Covid-19 per almeno nove mesi: è quanto ha detto il direttore delle ricerche delle analisi biologiche della Food and drug administration (Fda), Peter Marks. Durante un meeting della American medical association, Marks ha precisato che anche se i dati più recenti hanno provato che la protezione di questi vaccini basati sulla nuova tecnologia mRNA dura almeno sei mesi “noi crediamo che la durata sia di nove e continueremo a studiare questa ipotesi. Ogni mese che passa accumuliamo più dati e certezze”. Marks ha fatto sapere che l’Fda sta in particolare monitorando se l’immunità si abbassi nel tempo, in particolare in categorie più a rischio come anziani o le persone immunocompromesse.
(da “La Repubblica”)
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Aprile 14th, 2021 Riccardo Fucile
SONDAGGIO PAGNONCELLI: FIDUCIA IN CONTE E LETTA, IN CALO SALVINI E MELONI… NEGATIVO IL GIUDIZIO SULLA GESTIONE DELLA PANDEMIA
Alessandra Ghisleri su La Stampa analizza un sondaggio sul governo Draghi. Come si differenzia per gli italiani intervistati da quello Conte? Come sta affrontando la sfida della pandemia?
La discontinuità con il governo Conte richiesta al nuovo Esecutivo dalla maggioranza dei cittadini nei primi mesi dell’anno, gli elettori faticano ancora oggi a leggerla in maniera chiara: il 51,6% del campione dichiara infatti di non rilevare differenze nell’attuale gestione rispetto alla precedente e, mentre il 21,1% riscontra una migliore amministrazione – con l’82,5% dell’elettorato di Italia Viva –, il 19,8% nel confronto ne individua un peggioramento (con il 61,9% dell’elettorato del M5S).
I sondaggi di Pagnoncelli poi si sono concentrati sul tema vaccini: nonostante il cambio del commissario e del governo più della metà di chi è stato interpellato per la rilevazione non si sente soddisfatto di come sta andando avanti il piano vaccinale:
Proprio l’arrivo di Figliuolo è il tema di un altro quesito. Se da una parte il generale ha il consenso del 47% del campione c’è una larga fetta di intervistati che non vede benefici da quando è entrato in campo:
Infine, nonostante la notizia sul vaccino Johnson & Johnson c’è uno spiraglio di speranza riguardo la fiducia degli italiani su Astrazeneca: solo il 25% non lo farebbe. Una percentuale sempre minore.
(da agenzie)
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Aprile 14th, 2021 Riccardo Fucile
ADATTABILI CONTRO LE VARIANTI, FACILI DA PRODURRE, SOFISTICATI
Versatilità e adattabilità contro le varianti, facilità di produzione, meccanismo sofisticato. Nella sfida tecnologica che ha spinto il mondo scientifico e le case farmaceutiche a uno sprint inedito per contrastare la pandemia di Covid-19, la grande innovazione sembrerebbe rappresentata dai vaccini a RNA messaggero, o mRNA.
A differenza del già noto vettore virale adenovirus (su cui si basano Oxford/AstraZeneca, Johnson&Johnson, il russo Sputnik), la tecnologia a mRNA (di Moderna e Pfizer/BioNTech) segna un approccio inedito per quanto riguarda lo sviluppo dei vaccini.
Di solito nel paziente da immunizzare viene iniettato il virus (o il batterio) “indebolito”, oppure una parte di esso: il sistema immunitario riconosce “l’intruso” e produce gli anticorpi che utilizzerà quando incontrerà il vero virus.
Nel caso dei vaccini a mRNA, invece, si inoculano le “istruzioni” per produrre una particolare proteina, detta “Spike”, che è quella che il virus utilizza per attaccarsi alle cellule. La cellula genera quindi da sola la proteina estranea, che una volta riconosciuta fa attivare gli anticorpi che combattono il virus.
Al di là dell’alta efficacia, i vaccini a mRNA sono caratterizzati da una grande “versatilità”. Visto che l’mRNA contiene le informazioni per la creazione della proteina Spike, soltanto cambiando la sua sequenza sarà possibile ottenere nuovi vaccini efficaci contro le varianti del virus.
A sottolinearlo all’HuffPost è Francesco Broccolo, virologo dell’Università Milano-Bicocca: “Questa tecnologia consente in poche settimane di ridisegnare il vaccino sulla base delle mutazioni rilevate. Un aspetto vincente che ci consentirà di affrontare le sfide del futuro”.
“Tra le varie tipologie, i vaccini a RNA messaggero sono i più rapidi da ‘disegnare’ e rimodulare”, afferma Broccolo. Lo scienziato sottolinea inoltre che anche “la produzione può essere maggiore e più rapida, poiché non ha bisogno di ‘contenitori’ in cui si coltivano le cellule infettate dal virus, ma si basa su sintesi chimica. E quando si parla di pandemia, la parola d’ordine è ‘velocità’”
“Bisogna tenere conto del fatto che Pfizer e Moderna sono stati i primi vaccini a mRna prodotti al mondo: le loro piattaforme andavano ‘organizzate’. Nonostante ciò, sono stati ‘disegnati’ in maniera molto rapida: questo gioca a favore della scienza, semmai ci trovassimo a fronteggiare nuovi virus. Un aspetto da migliorare sarà però la modalità di conservazione, che per i vaccini a mRNA deve avvenire a temperature molto basse (fino a 80 gradi sotto lo zero, ndr) una criticità parzialmente risolta da Moderna (il cui vaccino resta stabile tra i 2 e gli 8 gradi Celsius per 30 giorni, ndr)”, afferma il virologo.
Insomma, una promessa per il futuro. D’altronde, l’Europa ha fatto sapere che punterà proprio sui vaccini a mRNA per il biennio 2022-2023: Bruxelles è pronta all’acquisto di ben 900 milioni di dosi efficaci anche contro le varianti di Sars-CoV-2, con un’opzione contrattuale di altri 900 milioni di fiale per l’approvvigionamento dei paesi membri. Secondo fonti europee citate da HuffPost, la Commissione Europea potrebbe firmare un nuovo contratto nei prossimi giorni con Pfizer/BioNTech, che al momento ha maggiori capacità produttive. Rimangono tra le opzioni anche Moderna e CureVac (il vaccino tedesco a Rna messaggero che potrebbe ottenere il via libera dall’Ema tra fine maggio e inizio giugno, ndr).
Intanto i pur sicuri ed efficaci vaccini ad adenovirus, a dispetto della loro facilità di conservazione e maneggevolezza, stanno pagando lo scotto dei rari eventi trombotici post-somministrazione finiti sotto la lente d’ingrandimento degli enti regolatori internazionali.
Nelle scorse settimane anomalie di coagulazione hanno portato i paesi di tutto il mondo a mettere in pausa o rivedere i loro piani per l’uso del prodotto Oxford/AstraZeneca.
E oggi sembra un déjà vu la decisione da parte degli Stati Uniti di sospendere in via precauzionale la somministrazione del vaccino monodose Johnson&Johnson, dopo aver registrato sei casi (su quasi 7 milioni di vaccinati) in cui i pazienti hanno manifestato eventi trombotici entro due settimane dall’inoculazione. Come riporta il New York Times, si tratta in tutti i casi di donne tra i 18 e i 48 anni. Una di loro è morta e una seconda è ricoverata in gravi condizioni.
La decisione della Food and Drug Administration americana giunge proprio nelle ore in cui Johnson&Johnson arriva in Italia (una prima tranche da 184 mila dosi è sbarcata oggi, 13 aprile, a Pratica di Mare)
(da Huffingtonpost)
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