COVID E DISCOTECHE APERTE IN SARDEGNA: LA PROCURA DI CAGLIARI APRE UN’INCHIESTA
NEL MIRINO, DOPO IL SERVIZIO DI REPORT, LA SCELTA DELLA REGIONE SU PRESSIONE DEGLI IMPRENDITORI DEL SETTORE
Ora sul caso delle discoteche sarde indagano i magistrati. Dopo l’inchiesta della trasmissione televisiva Report, andata in onda ieri su Rai3, sulla scelta della Regione Sardegna di tenere aperte le discoteche quest’estate (il che avrebbe favorito la diffusione del coronavirus e l’aumento dei contagi, tra cui il focolaio del Billionaire di Flavio Briatore), la Procura di Cagliari ora ha aperto un’inchiesta.
I magistrati vogliono capire se la Regione abbia consentito che i locali da ballo della Costa Smeralda continuassero a lavorare nonostante fosse a conoscenza dei rischi.
La procuratrice Maria Alessandra Pelagatti ha affidato l’indagine all’aggiunto Paolo De Angelis, che guida il gruppo specializzato in colpe mediche composto dai sostituti Guido Pani, Daniele Caria e Diana Lecca.
Gli investigatori della Procura si concentreranno sul parere del Comitato tecnico scientifico che risulta allegato alla decisione del governatore Solinas. Nel servizio di Report vari consiglieri regionali di maggioranza e opposizione hanno fatto riferimento a quel documento, ma dichiarando di non averlo mai visto.
Lo stesso conduttore Sigfrido Ranucci ha rimarcato la stranezza del fatto che nessuno avesse visto quell’atto, ipotizzando che gli esperti della task force regionale possano non aver autorizzato la riapertura e sollevando il dubbio sull’esistenza stessa del documento. Un dubbio che, a quanto pare, anche la Procura di Cagliari ha deciso di fugare.
Il servizio di Report ha suscitato numerose polemiche. “Di cosa succede qui in Sardegna, oltre Tirreno, non ne frega nulla a nessuno. Questo ci dovrebbe consigliare che serve, oggi più che mai, una classe politica che ha testa e cuore in Sardegna, che il modello turistico fin qui costruito è un modello dello sfruttamento e del vassallaggio moderno, che la nostra terra ha diritto ad autodeterminarsi in maniera autorevole e umana. Al posto della disumanità autoctona e continentale che abbiamo subito e continuiamo a subire”, polemizza il presidente dell’Anci dell’isola, Emiliano Deiano.
(da agenzie)
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