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LA TRAGEDIA DEL TRENO ALTA VELOCITA’ DERAGLIATO A LODI, MORTI I DUE MACCHINISTI, 31 FERITI

Febbraio 6th, 2020 Riccardo Fucile

IERI ERA STATO SOSTITUITO UN DEVIATOIO, IL FRECCIAROSSA VIAGGIAVA A 280 KM/H

Grave incidente sulla linea alta velocità  in provincia di Lodi, con due macchinisti morti e 31 persone ferite: il deragliamento del treno ad alta velocità  partito da Milano e diretto a Salerno è avvenuto nel comune di Ospedaletto Lodigiano, nei pressi del casello A1, in zona cascina Griona.
Sembra che la motrice del Frecciarossa, in corrispondenza di uno scambio elettronico, si sia staccata dal resto del treno, andando verso la zona dei depositi e, dopo aver urtato un carrello merci sui binari e – dopo aver percorso trecento o quattrocento metri fuori dalle rotaie, si sarebbe schiantata su un casotto delle Ferrovie dello Stato.
Il resto del treno ha invece continuato la sua corsa sull’altro binario, la prima carrozza si è ribaltata e le altre carrozze sono più più o meno intatte: la prima vettura del treno “si è staccata dal resto del convoglio per i sistemi di sicurezza e ha proseguito la corsa”, questa “è stata una fortuna nel dramma perchè altrimenti c’era il rischio che anche il resto del treno avesse lo stesso impatto tremendo”, ha spiegato il governatore Fontana.
L’intera area viene sottoposta a sequestro dalla Polfer al termine delle operazioni di soccorso, la procura di Lodi ha aperto un’inchiesta.
Il prefetto di Lodi Marcello Cardona: “Poteva essere una carneficina”. Sulle prime tre carrozze, infatti, viaggiavano soltanto 4 persone (una nella prima, due nella seconda, una nella terza) e questo avrebbe contribuito a evitare che ci fossero più morti.
Al momento le vittime accertate sono i due macchinisti di 51 e 59, Giuseppe Cicciù (nato a Reggio Calabria) e Mario Dicuonzo (nato a Capua). Ventisette persone in tutto, tra passeggeri e personale, sono rimaste ferite anche se non in modo grave: 25 sono in codice verde e 2 in giallo, portati nei diversi ospedali della zona.
Un operaio delle ferrovie, un pulitore che era probabilmente a bordo del treno, si è rotto il femore. Sul posto diverse ambulanze, auto mediche, carabinieri e polizia.
La zona è stata isolata per permettere i soccorsi. I vigili del fuoco hanno lavorato a lungo per estrarre i passeggeri dalle lamiere.
“Il bilancio definitivo del deragliamento del treno Alta Velocità  Frecciarossa avvenuto alle 5.35 all’altezza di Ospedaletto Lodigiano, in località  Cascina Griona, è di 2 persone decedute, 31 feriti”. Lo riferisce l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.
Tra i feriti “4 ricoverati in codice giallo a Lodi (2), Cremona e Pavia, e 27 in codice verde negli ospedali di Lodi (8), Melegnano (4), Crema (3), Humanitas (3), Codogno (2), Piacenza (3) e Castel San Giovanni (4)”. Per Gallera è stata “straordinaria la capacità  di intervento e di coordinamento dell’Azienda Regionale per l’Emergenza Urgenza (AREU) di Regione Lombardia che ha messo immediatamente in campo l’attività  di Consolle Maxiemergenza, 2 elicotteri dotati di dispositivi per il volo notturno, 2 automediche, 12 ambulanze e 1 veicolo da 9 posti. Ringrazio tutti gli operatori e i volontari intervenuti con grande tempestività  e professionalita’”.
E’ stata ricostruita una prima parziale dinamica del deragliamento del Treno Av 9595, il primo Frecciarossa del mattino partito da Milano alle 5.10, avvenuto stamani. Secondo le forze dell’ordine la motrice del convoglio, dopo essere sviata dai binari per cause ancora da chiarire, sarebbe uscita completamente dalla sede finendo prima contro due carrelli della manutenzione su un binario parallelo, e poi contro una palazzina delle ferrovie, dove ha terminato la sua corsa.
Il resto del convoglio avrebbe invece proseguito la corsa ancora un po’ con la seconda carrozza che ad un certo punto si sarebbe ribaltata. Potrebbe essere stato un problema a uno scambio una delle cause che hanno portato, stamani alle 5.34, nel Lodigiano, al deragliamento del treno Av 9595 che ha causato la morte di due persone e il ferimento di una trentina di passeggeri. Secondo quanto risulta all’ANSA, infatti, lo ‘sviamentò del treno sarebbe avvenuto in corrispondenza di uno scambio, dove proprio la scorsa notte, o nella tarda serata di ieri, sarebbe stato sostituito un ‘deviatoio’, ovvero un pezzo dello scambio stesso.
Dalle prime informazioni sembra che la notte scorsa fossero in corso lavori di manutenzione sulla linea. “La manutenzione viene fatta costantemente, associare una manutenzione all’evento tragico mi pare assolutamente prematuro”: è quanto ha risposto il prefetto di Lodi Marcello Cardona a chi gli ha chiesto se ci sono stati lavori di manutenzione nella notte lungo la linea dove è deragliato un treno dell’alta velocità .
“C’è il magistrato sul posto e la Procura ha individuato i due tecnici per chiarire le dinamiche del gravissimo incidente. Tutto deve essere valutato, repertato e quindi non sono questioni che si dipanano dopo dieci minuti o dopo un’ora”, ha aggiunto Cardona, spiegando che “sarà  un lavoro certosino, già  in atto come ho riferito al ministro dell’Interno”. Appena possibile saranno anche acquisite le telecamere, così come le immagini delle telecamere di sicurezza della palazzina di manutenzione che il convoglio ha toccato nella sua corsa suoi dai binari.
Dalle 5.30 la circolazione è stata sospesa sulla linea AV Milano – Bologna per lo svio (questo il termine tecnico di deragliamento) del treno 9595 Milano-Salerno nei pressi della stazione di Livraga (Lodi). Sul posto i Vigili del Fuoco e i mezzi di soccorso. Tutti i treni, in entrambe le direzioni, sono stati instradati sulla linea convenzionale Milano-Piacenza con ritardi fino a 60 minuti.

(da agenzie)

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L’ITALIA CHE VINCE: TRENITALIA (FS) SI AGGIUDICA LA GARA IN SPAGNA PER L’ALTA VELOCITA’

Novembre 27th, 2019 Riccardo Fucile

IL GRUPPO ITALIANO GARANTIRA’ IL SERVIZIO MADRID-BARCELLONA, MADRID-VALENCIA-ALICANTE E MADRID-MALAGA-SIVIGLIA

Trenitalia (Gruppo Fs Italiane) si aggiudica i servizi dell’alta velocità  Madrid-Barcellona, Madrid-Valencia/Alicante e Madrid-Malaga/Siviglia.
Il consorzio Ilsa, composto da Trenitalia e Air Nostrum, è stato selezionato da Adif, il gestore dell’infrastruttura ferroviaria spagnola, e sarà  il primo operatore privato ad accedere nel mercato iberico.
L’inizio del servizio commerciale è previsto per gennaio 2022 e avrà  una durata decennale.
Il consorzio ILSA offrirà  32 collegamenti giornalieri sulla rotta Madrid-Barcellona (16 in ciascuna direzione). La rotta Madrid-Valencia avrà  otto collegamenti al giorno, sette saranno quelli sia fra Madrid e Malaga sia fra Madrid e Siviglia.
Da Madrid ad Alicante, invece, ci saranno quattro collegamenti giornalieri, incrementabili durante le settimane estive di punta.
Il treno scelto da ILSA è il Frecciarossa 1000 fabbricato con tecnologie ecosostenibili e dotato di design aerodinamico. Le cinque rotte aggiudicate saranno servite grazie a una flotta di 23 treni.
Il Frecciarossa 1000, treno di punta della flotta di Trenitalia e più veloce d’Europa, è stato progettato e costruito secondo le Specifiche Tecniche di Interoperabilità  (STI) internazionali che consentono al treno di poter circolare su più reti europee. Il Frecciarossa 1000 è il primo treno alta velocità  ad aver ottenuto la certificazione di impatto ambientale (EPD) ed è costruito con materiali riciclabili e riutilizzabili per quasi il 100%, oltre ad avere ridotti consumi idrici ed elettrici.
Trenitalia è presente con società  controllate in Gran Bretagna con Trenitalia c2c (trasporto pendolare) e Trenitalia UK, che dal 9 dicembre 2019 gestirà  i servizi InterCity da Londra a Glasgow/Edimburgo (West Coast Partnership); in Germania con Netinera (passeggeri); in Francia con Thello (collegamenti internazionali Italia—Francia) e in Grecia con TrainOSE (servizi passeggeri).
“Questo progetto segna l’ingresso del Gruppo Fs nel mercato ferroviario alta velocità  iberico”, spiega Gianfranco Battisti, ad e direttore generale di Fs Italiane. “Siamo orgogliosi di mettere a disposizione anche in Spagna il know-how sviluppato in 10 anni di alta velocità  con 350 milioni di passeggeri trasportati in Italia, unici in Europa in un mercato competitivo”, ha continuato Battisti.
“Il Gruppo Fs Italiane è un player internazionale primario, pronto ad affrontare le sfide per le gare nel mercato americano dopo l’aggiudicazione sia dei servizi ferroviari fra Londra ed Edimburgo, operativi dal 9 dicembre in Gran Bretagna, sia del progetto per l’alta velocità  in Thailandia.”

(da agenzie)

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TRE TRENI PENDOLARI SU DIECI SONO IN RITARDO, MILANO MAGLIA NERA

Febbraio 7th, 2019 Riccardo Fucile

L’INDAGINE DI ALTROCONSUMO SU 2500 TRENI LOCALI IN ARRIVO A MILANO, ROMA E NAPOLI… E LA SITUAZIONE E’ PEGGIORATA RISPETTO AL 2015

Quasi il 40% dei treni pendolari che arrivano a Milano, Roma e Napoli è in ritardo di almeno cinque minuti.
Di questi, uno su cinque arriva oltre 10 minuti dopo l’orario previsto e il 10% accumula oltre un quarto d’ora.
Il 2% sono stati direttamente cancellati.
I dati sono quelli pubblicati sul magazine Inchieste dell’organizzazione di consumatori Altroconsumo.
Rispetto all’ultima rilevazione, che risale al 2015, la situazione è peggiorata: i treni in ritardo sono infatti aumentati del 6%. Aumentano anche i ritardi più gravi: i convogli arrivati oltre 10 minuti dopo l’orario previsto nel 2015 erano “solo” il 12%, oggi il 19%.
I tempi di arrivo di oltre 2500 treni locali sono stati rilevati direttamente in stazione da sedici collaboratori dell’associazione. Le stazioni sono quelle milanesi Centrale, Garibaldi e Garibaldi sotterranea, quelle romane Termini, Tiburtina e Tiburtina est e quelle napoletane Centrale e piazza Garibaldi. In queste tre città , secondo Altroconsumo, ogni giorno feriale si riversa il 55% dei pendolari del nostro Paese.
Milano.
Dall’inchiesta di Altroconsumo si può dedurre che i pendolari più sfortunati siano quelli lombardi. Nè Napoli nè Roma raggiungono infatti la percentuale di ritardi riscontrata nelle stazioni meneghine: oltre la metà  dei convogli (52%) arriva dopo il previsto. Di questi, il 25% dei treni è in ritardo di oltre 10 minuti e il 12% supera il quarto d’ora. Le tratte da incubo sono diverse. Sei volte su dieci la Como- Milano Centrale e la Como-Cantù-Milano Garibaldi arrivano oltre 10 minuti dopo. Da dimenticare anche la Brescia-Treviglio-Milano Centrale e la Varese-Gallarate-Milano Garibaldi. Queste due ultime due tratte – gestite da Trenord – detengono il record di ritardi oltre il quarto d’ora e, in ogni caso, non sono mai arrivate in orario.
Roma.
La capitale, che certo non brilla per l’efficienza del trasporto pubblico, è la città  che esce meglio dall’indagine. I convogli in ritardo di almeno 5 minuti sono il 16% (contro il 52% di Milano e il 46% di Napoli); solo il 5% è arrivato oltre 15 minuti dopo il previsto. Ci sono tratte che, almeno nei giorni presi in esame da Altroconsumo, rispettano una puntualità  “giapponese” come la Orte-Fara Sabina- Monterotondo-Roma, la Fiumicino-Roma o la Viterbo-Cesano-Roma. Ma anche nella capitale arrivano i “treni della speranza”. Quello che parte da Ancona passando per Orte arriva in lieve ritardo una volta su tre, mentre il 13% delle volte supera i 10 minuti. Ma quanto a inefficienza nessuno batte il Nettuno-Roma: 58% di ritardi oltre i 5 minuti, 45% oltre i 10 minuti e 25% dei convogli che arriva oltre un quarto d’ora dopo.
Napoli.
Molto delicata anche la situazione per i pendolari campani. Nelle stazioni partenopee Altroconsumo ha registrato il 46% di ritardi di almeno 5 minuti, il 24% oltre i dieci minuti ma soprattutto il record di ritardi oltre i 15 minuti (sono il 14%, contro il 12% delle stazioni milanesi). La palma del ritardo più gigantesco rilevato nel corso dell’indagine va alla Piedimonte Matese-Caserta-Napoli: oltre un’ora e quaranta. Esperienze allucinanti anche per i pendolari della Caserta-Acerra-Napoli (il 48% delle volte arriva almeno 10 minuti dopo, il 34% oltre un quarto d’ora dopo). Mentre la Castellammare-Torre Annunziata-Napoli è quasi una certezza: nel 78% dei casi non riesce ad arrivare in orario.
La situazione descritta da Altroconsumo è un elemento che si aggiunge al quadro fatto da Legambiente pochi giorni fa nel consueto rapporto Pendolaria.
In quell’occasione l’associazione ambientalista aveva lanciato l’allarme sul possibile taglio di 300 milioni alla mobilità  locale a causa di una clausola di salvaguardia nella legge di Bilancio che, sostiene Legambiente, ha buone probabilità  di scattare.

(da agenzie)

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TRAPANI-SIRACUSA IN UNDICI ORE E TRE CAMBI: LA FOLLE SITUAZIONE DELLE FERROVIE AL SUD

Febbraio 7th, 2019 Riccardo Fucile

NESSUN CAMBIAMENTO ALL’ORIZZONTE, LEGA E M5S SE NE FOTTONO COME I LORO PREDECESSORI

È un’Italia spaccata a metà , con nove Regioni e le due Province autonome in cui i passeggeri sono aumentati e 10 in cui sono diminuiti o rimasti invariati.
Drammatica resta la situazione del numero di coloro che viaggiano sui treni in Sicilia, dove si è passati da 50.300 a 37.600 (dal 2009 ad oggi), in una Regione con 5 milioni di abitanti e grandi spostamenti pendolari.
La situazione è stata fotografata, come ogni anno, dal rapporto “Pendolaria 2018”
Al sud storicamente circolano meno treni, ma in questi anni sono diminuiti ancora per i tagli ai regionali e agli intercity.
Per fare un esempio, ogni giorno le corse dei treni regionali in tutta la Sicilia sono 428 contro le 2.396 della Lombardia.
Al Sud i treni sono più lenti, sia per problemi infrastrutturali sia perchè circolano treni vecchi e non più adatti alla domanda di mobilità .
Muoversi da una città  all’altra, su percorsi sia brevi che lunghi, obbliga a viaggi di ore e a dover scontare numerosi cambi obbligati anche solo per poche decine di chilometri di tragitto, mentre le coincidenze e i collegamenti intermodali rimangono un sogno.
Alcuni esempi? Ragusa e Palermo dove ormai solo tre collegamenti al giorno effettuano il percorso tutti con un cambio impiegando quasi 4 ore e mezza per arrivare a destinazione, in peggioramento rispetto alle 4 ore di due anni fa ed una situazione che rimane emblematica della condizione del trasporto ferroviario in questa regione.
Un caso estremo è quello per cui chi si sposta tra i due estremi dell’Isola ha solo tre possibilità  per spostarsi da Siracusa a Trapani.
Il collegamento più “veloce” ci mette 11 ore e 10 minuti e con tre cambi.
Sono invece oltre 2,7 milioni coloro che ogni giorno prendono le metropolitane, presenti in sette città  italiane (Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova, Brescia e Catania), una crescita di 44mila passeggeri al giorno rispetto all’anno precedente.
Questo aumento è dovuto alla costante e consistente crescita di utenti sulle linee di metro di Milano, ed in parte agli aumenti verificatisi a Catania dove, grazie ai prolungamenti la metropolitana raggiunge finalmente il centro cittadino.
«Ancora una volta il rapporto Pendolaria – dichiara il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna — fotografa una situazione drammatica».
«Solo due i dati positivi, l’arrivo di nuovi treni e la metro di Catania. Ancora poco – spiega – Mentre il resto dell’Italia viaggia su rotaia, in Sicilia continuiamo a mortificare pendolari, passeggeri e turisti. Se vogliamo davvero cambiare il nostro stile di vita occorre investire sulle ferrovie. Sempre più persone, infatti, preferirebbero il treno all’auto o al pullman, ma in Sicilia la strada è ancora tutta in salita».

(da agenzie)

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E’ NORMALE CHE 150 METRI SENZA ELETTRICITA’ MANDINO IN TILT L’ITALIA DEI TRENI?

Settembre 9th, 2018 Riccardo Fucile

DIETRO IL CAOS DI VENERDI UN BLACKOUT SULLA LINEA DELL’ALTA VELOCITA’, IERI IL BIS A TORINO

Centocinquanta metri senza elettricità . E una gestione approssimativa dell’emergenza. Tanto basta per mandare in tilt l’Italia dei treni. È successo venerdì nel primo pomeriggio, quando un Frecciarossa 1000 diretto a Firenze si è fermato alle porte di Roma, tra Capena e Settebagni.
Un tratto di 150 metri era rimasto senza corrente elettrica. Ferrovie dello Stato Italiane ha aperto un’indagine per capirne i motivi.
Anche perchè, su quella linea, ci sono controlli notturni quotidiani e ogni due settimane viene fatto passare un treno speciale per le verifiche. Non erano stati rilevati problemi particolari. Ma il blackout c’è stato. E l’intero sistema ferroviario nazionale ha cominciato a collassare.
A complicare le cose, come detto, la gestione dell’emergenza.
Un locomotore diesel è stato inviato da Roma Termine per «spingere» il treno fermo, ma il convoglio ad Alta velocità  si è rivelato troppo pesante e si dovuto mandare un altro treno sul binario ancora efficiente della linea per trasbordare i passeggeri.
Si sono perse ore. I convogli sono stati indirizzata sulla linea «lenta» via Terontola tra Roma e Firenze, ma le code nelle partenze e negli arrivi si sono moltiplicate. È stata un’odissea, specie nella stazione di Roma Termini, con ritardi fino a 4-5 ore. Un disastro dei trasporti in cui, ammettono le stesse Fs, non ha funzionato nemmeno il sistema di informazione ai passeggeri.
Se non bastasse ieri si è replicato, con un altro giorno di disagio per la circolazione ferroviaria.
Qualcosa, a dire il vero, era previsto: quando ci sono grossi ritardi – come è successo venerdì – le procedure comportano l’allungamento delle pause e dei riposi per far recuperare sonno e forze al personale coinvolto.
Nessuno si attendeva un nuovo grosso guasto a Torino Porta Nuova, con la linea elettrica di alimentazione dei treni che si è interrotta dalle 6 alle 8 circa provocando ritardi medi di 70 minuti, con punte fino a 120 minuti, per 8 treni alta velocità  e 15 regionali e la cancellazione di 4 treni di quest’ultima tipologia.
In più, sempre ieri mattina tre Frecce si sono bloccate temporaneamente sempre poco a nord di Roma. A mezzogiorno un altro treno di Italo si è guastato, fermandosi per tre ore in aperta campagna stavolta a Sud di Roma, tra Anagni e Labico. Un nuovo inconveniente che ha causato ritardi medi di 60 minuti per 24 convogli, con punte fino a 180 minuti.
FS Italiane, la società  pubblica che controlla sia Trenitalia che Rete Ferroviaria Italiana (l’azienda che gestisce materialmente le infrastrutture e le linee ferroviarie su cui transitano i convogli di Trenitalia, Italo e degli altri operatori) in un comunicato oltre a fare il bilancio dei problemi verificatisi ha chiesto scusa e varato una serie di rimborsi straordinari. Oltre a ciò è stata avviata un’indagine interna per capire in dettaglio le cause dei guasti e promesso che il sistema informativo in caso di disagi simili verrà  adeguato.
Certo è che le proteste degli utenti sono state fortissime. Per cercare di placarle, l’azienda ha annunciato che i viaggiatori coinvolti potranno ottenere gli indennizzi dovuti già  da oggi, e che le procedure per i rimborsi saranno forzate rispetto alle norme vigenti, migliorate ed accelerate.
Per chi ha avuto un ritardo superiore ai 180 minuti il rimborso previsto è integrale (il 50% se il ritardo è pari o superiore ai 120 minuti), misura non contemplata – osserva ancora Trenitalia – dai regolamenti comunitari. I passeggeri colpiti dai rallentamenti «monstre» si devono rivolgere alle biglietterie e ai Freccia Club di Trenitalia o richiedere l’accredito online su trenitalia.com, dove è possibile trovare le informazioni sulle modalità  di rimborso.
Queste misure riparatorie non soddisfano il Codacons, che è pronto ad azioni giudiziarie contro le società  ferroviarie «per i gravissimi disagi sul fronte dell’Alta velocità  che hanno paralizzato la circolazione». L’associazione dei consumatori chiede «oltre ai rimborsi e degli indennizzi per i danni subiti».

(da agenzie)

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ALTA VELOCITA’, BASTA UN GUASTO E IL SISTEMA VA IN TILT?

Settembre 8th, 2018 Riccardo Fucile

IERI GIORNATA TRAGICA PER CHI VIAGGIAVA SULLA ROMA-FIRENZE, OLTRE 4 ORE DI RITARDO CON RIPERCUSSIONI ANCHE SUI TRENI REGIONALI

Un guasto sulla linea ad Alta velocità  Roma-Firenze ha mandato in tilt la circolazione su quella tratta con ritardi medi di due ore. A causare il problema un inconveniente alla linea elettrica di alimentazione dei treni fra Settebagni e Capena che dalle 16 ha rallentato la circolazione. I convogli in viaggio hanno registrato ritardi in entrambi i sensi di marcia.
Ci sono state ripercussioni anche sulla linea FL1, Orte — Fiumicino Aeroporto, con cancellazioni o limitazioni di percorso. Trenitalia ha assicurato che “rimborserà  i propri clienti del treno 9540, con i quali si scusa per il disagio subito in seguito a un’importante anormalità  alla linea di alimentazione elettrica dei treni fra Settebagni e Capena (alle porte di Roma), che sarà  integralmente rimborsato il biglietto e sarà  emesso un bonus del valore pari a quello del viaggio odierno”.
La società  ha attivato al contempo i propri servizi di assistenza clienti nelle stazioni di Roma, Firenze, Bologna, Milano e Torino per garantire il proseguimento del viaggio per raggiungere le proprie destinazioni di arrivo.
In serata, ha riferito Rfi, i passeggeri sono stati trasferiti su un altro treno e sono ripartiti intorno alle 21,15. I ritardi medi sono stati di 120 minuti. Al guasto sulla linea Roma — Firenze si è poi aggiunto un ulteriore guasto tra Roma e Napoli alle 14.40, causando il collasso dei collegamenti fra Nord e Sud Italia.
A rallentare la linea un inconveniente alla linea elettrica di alimentazione dei treni fra Salone e Roma Prenestina provocato dal maltempo che ha causato, tra l’altro, la cancellazione di cinque regionali e ritardi di oltre sessanta minuti. Anche i treni che riescono a partire da Termini finiscono incolonnati letteralmente a passo d’uomo sulla vecchia linea. In un’ora e mezzo si arriva al massimo a Fiano Romano. “Per Milano potrebbero volerci sei ore…Ma nessuno sa dircelo”, spiega un ferroviere.
Alle 21,15 è ripartito il convoglio su cui sono stati fatti trasbordare i viaggiatori del treno 9540, coinvolto nel guasto. Alle 22.15 e’ ripartito anche il treno vuoto. Ai passeggeri del treno sara’à  integralmente rimborsato il biglietto e sarà  emesso un bonus del valore pari a quello del viaggio odierno. I restanti treni in viaggio hanno maturato ritardi medi di 180 minuti, con punte fino a 240 minuti. Trenitalia ha attivato i propri servizi di assistenza clienti nelle stazioni di Roma, Firenze, Bologna, Milano e Torino per garantire il proseguimento del viaggio per raggiungere le proprie destinazioni di arrivo.

(da “NextQuotidiano“)

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LE MANI DI SALVINI SU TUTTE LE FERROVIE ITALIANE, TRA TRENITALIA A TRENORD

Luglio 27th, 2018 Riccardo Fucile

GESTIRE LE FERROVIE VUOL DIRE METTERE LE MANI SU 90 MILIARDI DI INVESTIMENTI

Volevano prendersi Trenord, hanno finito per mettere le mani su tutta Trenitalia.
È il jackpot centrato della Lega di Matteo Salvini, grazie al ministro Cinque Stelle, Danilo   Toninelli, il quale mercoledì pomeriggio ha licenziato via Twitter l’ad della società  Renato Mazzoncini.
Un licenziamento “etico”, secondo il ministro, motivato dal rinvio a giudizio ricevuto in Umbria per una storia di truffa dal renzianissimo manager, nonostante questi fosse stato riconfermato in extremis dal governo Gentiloni.
Uno spoil system estremo che in realtà  nasconde lo scambio spartitorio degno della più scafataPrima Repubblica: Cassa Depositi e Prestiti ai pentastellati, Ferrovie alla Lega.
Nel pacchetto il Toninelli ha anche messo la marcia indietro sulla fusione Fs-Anas, un mostro giuridico voluto da Renzi, apprezzato solo dai fedelissimi dell’ex segretario Pd.
Altra motivazione addotta da Toninelli per il siluramento, la disastrosa condizione del trasporto regionale: il ministro ha infatti incolpato Mazzoncini di aver investito troppo sull’alta velocità  a scapito del Tpl. Un’accusa risibile alla luce dell’ultimo piano industriale triennale di Fs, tutto votato all’accaparramento del Tpl italiano, come dimostrano gli oltre 5 miliardi destinati all’acquisto dei nuovi treni regionali di Hitachi e Alstom.
Alla guida del colosso da oltre 8 miliardi l’anno di investimenti (tanti ne sono previsti nel 2018) molto probabilmente finirà  l’unico manager spendibile dal Carroccio, Giuseppe Bonomi, l’uomo che la Lega mette nelle società  ricche. Da Sea ad Arexpo. Gli altri nomi in lista, a partire da Maurizio Gentile, attuale Ad della controllata Rete ferroviaria italiana hanno poche chance.
Ma siamo sicuri che nello scambio i grillini abbiano fatto un affare? È tutto da vedere.
Perchè controllare le Ferrovie significa gestire oltre 90 miliardi di investimenti tra rete, tecnologia e materiali viaggianti, la maggior parte dei quali localizzati in Italia. Fs, tramite le sue controllate, gestisce i grandi lavori infrastrutturali del Paese, sceglie con i suoi bandi i fornitori; decide in quale direzione le università  italiane debbano fare ricerca.
È, insomma, il primo committente del settore secondario e terziario italiano.
Ma, soprattutto, rispetto a Cdp, i suoi vertici hanno piena libertà  di manovra nelle scelte di allocazione delle risorse, e controllare gli investimenti di una società  che conta 81 mila dipendenti, e che dà  lavoro ad altri 240 mila nella filiera, significa decidere circa il 2% del pil italiano.
Salvini si ritrova così a raccogliere i frutti delle scelte di Renzi, al quale va fatto risalire il disegno di fare di Fs una piccola Iri, un grumo di potere economico in grado di influenzare le scelte politiche anche delle varie amministrazioni locali.
Da queste pagine spesso abbiamo criticato la scelta del governo di lasciare mano libera a Fs nel fare man bassa dei vari contratti di servizio regionali: al posto delle gare competitive a livello europeo — auspicate da Antitrust e Corte Costituzionale -, l’esecutivo ha permesso che le regioni “regalassero” i trasporti regionali a Trenitalia con affidamenti diretti. Dal Lazio alla Sicilia, dalla Puglia all’Umbria.
Una posizione condivisa da molti parlamentari di M5s, che per anni hanno osteggiato la politica del trasporto pubblico locale italiana, raccogliendo voti dagli estenuati pendolari italiani. Quegli stessi pendolari che avrebbero voluto fortemente i “loro” pentastellati seduti nella sala comando di Fs e che invece si ritroveranno l’uomo di fiducia del “Comandante” Salvini.
Un esempio per comprendere quanto il cambio dei vertici di Fs abbia ripercussioni immediate su tutta la politica e sull’economia del Paese (e sul potere finito in mano al Carroccio), lo offre l’intricata situazione di Trenord, la società  lombarda di trasporti ferroviari, partecipata paritariamente fino a pochi mesi fa da Regione Lombardia e Fs. Trenord nasce nel 2011 perchè la Lega — allora era ancora fieramente autonomista —   sognava la costituzione della macro-regione del nord e sapeva che il primo passo del progetto doveva essere la creazione di un player ultraregionale in grado di sottrarre il controllo dei trasporti a Trenitalia.
Un matrimonio nato male e finito peggio, tanto che i due sposi si sono ritrovati a rimpallarsi le responsabilità  per gli immani disservizi subiti quotidianamente dai pendolari della regione più industrializzata d’Italia.
Un rapporto burrascoso sfociato nel prossimo divorzio annunciato un po’ a sorpresa dal neo governatore lombardo Attilio Fontana. Secondo il piano del Pirellone, il servizio sarebbe dovuto tornare a dividersi: alcune linee a Trenord (controllata solo da Regione Lombardia), le altre affidate alla “nemica” Fs, in regime di concorrenza sfrenata.
Un progetto confuso, nebuloso, senza certezze temporali e giuridicamente intricato, tenuto nascosto da Fontana fino all’ultimo, che aveva suscitato le ire dei sindacati e le proteste delle opposizioni al Pirellone.
Alla luce di quanto successo a Roma mercoledì 25, tutto ha più senso: Fontana stava solo prendendo tempo, in attesa che la testa di Mazzoncini rotolasse dalla rupe. Nel frattempo, guarda un po’ le coincidenze, il governatore lombardo aveva nominato proprio Giuseppe Bonomi nel board di Ferrovie Nord Milano, la società  regionale che gestisce Trenord.
Oggi, che le Ferrovie sono passate alla Lega, quel divorzio per incomprensioni gestionali, probabilmente, non sarà  più necessario perchè tra leghisti ci si aiuta, non si fa la guerra.
Il Carroccio è riuscito così — dopo vent’anni di attesa e vani tentativi — a prendersi tutti i binari italiani. Un capolavoro politico per il quale Matteo Salvini dovrà  ringraziare sempre quell’altro Matteo.

(da “Business Insider”)

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TRENO GRATIS PER 20.000 DICIOTTENNI EUROPEI, DA GIUGNO VIA ALL’INIZIATIVA INTERRRAIL

Maggio 6th, 2018 Riccardo Fucile

L’INIZIATIVA UE, ECCO COME PARTECIPARE

I requisiti per salire a bordo e partire sono avere 18 anni e aver voglia di scoprire l’Europa.
L’iniziativa “Discover EU” offre interrail gratis ai neomaggiorenni cittadini Ue e nasce da un’idea proposta all’evento europeo per i giovani (EYE, dall’inglese European Youth Event) promosso dal Parlamento europeo.
Permetterà  a 20.000-30.000 diciottenni cittadini dell’UE di viaggiare gratuitamente in Europa.
Ma cosa bisogna fare per partecipare?
Tra luglio e settembre prenderanno parte al programma 15.000 ragazzi. La prima procedura di registrazione online sarà  disponibile dal 12 giugno fino al 26 giugno 2018, mentre una seconda aprirà  più avanti.
Possono partecipare alla prima procedura di iscrizione i cittadini dell’UE che al 1° luglio 2018 abbiano compiuto i 18 anni.
Il biglietto consente di viaggiare da 1 a 30 giorni in non più di quattro paesi dell’UE utilizzando il treno come mezzo di trasporto principale. Sono previste eccezioni per situazioni particolari come portatori di handicap e persone che provengono da regioni periferiche.
Per maggiori informazioni sul programma, da metà  maggio sarà  possibile consultare la sezione dedicata all’interno del Portale europeo per i giovani e su una pagina Facebook creata per l’occasione.
Il Parlamento europeo è stato un grande sostenitore dell’idea di un biglietto del treno gratuito per i diciottenni dell’UE, votando tre risoluzioni a favore dell’iniziativa.
Gli eurodeputati ritengono che questo programma sia in grado di far conoscere e comprendere ai giovani le diverse anime dell’Europa e i valori comuni che la sostengono.
Pensano che incoraggiare i giovani cittadini europei a viaggiare negli stati membri e incontrare altre persone da altri paesi possa promuovere un’identità  europea e rafforzare i valori fondanti dell’UE.

(da agenzie)

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LA NUOVA FRONTIERA DEI TRENI REGIONALI: A BORDO NON SOLO I PENDOLARI, MA SEMPRE PIU’ TURISTI

Aprile 28th, 2018 Riccardo Fucile

CHI SI SPOSTA PER GITE DI PIACERE RAPPRESENTA IL 26,5% DEL TOTALE

Se durante la settimana i treni vengono utilizzati soprattutto da pendolari diretti al lavoro o all’Università  nel fine settimana i regionali italiani stanno acquistando una nuova dimensione.
Sono sempre di più i turisti che scelgono di spostarsi con i treni locali: nel 2017 l’aumento è stato del 7 per cento, mentre in tre anni i passeggeri che hanno scelto il treno nel tempo libero sono saliti dei 21%.
E anche il ponte del 25 aprile ha visto un boom del 18,6% rispetto allo scorso anni.
La quota di passeggeri leisure, ossia coloro che scelgono il treno regionale per gite di piacere, rispetto alla componente commuters: viaggiatori per lavoro e studio vede i primi rappresentare il 26,5% del totale, gli altri il 73,5.
Così nel 2018 l’obiettivo del Gruppo Fs Italiane è di incrementare ancora di più la percentuale puntando   sulla storia e sulla cultura dei borghi italiani.
Non tutti i borghi più belli, infatti, sono anche poco accessibili.
Su 282 località  inserite nella lista dei “Borghi più belli d’Italia” 23 sono facilmente raggiungibili con i treni regionali.
Si può andare in treno a Vipiteno, in provincia di Bolzano e a Campo Ligure, in Liguria. Ma anche a Grottammare, nelle Marche e nel perugino a Castiglione del Lago, Passignano sul Trasimeno e Spello.
Ma si può lasciare l’auto a casa e viaggiare sui regionali anche in Toscana, verso Buonconvento e in Campania dove Vietri sul Mare apre le porte della Costiera Amalfitana.
A Barcellona Trenitalia nel corso del 1 Toprail Forum organizzato dall’Union Internationale Chemins de fer ha illustrato la collaborazione con l’associazione I Borghi più belli d’Italia che prevede una serie di festival, mostre, fiere e conferenze per portare turisti nei tesori italiani e far rivivere quei territori.
E ha anche presentato l’offerta del 5 Terre Express, che permette di visitare il tratto della costa ligure delle Cinque Terre, dichiarato Patrimonio dell’Umanità  dell’Unesco.
Il turismo ferroviario, negli ultimi anni, sta vivendo un periodo di grande espansione. Tra il 2016 e il 2017 sono stati 130 mila, tra italiani e stranieri, i turisti che hanno viaggiato a bordo dei treni storici della Fondazione Fs Italiane.
Il 45% in più rispetto al biennio 2014-2015. Locomotive a vapore e littorine storiche che stanno facendo riscoprire la bellezza dei viaggi slow, con finestrini aperti e su linee ferroviarie prima in disuso e ora recuperate come la Ferrovia della Val d’Orcia in Toscana, fra Asciano e Monte Antico, la Ferrovia del Parco tra Sulmona e Carpinone che collega Abruzzo e Molise e la Ferrovia dei Templi tra Agrigento e Porto Empedocle, in Sicilia. A Barcellona le Ferrovie hanno poi presentato anche il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, restaurato con un investimento di circa 20 milioni di euro e che nel 2017 ha registrato il record di presenze: oltre 110 mila visitatori, +647 per cento rispetto al 2014.
Secondo quanto annunciato da Trenitalia il primo trimestre del 2018 ha visto anche l’aumento dei ricavi (+2,1%) e dei passeggeri dei treni regionali con una puntualità  reale e percepita all’89,8 per cento nonostante i problemi dovuti al maltempo di quest’inverno
La regolarità  del servizio, dai dato aziendali, si attesta al 97,83%, limitando le corse cancellate per responsabilità  di Trenitalia a circa tre su mille, mentre toccano il minimo storico anche gli stop causati da problemi tecnici, che si attestano a una media giornaliera di 6,8 sulle 6.500 corse circolanti in tutta Italia
Tra le migliori performance del trimestre, vanno registrate quelle ottenute in Calabria, dove la puntualità  reale è aumentata di 1,8 per cento rispetto al 2017, mentre quella teorica, realizzata da Trenitalia considerando i soli ritardi imputabili all’azienda, è migliorata di ben 3,3 per cento (99,3%)
L’aumento dei ricavi del 2,1% è riconducibile sia all’efficacia degli stringenti controlli aziendali per contrastare l’evasione sia all’aumento dei passeggeri. Crescono del 21% in circa tre anni i clienti che scelgono il treno regionale per spostamenti nel tempo libero (2015: 78,2% pendolari e 21,8% tempo libero vs 2018: 73,5% pendolari e 26,5% tempo libero).

(da agenzie)

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