E’ NORMALE CHE 150 METRI SENZA ELETTRICITA’ MANDINO IN TILT L’ITALIA DEI TRENI?
DIETRO IL CAOS DI VENERDI UN BLACKOUT SULLA LINEA DELL’ALTA VELOCITA’, IERI IL BIS A TORINO
Centocinquanta metri senza elettricità . E una gestione approssimativa dell’emergenza. Tanto basta per mandare in tilt l’Italia dei treni. È successo venerdì nel primo pomeriggio, quando un Frecciarossa 1000 diretto a Firenze si è fermato alle porte di Roma, tra Capena e Settebagni.
Un tratto di 150 metri era rimasto senza corrente elettrica. Ferrovie dello Stato Italiane ha aperto un’indagine per capirne i motivi.
Anche perchè, su quella linea, ci sono controlli notturni quotidiani e ogni due settimane viene fatto passare un treno speciale per le verifiche. Non erano stati rilevati problemi particolari. Ma il blackout c’è stato. E l’intero sistema ferroviario nazionale ha cominciato a collassare.
A complicare le cose, come detto, la gestione dell’emergenza.
Un locomotore diesel è stato inviato da Roma Termine per «spingere» il treno fermo, ma il convoglio ad Alta velocità si è rivelato troppo pesante e si dovuto mandare un altro treno sul binario ancora efficiente della linea per trasbordare i passeggeri.
Si sono perse ore. I convogli sono stati indirizzata sulla linea «lenta» via Terontola tra Roma e Firenze, ma le code nelle partenze e negli arrivi si sono moltiplicate. È stata un’odissea, specie nella stazione di Roma Termini, con ritardi fino a 4-5 ore. Un disastro dei trasporti in cui, ammettono le stesse Fs, non ha funzionato nemmeno il sistema di informazione ai passeggeri.
Se non bastasse ieri si è replicato, con un altro giorno di disagio per la circolazione ferroviaria.
Qualcosa, a dire il vero, era previsto: quando ci sono grossi ritardi – come è successo venerdì – le procedure comportano l’allungamento delle pause e dei riposi per far recuperare sonno e forze al personale coinvolto.
Nessuno si attendeva un nuovo grosso guasto a Torino Porta Nuova, con la linea elettrica di alimentazione dei treni che si è interrotta dalle 6 alle 8 circa provocando ritardi medi di 70 minuti, con punte fino a 120 minuti, per 8 treni alta velocità e 15 regionali e la cancellazione di 4 treni di quest’ultima tipologia.
In più, sempre ieri mattina tre Frecce si sono bloccate temporaneamente sempre poco a nord di Roma. A mezzogiorno un altro treno di Italo si è guastato, fermandosi per tre ore in aperta campagna stavolta a Sud di Roma, tra Anagni e Labico. Un nuovo inconveniente che ha causato ritardi medi di 60 minuti per 24 convogli, con punte fino a 180 minuti.
FS Italiane, la società pubblica che controlla sia Trenitalia che Rete Ferroviaria Italiana (l’azienda che gestisce materialmente le infrastrutture e le linee ferroviarie su cui transitano i convogli di Trenitalia, Italo e degli altri operatori) in un comunicato oltre a fare il bilancio dei problemi verificatisi ha chiesto scusa e varato una serie di rimborsi straordinari. Oltre a ciò è stata avviata un’indagine interna per capire in dettaglio le cause dei guasti e promesso che il sistema informativo in caso di disagi simili verrà adeguato.
Certo è che le proteste degli utenti sono state fortissime. Per cercare di placarle, l’azienda ha annunciato che i viaggiatori coinvolti potranno ottenere gli indennizzi dovuti già da oggi, e che le procedure per i rimborsi saranno forzate rispetto alle norme vigenti, migliorate ed accelerate.
Per chi ha avuto un ritardo superiore ai 180 minuti il rimborso previsto è integrale (il 50% se il ritardo è pari o superiore ai 120 minuti), misura non contemplata – osserva ancora Trenitalia – dai regolamenti comunitari. I passeggeri colpiti dai rallentamenti «monstre» si devono rivolgere alle biglietterie e ai Freccia Club di Trenitalia o richiedere l’accredito online su trenitalia.com, dove è possibile trovare le informazioni sulle modalità di rimborso.
Queste misure riparatorie non soddisfano il Codacons, che è pronto ad azioni giudiziarie contro le società ferroviarie «per i gravissimi disagi sul fronte dell’Alta velocità che hanno paralizzato la circolazione». L’associazione dei consumatori chiede «oltre ai rimborsi e degli indennizzi per i danni subiti».
(da agenzie)
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