DAL CASO RENZI ALLE TENSIONI CON I 5 STELLE, PER LA SCHLEIN COMINCIA UN PERIODO DI BATTAGLIE
LA PRIMA REGIONE AL VOTO, LA LIGURIA A FINE OTTOBRE, È QUELLA CHE LE DÀ PIÙ GRATTACAPI. IN BALLO LA CANDIDATURA DEL DEM ORLANDO: LA COSTRUZIONE DELL’ALLEANZA, NEL PIENO DELLO SCONTRO TRA CONTE E GRILLO, E CON ITALIA VIVA CHE ANCORA SOSTIENE LA GIUNTA DI CENTRODESTRA A GENOVA, SI RIVELA COMPLICATA
Il primo appuntamento pubblico è fissato per domani, festa dell’Unità in provincia di Siena e poi in serata a Campiglia marittima. A seguire una carrellata di incontri, tutti i giorni un palco fino al tradizionale comizio finale della festa nazionale, a Reggio Emilia l’8 settembre; in mezzo, il ritorno in tv, a In Onda sabato sera.
Finite le riservatissime ferie, si dice in Svizzera a trovare i genitori ma al quartier generale del Nazareno fingono tutti di non saperlo, per la segretaria del Pd Elly Schlein comincia una stagione di battaglie. Dalle alleanze da costruire con certosina pazienza alle Regionali in Liguria, Umbria ed Emilia-Romagna, fino al referendum contro l’Autonomia differenziata, ha trovato sul tavolo quelli che saranno gli appuntamenti decisivi dell’autunno. E pure i nodi che tocca a lei cercare di sciogliere.
Nelle settimane roventi di metà agosto, mentre il dibattito si avvitava da una parte sul tentativo di Matteo Renzi di far ritorno alla casa del centrosinistra, e dall’altra sul fantomatico complotto ai danni di Arianna Meloni, la leader dem ha scelto di non intervenire.
La prima questione, sa bene la segretaria, tocca nel vivo la comunità dem, e andrà risolta con un percorso prudente, non si può certo liquidare con frasi avventate o di circostanza; l’altra, l’ha considerata fin da subito come un astuto diversivo per non parlare di problemi reali. Come non ha detto la sua sull’apertura di Forza Italia allo ius scholae, in attesa di capire quali siano le reali intenzioni di Tajani.
Le uniche dichiarazioni diffuse dalle vacanze, sono state quelle contro il caporalato e per il salario minimo, con un’incursione nelle elezioni americane: «Forza Kamala, anche il Pd ti sostiene in questa sfida cruciale». Stati Uniti a parte, quello che cercherà di far passare al suo rientro: lavoro, giustizia sociale, sanità pubblica, sono i temi su cui intende riprendere il filo, quelli della campagna delle Europee che, è convinta, possono dare un’identità e un profilo chiari al suo partito.
Anche perché le urne riaprono presto: e proprio la prima regione al voto, la Liguria a fine ottobre, è quella che le dà più grattacapi. Mentre in Umbria e in Emilia i candidati sono già in campo sostenuti da coalizioni larghissime – dal M5S a Iv e Azione – è in Liguria che si stanno concentrando tutte le tensioni.
L’ex ministro Andrea Orlando è pronto da tempo, ma la costruzione di alleanze, tra il Movimento nel pieno dello scontro tra Conte e Grillo, e Italia viva che ancora sostiene la giunta di centrodestra a Genova, si sta rivelando complicata. Dal Pd danno prova di ottimismo, convinti di poter trovare la quadra alla svelta.
Ma non ignorano che, in quel territorio, si concentrano entrambi i problemi a cui la segretaria dovrà dedicarsi al più presto, se davvero vuole dare seguito alla costruzione di un campo largo: l’autocandidatura a farne parte di Renzi, che in tanti, a cominciare da Giuseppe Conte, rispedirebbero volentieri al mittente, e il delicato percorso del Movimento cinque stelle verso la sua costituente di ottobre.
Sul Movimento, la segretaria non proferisce parola, consapevole di quanto sia inopportuno per un leader politico mettere bocca sulle scelte interne di un altro partito.
(da La Stampa)
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