COSI’ SI VIVE NEL CALIFFATO: REGOLE, DIVIETI E PUNIZIONI
LAPIDAZIONE PER GLI ADULTERI, “COSTI STANDARD” PER LE PRESTAZIONI MEDICHE FINO ALLE NORME SULLA PESCA E IL LAVORO
Cavi elettrici riparati, affitti calmierati, marciapiedi verniciati, norme per proteggere la pesca, partorire negli ospedali ma anche sul bando di prodotti Apple, le punizioni feroci, la vendita di protesi, e il diktat ai cristiani: ad un anno dalla proclamazione il Califfato si distingue non solo per l’efferato terrore imposto ai circa 12 milioni di sudditi ma anche per l’impegno logistico ed amministrativo teso a migliorare le strutture pubbliche, cercando di cementare il consenso per il potere assoluto.
Regolando in maniera capillare ogni aspetto della vita quotidiana.
Ecco alcuni esempi, frutto di testimonianze e documenti raccolti dal ricercatore britannico Aymenn Jawad Al-Tamimi, che descrivono come il Califfo gestisce il proprio territorio.
Il costo per partorire negli ospedali
L’amministrazione medica del Wilayat (Provincia) al-Kheir, l’ex siriana Deir az-Zor, ha stabilito i costi da sostenere per far nascere i bambini in ospedale: 80 dollari per il parto cesareo e 55 per quello naturale con la possibilità di tenere, in entrambi i casi, i bebè ricoverati nelle 12 ore seguenti alla nascita.
Pesca senza fare uso di esplosivi
L’intento nel Wilayat dell’Eufrate è «garantire l’abbondanza di pesci» e dunque vengono vietati lungo i fiumi «l’uso della corrente elettrica, di materiali esplosivi e di tossine chimiche» perchè «uccidono troppi pesci e rischiano di avvelenare ciò che altri mangeranno». È inoltre vietato «pescare durante la riproduzione dei pesci» perchè «distruggere le uova significa nuocere alla futura abbondanza di pesce».
Marciapiedi verniciati e fognature
Nel Nord della Siria il Califfato assicura ai residenti del Wilayat di Raqqa il ripristino dell’elettricità , la realizzazione di impianti fognari «nel sottosuolo» e la verniciatura dei marciapiedi «per migliorare la vita dei residenti».
Limiti ai profitti dei farmacisti
Tutte le farmacie del Califfato devono far avere alle amministrazioni locali i titoli di studio dei farmacisti e non possono imporre alla clientela «aumenti di prezzo superiori al 20 per cento dell’etichetta».
Le scuole dell’obbligo a Raqqa
Nella maggiore città del Califfato in Siria le scuole dell’obbligo durano 9 anni, divise in 5 di elementari e 4 di superiori.
Dopo avviene la «selezione per college e atenei». Gli insegnanti devono aver seguito «un corso preparatorio di 10 mesi» che include «60 giorni di lezioni sulla Sharia» e la firma di un documento finale di «pentimento» per quanto fatto in passato contravvenendo alle norme dell’Islam.
Memorizzazione del Corano
Il comitato per l’«Insegnamento del Nobile Corano» prevede che ogni insegnante frequenti un corso a due livelli, memorizzando prima «5 parti» e poi «3 parti» dimostrando una «corretta recitazione del testo».
Per frequentare bisogna avere fra 18 e 40 anni, senza assentarsi «se non quando la Sharia prevede».
Offerte di lavoro «qualificato»
Nella provincia di Raqqa gli uffici di collocamento offrono lavoro a chi è «qualificato» in «Scienze della Sharia», contabilità , computer, amministrazione d’affari, educazione scientifica ed umanistica, preparazione di insegnanti.
Inoltre, il «Centro Hisbah» della polizia islamica cerca veterinari, guardie, ispettori sanitari, macellai, boia «per tagliare le gole» e «addetti alle pulizie».
Limiti al movimento delle donne
Le donne sotto i 50 anni non possono uscire dai confini di Raqqa senza permessi e documenti di transito emessi dalla polizia islamica, gli è «proibito» recarsi «nelle terre degli infedeli eccetto assolute urgenze mediche».
Le donne anziane non sono obbligate ad indossare l’hijab. Le donne possono salire e scendere dagli autobus solo nei garage delle apposite fermate.
Le donne mostrino solo un occhio
La fatwa numero 40 del Califfato prevede che «mogli, figlie e donne dei credenti devono indossare all’esterno abiti che non le facciano riconoscere o violentare». Per questo «le donne devono coprire i loro volti sin da sopra la testa, mostrando solo l’occhio sinistro».
I reclami dei cittadini per i risarcimenti
Il Wilayat della provincia di Aleppo prevede che «chi ha subito torti e danni, personali o nelle proprietà , da soldati o dirigenti dello Stato Islamico» può sottomettere dei «reclami» per ottenere «risarcimenti».
Di conseguenza a «soldati e dirigenti» viene chiesto di «fare attenzione ad evitare oppressione e aggressione nei confronti dei cittadini» perchè «vi saranno conseguenze anche nella vita futura».
L’ultimatum ai cristiani di Mosul
Emesso a Mosul dal Wilayat di Ninawa, offre ai «fedeli del Nazareno» tre scelte: «Convertirsi all’Islam, accettare il patto di sottomissione pagando la tassa annuale “jizya” o “se rifiutano andranno incontro alla spada».
Il divieto ai prodotti Apple
Si tratta di una disposizione del Califfo «a tutte le province, le sotto province ed i comitati locali» perchè «nell’interesse pubblico di proteggere le anime dei credenti» e «combattere i crociati» viene decretato il «bando di ogni dispositivo elettronico con il gps» a cominciare da «telefoni, tablet e computer di Apple» capaci di «creare gravi rischi a tutti».
A morte gli omosessuali
Per chi viola le norme della Shiaria le punizioni sono le più feroci.
La blasfemia è punita con la morte e se l’insulto è nei confronti del Profeta «neanche il pentimento può salvare».
L’adulterio è punito con la lapidazione, l’omosessualità con la morte «sia dell’attivo sia del passivo», il furto con l’amputazione della mano, bere il vino con 80 frustate, uccidere e rubare con la morte per crocifissione e «diffondere paura» con l’«espulsione dal territorio».
Niente autostop sui camion
Nella provincia di Ninawa, in Iraq, camion e furgoncini hanno il divieto di dare passaggi a soldati o esponenti del Califfato. È una misura tesa ad evitare che diventino obiettivi dei droni.
Affitti calmierati
Nel Wilayat dell’Anbar in Iraq, il Califfato stabilisce un tetto massimo di 84 dollari al mese per gli affitti di case, circa un terzo del valore precedente perchè «tocca ad Allah occuparsi delle cose materiali» mentre i mujaheddin devono combattere.
Marchi contraffatti
Vendere prodotti con etichette falsificate è «proibito dal legislatore Maometto» perchè si tratta di «un inganno»: «chi vende deve spiegare con cura di dettagli produzione e provenienza».
Maurizio Molinari
(da “La Stampa”)
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