VIOLENZA SULLE DONNE, PER UN ITALIANO SU SEI E’ NORMALE PRENDERE A SCHIAFFI LA PARTNER
LA PERCENTUALE SALE TRA GLI UNDER 20
Un italiano su sei è convinto che “in una litigata tra partner possono volare schiaffi, persino pugni”. Per il 24,1% degli italiani è normale che sia l’uomo ad avere più possibilità di crescita personale all’interno della coppia e per più di uno su quattro se il carico domestico grava solo sulla compagna “è colpa della donna che non sa gestire il rapporto con il partner”.
Sono solo alcuni dei dati portati alla luce dalla ricerca Prima che sia troppo tardi, presentata il 22 novembre a Roma e realizzata da Inc – non profit Lab con il patrocinio di Rai Per la sostenibilità.
L’analisi fa il punto sulla percezione dell’affettività, sia tra gli adulti che tra i giovani, sottolineando come la radice di ogni violenza di genere sia culturale ed emotiva.
Il quadro che ne emerge è preoccupante: «Un terzo della popolazione italiana ha ancora comportamenti non auspicabili all’interno di una società che aspira all’inclusività», sottolinea il direttore di AssoRicerche Cosimo Finzi, «la situazione non migliora tra i giovani: l’accettazione di reazioni violente è contemplata più tra i 18 – 40enni, che non dagli over 40. Più si è giovani, e più la percentuale sale». Da qui, il rischio del perpetuarsi di femminicidi e atti di bullismo.
«Finora, attraverso le campagne di sensibilizzazione, abbiamo agito su una prevenzione secondaria, insegnando alle donne a riconoscere i segnali di pericolo, come reagire e a chi rivolgersi», sottolinea lo scrittore e psicoterapeuta Andrea Pellai. «Abbiamo parlato a chi era già vittima – continua Pellai – ora dobbiamo passare a una prevenzione primaria». L’invito è a dare vita a una “educazione emotiva preventiva”, come l’ha definita Umberto Galimberti, ossia a programmi specifici, che coinvolgano le scuole, anche primarie. Perché si innesti un cambiamento culturale è importante agire prima dei 14 anni: “dopo questa età si è incanalati già su alcuni binari ed è difficile aprire la mente”.
A invocare un maggior coinvolgimento degli istituti sarebbero gli stessi genitori, come emerge dai dati della ricerca: per il 79,9% l’educazione sentimentale dovrebbe diventare materia di studio.
(da La Stampa)
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