CINQUE RIFLESSIONI SUL VOTO IN COMMISSIONE PER L’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE NEI CONFRONTI DI SALVINI
GLI ERRORI DELLA MAGGIORANZA, IL CORAGGIO CHE NON C’E’ E LA MANCANZA DI IDEE FORTI
La vicenda del voto sull’autorizzazione a procedere sul caso Gregoretti merita alcune riflessioni:
1) La maggioranza se voleva veramente il rinvio della decisione a dopo le elezioni regionali doveva “bloccare” i due senatori Grasso e Giarusso: rinunciavano al viaggio della Commissione antimafia negli Usa, votavano due giorni fa per il rinvio e finiva tutto li’, con buona pace di Gasparri. Inutile lamentarsi di un 10-10 se ti mancano due giocatori in campo perchè hai rinunciato a convocarli per la partita
2) La strategia del rinvio e’ una stronzata pazzesca, un segno di debolezza. A Salvini bisognava rispondere: posticipare? No, semmai anticipiamo, così potrai difenderti prima in un’aula di giustizia come tutti i comuni mortali, invece che fare il martire nei comizi. La legge è uguale per tutti, se sei innocente e non vedi l’ora di presentarti ai giudici come dici, ti veniamo incontro, così ci arrivi ancora prima.
3) Salvini avrebbe sfruttato il voto in Giunta per fare il martire l’ultima settimana di campagna elettorale? E chi se ne frega, anche Battisti diceva che non aveva commesso reati e che era innocente, ora sta in galera a scontare la pena. Qua si parla “non di condanna ma di essere processato”, nel rispetto dei diritti dell’imputato e in tre gradi di giudizio. Non siamo ancora un Paese sovranista, ma in una democrazia.
4) Il voto in Giunta non conta una mazza, alla fine deciderà tra un mese il voto in Senato, quindi tanto rumore per nulla.
5) Un uomo di destra affronta il processo, non scappa e rinuncia all’immunità parlamentare. Infatti Salvini non è di destra per chi avesse ancora dei dubbi.
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