COLLETTA URGENTE: REGALIAMO UN TELEFONINO A SILVIO, POSSIBILMENTE CON LA SUONERIA DEL BUNGA BUNGA
DACCI OGGI IL NOSTRO DELIRIO QUOTIDIANO: CONTUMACE A MILANO, IL PREMIER ATTACCA NELL’ORDINE NAPOLITANO, LE TOGHE, FINI, LA CORTE COSTITUZIONALE E IL PARLAMENTO…”NON HO PIU’ IL TELEFONINO, ALTRIMENTI MI INTERCETTANO” …”NON VEDO L’ORA DI MOLLARE”: MENTRE L’ITALIA STA PER ESULTARE ALLA NOTIZIA, ARRIVA LA DOCCIA FREDDA: “NO, E’ MEGLIO CHE RIMANGO”
Folla di cronisti, fotografi e operatori televisivi davanti all’aula della Corte d’assise d’appello di Milano dove è ripreso il processo sui fondi neri dei diritti tv Mediaset.
Silvio Berlusconi, accusato di frode fiscale, non si fa vedere: il premier, che deve rispondere di frode fiscale, è stato dichiarato contumace dai giudici perchè non presente in udienza.
I difensori del premier, come era stato anticipato, non hanno presentato alcun legittimo impedimento.
Il processo sui fondi neri dei diritti tv Mediaset, che vede, tra gli imputati, Silvio Berlusconi, è stato quindi rinviato all’11 aprile.
Ma il premier si è fatto sentire per tutta la mattinata, rilasciando dichiarazioni nel corso delle varie iniziative a cui è intervenuto.
Dopo il pauroso autogol sulla scuola pubblica (con relativa patetica smentita, visto che esiste una registrazione che attesta che le cose le ha dette), oggi il premier spara contro tutte le istituzioni dello Stato.
Tornando a calcare la mano sulle riforme della giustizia, attaccando toghe e Fini, puntando il dito sulle intercettazioni (“per colpa delle intercettazioni non ho più il telefonino. Questo non è un paese civile”) e chiamando in causa anche il Colle: “Se una legge non piace al capo dello Stato e al suo staff, quella legge torna alla Camera e al Senato. Se invece non piace alla Corte costituzionale, la respinge”.
Forse il premier non ha ben presente l’ordinamento costituzionale della Repubblica italiana che come tale non può essere considerata una monarchia assoluta.
E quanto ad essere “illuminata”, rispetto alla sua, pare più luminoso un fiammifero svedese in fase terminale.
Ma non è finita qua, dal Colle al Parlamento: “‘Lavorano al massimo 50 persone tutti gli altri stanno li’, fanno pettegolezzo e poi seguono ciò che dice il capogruppo”.
Insomma nessuno fa una mazza in Italia, lavora solo lui, anzi neanche va a dormire, visto che fino alle 4 del mattino deve intrattenere le escort.
Infine lo sfogo: “Ne ho piene le scatole e non vedo l’ora di tornare a fare il cittadino privato”.
Come la notizia è trapelata dalle agenzie, le piazze italiane sembravano diventate quelle di Bengasi, alla notizia della liberazione dal suo compagno di merende: scene di gioia, canti, abbracci, bandiere finalmente tricolori e non padane al vento.
Ma l’equivoco è durato poco: “ma se vado via anche il 51% degli italiani che mi stima penserebbe che ho disertato. Non posso lasciare perchè altrimenti avrei il giudizio negativo del 100% degli italiani”.
Il solito doppio bluff: la fiducia degli italiani si è ridotta al 26% e si sa bene che Silvio non può lasciare, perchè sarebbe costretto a rispondere nei processi come un comune cittadino.
In ogni caso una colletta per un telefonino nuovo potremmo sempre farla, così le girls posso chiamare papy e spillargli soldi per il silenzio.
Va beh, ci siamo impietositi, ora andiamo a vedere troviamo un cellulare con la suoneria del bunga bunga.
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