CONTE, IL MOMENTO DELLA VERITA’
ECCO CHI STA CON LUI E CHI SPERA DI VEDERLO CADERE
Quando hanno sentito Giuseppe Conte dire che è pronto a dimettersi, se dall’assemblea costituente M5s emergerà una linea politica diversa dalla sua, in tanti tra i parlamentari e gli iscritti hanno iniziato a fare gli scongiuri. Ma non tutti
Chi sta con il presidente del Movimento
A fronte di una netta maggioranza che sostiene il presidente e auspica che alla guida del Movimento resti lui, c’è chi non si straccerebbe le vesti nel caso l’ex premier si trovasse costretto al passo indietro, ad esempio di fronte a un voto contrario alla collocazione nel campo progressista. I “contiani” in questi ultimi giorni non si sono risparmiati, per dare man forte al leader nell’invitare la base a partecipare alle votazioni online, visto che la preoccupazione maggiore dei vertici di via di Campo Marzio è che non si raggiunga il quorum necessario per le modifiche statutarie. L’ex presidente della Camera e membro del Comitato di garanzia, Roberto Fico, dopo mesi di silenzio ha concesso interviste in serie per sottolineare le origini progressiste del Movimento e la necessità di proseguire sulla strada delle alleanze a sinistra.
Concetti simili a quelli espressi dalla vicepresidente M5s, Paola Taverna, protagonista di tutte le trattative per le Regionali e le Amministrative, plenipotenziaria 5 stelle per la formazione delle coalizioni a livello locale. Poi Stefano Patuanelli, capogruppo al Senato, che ha registrato un video per esaltare il “grande momento di partecipazione” e fare il suo appello al voto. E il collega che guida il gruppo a Montecitorio, Francesco Silvestri, con la sua vice Vittoria Baldino, l’altro vicepresidente Riccardo Ricciardi, la presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia. Senza dimenticare la presidente della Sardegna, Alessandra Todde, grande sponsor dell’alleanza con il Pd e tra i nomi più apprezzati dagli attivisti. Tutti mobilitati al fianco del leader, tutti convinti che l’evento di oggi e domani al Palazzo dei Congressi dell’Eur segnerà il rilancio politico e la ripartenza del Movimento.
Gli anti Conte
Poi ci sono quelli che non ci stanno. Quelli ancora sensibili al richiamo della foresta di Beppe Grillo, quelli che hanno nostalgia delle origini e si sentivano a loro agio a non essere “né di destra, né di sinistra”. Il più esposto è, senza dubbio, l’ex ministro Danilo Toninelli, tuttora membro del Collegio dei probiviri M5s, animatore di una comunità online che segue le sue dirette social, durante le quali spara a zero contro Conte e la sua gestione del Movimento. Come Grillo, ha sollevato dubbi sulla reale trasparenza del processo costituente e ha esplicitamente invitato gli iscritti a non votare i quesiti che puntano a eliminare o ridimensionare la figura del garante (per i quali serve il quorum del 50% più uno degli aventi diritto). La pensa in modo simile, anche se negli ultimi tempi ha preferito non esporsi pubblicamente, Virginia Raggi: l’ex sindaca di Roma, anche lei nel Comitato di garanzia, ha preso posizione a sostegno di Grillo, quando il fondatore ha rivendicato invano il suo potere di mettere paletti al dibattito assembleare. Oltre ad aver supportato il comico genovese, con le sue competenze e conoscenze da avvocato, nel valutare la possibilità di un’azione legale contro Conte.
Un’altra che sta alla finestra e aspetta un passo falso dell’ex premier è Chiara Appendino, tra le più accese contestatrici dell’alleanza con il Pd, tanto da aver fatto di tutto per impedirla (con successo) alle elezioni in Piemonte. L’ex sindaca di Torino, vicepresidente del Movimento, dopo i risultati negativi alle ultime Regionali, è tornata all’attacco, paventando il rischio di vedersi “fagocitare” dai dem ed esprimendo una linea politica divergente da quella del presidente. Se quello in corso fosse un congresso, la sua sarebbe una mozione di minoranza. Alla quale probabilmente aderirebbe anche Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato, molto critica nelle scorse settimane con l’organizzazione del percorso costituente, tanto da essere intervenuta a un dibattito online dei “Figli delle stelle”, un gruppo di giovani iscritti, contestatori del gruppo dirigente contiano e fautori di un ritorno alle origini grilline. Castellone ha più volte espresso il suo disagio per l’eccessivo accentramento delle decisioni e la mancanza di collegialità dentro al Movimento. Infine, tra quelli che hanno ruoli di responsabilità, ma non seguirebbero Conte bendati, c’è anche il tesoriere Claudio Cominardi, amico di Grillo e suo abituale visitatore quando il fondatore scende a Roma.
Le votazioni: quando ci sarà l’esito
Alla fine, tutti aspettano domani pomeriggio per conoscere l’esito delle votazioni e capire come potrà essere plasmato il nuovo Movimento. Ma lo stato d’animo con cui ci si avvicina al momento della verità non è uguale per tutti. Per molti è solo un passaggio delicato da superare, per andare avanti sulla stessa strada. Per altri può rappresentare un’occasione irripetibile per ribaltare il tavolo apparecchiato da Conte e rispolverare il Vaffa perduto.
(da lastampa.it)
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