COME UN BULLO VIOLENTATORE: “SONO STATO CON LA RAGAZZA, MA LEI ERA CONSENZIENTE”
UNO DEI DUE CARABINIERI, PRESSATO DALL’ARMA, SI PRESENTA IN PROCURA E AMMETTE QUELLO CHE FINO A IERI NEGAVA… NON SI E’ MAI VISTA UNA CHE INVITA A SALIRE A CASA SUA UN TIZIO, QUANDO IN CASA CI SONO ALTRE 4 COLLEGHE… SEMMAI SAREBBERO ANDATI IN UN MOTEL, NON IN UN ASCENSORE
Uno dei due carabinieri accusato di violenza sessuale si è presentato poco fa in procura a Firenze ammettendo di aver avuto un rapporto con una delle due ragazze, ma spiegando che “lei era consenziente”.
Ha riferito di essere stato invitato a salire.
E’ questa la linea di difesa contro la denuncia di stupro delle due studentesse, chiaramente studiata a tavolino nelle 48 ore di tempo che ha avuto.
A parte che il racconto contraddice quanto riferito ai superiori (aveva negato qualsiasi rapporto con le ragazze), è evidente che il dna lo avrebbe inchiodato ed è probabile che l’Arma lo abbia “spinto” in Procura, in quanto indifendibile.
La versione dell’invito a casa poi è ridicola, dato che la ragazza non vive da sola ma con altre tre connazionali che sono state loro a chiamare i soccorsi.
Non si è mai vista una che invita a salire un tizio sapendo che l’appartamento è occupato da molte altre persone. Semmai avrebbero cercato un motel, suvvia.
E l’atto sessuale non si è compiuto a casa, ma sulle scale e sull’ascensore, altro che invito…
“Le due ragazze sono sconvolte per quanto accaduto, si devono ancora riprendere dal terribile shock. La scuola aveva detto loro che dovevano fidarsi solo ed esclusivamente della polizia e dei carabinieri. Ex post, questo avvertimento suona paradossale”.
Così dice l’avvocato fiorentino Gabriele Zanobini, che difende una delle due studentesse americane, quella di 19 anni, che ha denunciato di aver subito violenza, con l’amica di 21 anni, da parte di due carabinieri.
“La violenza sessuale – spiega il legale – non si consuma solo con la violenza fisica o con la minaccia. Si consuma anche, e lo dice il codice penale, abusando delle condizioni di inferiorità psichica o fisica al momento del fatto. E le due ragazze erano in una situazione alterata, anche a causa dell’alcol. In questa fattispecie segnalata dal codice penale il non consenso è implicito”.
Secondo il legale, esiste poi un’aggravante nei confronti dei due carabinieri, prevista dall’articolo 61 del codice penale, che punisce “il fatto commesso con abuso del potere o con violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione: qui siamo di fronte a due pubblici ufficiali che avrebbero dovuto proteggere e non abusare delle ragazze”.
Le ragazze adesso sono lontane dalla città , “in un posto sicuro, al riparo dal clamore” racconta chi le ha viste e le descrive come molto provate. Ventuno e diciannove anni, americane, a Firenze da pochi giorni, dalla fine di agosto, per studiare in una delle università . Si sono fidate dei carabinieri, della loro divisa per questo hanno accettato l’altra notte un passaggio in auto dalla discoteca fino a casa, in centro storico.
Un tragitto di tre chilometri percorso intorno alle 3. Adesso gli investigatori della squadra mobile stanno ultimando i controlli sulle telecamere della zona, ma hanno già trovato i riscontri che cercavano: la gazzella entra nella piccola e stretta via in cui abitano le studentesse e ne esce ventitrè minuti dopo. Cosa è successo in quel lasso di tempo? Le ragazze denunciano lo stupro, l’aggressione sulle scale e in ascensore. Loro nel terrore e nell’impossibilità di difendersi: avevano bevuto molto, una non era in grado nemmeno di camminare. L’altra è comunque in uno stato confusionale.
(da agenzie)
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