DA MARTE CON FURORE, MARINO SPARA SU ORFINI: “E’ UN KILLER POLITICO, COSA ASPETTA A DIMETTERSI?”
“LOTTI DOVREBBE CHIUDERSI IN CASA E NON USCIRE PIU'”…”IO HO CHIUSO L’IMPIANTO DI CERRONI, UTILIZZANDO LE STRUTTURE PUBBLICHE, LA PRIMA COSA CHE HA FATTO LA RAGGI E’ RIAPRIRLO, CHIEDETEVI PERCHE'”
Le parole più dure le usa per Matteo Orfini e Luca Lotti.
Il primo dovrebbe dimettersi, il secondo vergognarsi, rinchiudersi in casa e non uscire mai più.
Ignazio Marino, ospite di In Mezz’ora per la sua prima intervista dopo l’assoluzione per i casi scontrini e Onlus, attacca a testa bassa i vertici del Pd renziano.
In primis, il commissario del partito romano: “Settecentomila romane e romani sono stati violentati da una sola persona”, che “non ha mai amministrato nulla, è stato eletto con una legge dichiarata incostituzionale”.
E poi: “Nominato commissario, ha chiuso i circoli, lasciato i debiti e portato il partito alla disfatta più grande della sinistra in questa città negli ultimi 30 anni. Cosa farebbe in un’azienda uno che combina questo disastro? Glielo dico io: dimettersi, invece resta attaccato con l’Attak alla poltrona”.
In tutto ciò “non sono caduto per la magistratura”, ha aggiunto Marino, ma “ho dovuto lasciare perchè Orfini ha convocato gli assessori” e “gli ha chiesto di andare dal notaio”
Su Luca Lotti, che in una recente intervista aveva attaccato Massimo D’Alema, l’ex sindaco di Roma ci va giù ancor più duramente: “Dovrebbe vergognarsi, tornare a casa, chiudersi dentro e non uscire mai più”, dice senza nominarlo ma riferendosi alla sua intervista nella quale affermava che D’Alema “è accecato dall’invidia per non aver ricevuto la poltroncina”.
“Trovo veramente disgustoso che si possa dire di un ex presidente del consiglio, di un ex ministro degli esteri, che fa questo per una poltroncina”, ha detto Marino.
A ben vedere, a ricevere meno critiche è stato il presidente del Consiglio Renzi: “Renzi ha allontanato un sindaco che stava facendo quello per cui lui all’inizio era piaciuto al Paese. Io credo che Renzi, scaltro e intelligente, abbia zero informazioni su Roma e sia stato molto mal consigliato. In un dialogo con me avrebbe capito e sarebbe stato uno dei miei più grandi sostenitori”, ha aggiunto Marino.
“E’ stato un anno duro, in cui mi sono sentito ferito e offeso. Per me conta l’onorabilità . Mi hanno mosso accuse violente. Le forze politiche hanno organizzato uno sbeffeggio a mio danno”, ha aggiunto parlando dei 12 mesi trascorsi.
Poi ha parlato della nuova prima cittadina, sottolineando che “una delle prime azioni della sindaca Raggi è stata chiedere la riapertura del tritovagliatore che trattava circa 100 tonnellate di rifiuti al giorno di rifiuti, di proprietà dell’avvocato Cerroni e affittato ad un altro privato”.
Però, aggiunge, “con la mia azione l’ho chiuso perchè ho reso più efficienti gli impianti pubblici, ma i privati perdevano 160mila euro al giorno”.
Ciononostante, “una delle prime azioni della sindaca Raggi è stata chiedere di riaprire quegli impianti”.
Quanto a una delle polemiche che hanno accompagnato la sua amministrazione, Marino sottolinea che in occasione dei funerali di Vittorio Casamonica, nell’estate del 2015, la responsabilità sul volo dell’elicottero che lanciò petali sul corteo funebre non era del Comune ma del Viminale e della Difesa.
(da “Huffingtonpost”)
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