COSI’ LELE MORA CONSIDERAVA RUBY: “FA LA PROSTITUTA ED E’ PERICOLOSISSIMA”
NEI VERBALI DEI PM LE TELEFONATE DI LELE MORA CON I GENITORI DI ASPIRANTI SHOWGIRL DELLA SUA SCUDERIA….E I SOLDI RICEVUTI DA BERLUSCONI SONO SPARITI
Ruby e Lele.
Una minorenne immigrata marocchina che, parola del padre vero, “s’è ammalata di tv” e l’agente dello spettacolo di casa a Mediaset (e ad Arcore), che voleva adottarla, o meglio, averla in affido.
Ma in che modo Lele Mora parla della sua “affidata”?
È il 29 settembre del 2010 e il papà di un’altra aspirante show girl chiama Lele Mora, e l’uomo insiste.
L’ha chiamato perchè sua figlia, così gli ha detto, è andata a Genova a conoscere la figlia di Lele Mora.
E Mora “sbrocca”: “Mia figlia – dice – si chiama Diana e tu la conosci. Quest’altra è una che mi chiama papi, ma ha fatto solo dei gran casini… tua figlia è andata a Genova da una che è sotto controllo, perchè è scappata dalla comunità , una che ha mille problemi, hai capito, che sta creando mille problemi al mondo… le persone che tua figlia ha incontrato a Genova sono pericolosissime”.
Frasi che sembrano smontare ogni buon sentimento dell’aspirante padre affidatario.
Anzi, poco dopo, sul telefonino dell’agente compare la voce di un giornalista-paparazzo.
Linguaggio irriferibile, ma ad un certo punto Mora chiosa: “Allora (questa ragazza) è andata a Genova, dalla più disgraziata di tutti, che fa la troia di professione, è andata casa di questa…”. E “la troia”, sottolineano gli investigatori, sarebbe Ruby: la stessa Ruby che il sabato sera appena passato stava a cena proprio con il Lele, in un ristorante di lusso.
Le carte giudiziarie stanno dunque rivelando un mondo di rapporti che va ben oltre l’ambiguità , ma ciò che qui importa sono gli indizi di reato attribuiti dai pubblici ministeri al trio Mora-Fede-Minetti.
I detective li vedono impegnati nel portare varie donne a pagamento (tra cui una minorenne) all'”utilizzatore finale” (copyright avvocato Niccolò Ghedini) Silvio Berlusconi.
Sono carte utili anche quando rivelano la speranza (poi tradita) della minorenne in un affido.
Lo si capisce da un dialogo con Nicole Minetti, igienista dentale e consigliere regionale.
Certo, quando ha chiesto e ottenuto di essere interrogata dai pm, Minetti ha raccontato, in sintesi, che lei e Ruby erano praticamente due estranee.
Ma il 18 agosto, metà pomeriggio, squilla il suo telefono.
È Ruby, si salutano con allegria e Nicole, dalla sua casa di Rimini, dice: “È una cifra che non ti vedo”.
Ruby: “Lo sai che sono stata affidata alla famiglia di Lele Mora”.
Nicole: “Si me l’hanno detto. E come ti trovi?”.
Ruby: “Sono ancora in comunità , poi mi hanno dato quindici giorni estivi da passare da loro, poi dovrò essere affidata. Sai, le prassi burocratiche”.
Nicole: “L’importante è che stai bene, che mi hai fatto preoccupare”.
È continuo questo affannarsi intorno alla minorenne.
Il 14 settembre, quando l’inchiesta era cominciata e nessuno ne sapeva niente, Ruby parla con mamma Naima, racconta di qualche regalino che ha avuto da Diana Mora.
E la madre domanda: “Ma questa è tua amica?”.
Risposta: “Diana, la figlia di Lele Mora, quello che voleva adottarmi… Ieri sono andata a cena da loro, abbiamo parlato delle mie questioni. Mi ha detto: “Pazienta, pazienta finchè non compierai 18 anni, così riprenderai ad andare da lui e ti aiuterà “.
Mi ha detto: “Pazienta e metti la testa a posto, non creare problemi”.
“Lui ti aiuterà ” e “metti la testa a posto” sono due belle frasi, dalla prospettiva dei magistrati, anche perchè Ruby sa che il suo silenzio vale: Silvio, racconta lei stessa, “Mi copre tutta d’oro”.
Se il processo che comincia il 6 aprile segue il suo percorso, Lele Mora prova – attraverso le interviste, non attraverso gli interrogatori – a non perdere l’equilibrio.
Al settimanale Oggi nega ciò che lo rende vulnerabile, e cioè il bunga bunga nelle case del premier: “Rassegnatevi: da due anni, nel cuore di Berlusconi c’è posto soltanto per una donna”.
Sinora mancava l’abuso della parola “cuore” in una questa storia, spunta nel petto di “una bella ragazza, molto intelligente, e si sta laureando. Credo abbia 28 anni. Preciso che non è napoletana… ed era presente a tutte le cene”.
Un fidanzamento che dura da due anni?
Qualche conto qui non torna, come non torna nel prestito ricevuto dal generoso Berlusconi: come uomo e come amico “c’era quando n’avevo bisogno”, lo elogia Mora, parlando di tre milioni incassati.
Il problema (per Mora, ma non solo per lui) è che il manager ammette apertis verbis di aver preso dei soldi che sono spariti, semplicemente spariti.
E in una bancarotta l’obbligo di legge è onorare le fatture dei creditori: se i soldi s’involano verso (pare) la Svizzera, non è bello.
Per niente.
Possibile che Mora si sia fatto un clamoroso autogol?
Piero Colaprico
(da “La Repubblica“)
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