CONTINUA LO SBARCO DEI CLANDESTINI: 200 IN UNA NOTTE
TRA POCO L’EMERGENZA SARA’ A CALTANISSETTA: 700 PERSONE IN UN CPA CHE AL MASSIMO NE PUO’ OSPITARE 500… NESSUNA REGIONE VUOLE UN CENTRO DI ESPULSIONE… I TEMPI SONO LUNGHI E AL MASSIMO SI RICAVERANNO 1.600 POSTI IN PIU’… CRESCONO LE DELEGAZIONI INTERNAZIONALI CHE INDAGANO SULLA EVENTUALE VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI A LAMPEDUSA
Qualcuno al governo aveva scommesso che la linea dura a Lampedusa avrebbe pagato: si sarebbero azzerati gli sbarchi di clandestini una volta che si fosse diffusa la notizia che “chi sbarca nell’isola, dall’isola stessa viene rimpatriato”.
Purtroppo non è stato così e, appena il mare l’ha consentito, è arrivato un secondo carico in due notti, stavolta 170 clandestini tra donne incinte, bambini affamati e adulti con gli occhi spalancati e persi.
La Marina militare che li aveva soccorsi li ha dirottati su Porto Empedocle, essendo inagibile dopo l’incendio una buona parte del Cpa di Lampedusa. Ora sono tre i centri di accoglienza sotto pressione in Sicilia: Cassabile, Caltanissetta e Trapani.
Avanti così si rischia il collasso nelle varie strutture già affollate. A cominciare da quella di Pian del Lago (Caltanissetta) dove ieri ne sono stati portati 50 e dove ci sono ormai 700 persone a fronte di una capienza di 500.
I Cpa, essendo centri di accoglienza, secondo le norme vigenti in Europa, non sono prigioni: i clandestini possono entrare e uscire, in attesa che la loro pratica venga esaminata: qualche volta spariscono e non se ne sa più nulla.
Da qui la volontà del Governo di creare dei Centri di Identificazione ed Espulsione, portando da due a sei mesi i termini per il disbrigo delle pratiche, dando loro un nome e una nazionalità .
Teniamo anche presente che circa il 50% degli arrivi di inizio anno era composto di uomini e donne di nazionalità africana a cui è stato concesso lo status di rifugiati politici, per le persecuzioni in atto nei loro Paesi. Dato che i centri da “residenza obbligata” non esistono bisogna individuarli. Il Ministero, dopo lunga gestazione, ne ha proposti otto/dieci, ma un conto è la teoria e un altro la pratica.
E’ emersa, infatti, la contrarietà di tutte le Regioni, sia governate dal centrodestra che dal centrosinistra, dall’ospitare questi centri. Dove sarebbero localizzati i nuovi centri?
In provincia di Verona e Vicenza, Falconara, Vasto, Campo Bisenzio e Grosseto, Terni e Caserta. Oltre a una decina già esistenti (Milano, Torino, Gradisca, Modena, Bologna, Bari, Roma, Trapani, Caltanisetta e Lamezia.
Si passerebbe dai 1.160 posti attuali ad altri 1.600. E’ bastata la nota Ansa con l’indicazione dei nuovi siti che i vari governatori hanno urlato il loro no: “A casa nostra non li vogliamo”.
Altro ostacolo reale al progetto sono i tempi di realizzazione dei Cie: non basta individuare i siti sui quali dovranno sorgere.
Occorre anche considerare le esigenze di ristrutturazione degli edifici preposti (ex caserme sovente) e di edificazione, dato che in molti casi sono stati indicati solo i terreni (demaniali).
La spesa iniziale prevista è di circa 40 milioni di euro. Nel frattempo non cambierà nulla: i clandestini staranno nei centri di accoglienza dove non esiste l’obbligo di permanenza.
Nel frattempo ci sono i pubblici ministeri che stanno verificando se nel centro di Lampedusa fosse regolare la sicurezza degli impianti e il sistema antincendio.
Inoltre è presente una delegazione del governo tunisino che controlla le condizioni dei 500 connazionali rimasti sull’isola, verificando se c’e’ stata “violazione dei diritti umani a danno dei rinchiusi”.
E ancora un’altra delegazione europea sarà a Lampedusa a giorni per verificare il rispetto dei diritti umani nel Centro.
Diciamo che la vicenda è stata condotta malissimo e che le prospettive di uscirne sono prossime allo zero. Perchè andava messa in atto, non tanto una esibizione muscolare, ma una di cervello, tessendo una tela in sintonia con tutti gli organismi interessati.
Si è voluto forzare in nome della propaganda, col risultato che le promesse sparse ai quattro venti non vengono mantenute, i tempi sono lunghissimi e alla fine in un giorno rimpatriamo 17 tunisini, dall”altro ne arrivano 170 in una notte.
Ultima considerazione: mentre qualcuno ci ha voluto “congelare” sui 30.000 clandestini annui di Lampedusa, sono arrivati a centinaia di migliaia i romeni, ormai quasi 1 milioni nel nostro Paese. Notizia di ieri: il 40% dei ricercati dalla polizia romena sono scappati in Italia.
Se questa è la politica della sicurezza, siamo ben presi…
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