DALLA SANITA’ PRIVATA AI BALNEARI: TUTTE LE LOBBY DELLA PRESIDENTE MELONI. E I LORO AFFARI
IN PALIO BANDI E ASSEGNAZIONI CHE VALGONO MILIARDI
L’unico obiettivo del governo a più di un anno dal suo insediamento è stato quello di dare contentini, a volte non proprio piccoli, ad alcune associazioni di categoria che ormai sono diventate delle sorte di interlocutori privilegiati di Palazzo Chigi. Sigle influenti nelle stanze di Fratelli d’Italia e della Lega, ma soprattutto in quella dove siede la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Associazioni agricole, sindacati di polizia, sigle che raggruppano ambulanti, tassisti, balneari: lobby, spesso, che bloccano qualsiasi tipo di concorrenza e liberalizzazione di alcuni mercati. E, ancora, il governo sembra avere una attenzione particolare al mondo dei privati della sanità, delle associazioni pro-life e anche nei confronti di una manciata di conduttori tv che da anni montano puntate delle loro trasmissioni sulle “mamme rom che rubano in metro e tram” o “sugli immigrati che occupano le case degli italiani”.
Il tesoretto dei contratti di filiera
Ma quali sono oggi le sigle e le associazioni più influenti nel governo? Che cosa hanno già ottenuto e che cosa chiedono ancora, sapendo che potrebbero ottenerlo? In questi giorni sono emerse plasticamente il ruolo e la forza di Coldiretti, con il presidente Ettore Prandini che ha sfiorato la rissa con i deputati di Più Europa che manifestavano davanti Palazzo Chigi a favore della carne coltivata. Prandini, e la sua rete, sono i veri gran suggeritori del ministro Francesco Lollobrigida: non solo sullo stop alla carne sintetica, ma anche sul decreto flussi ampliato secondo le richieste dell’associazione ormai unica referente del comparto per il governo Meloni. La prossima partita riguarderà i contratti di filiera, tema caro a Coldiretti: dopo il primo bando già con graduatoria e che vale 700 milioni di euro, a breve Lollobrigida destinerà altre risorse alle filiere (si parla nei corridoi del ministero di una cifra intorno ai 2 miliardi). Mentre Prandini si lancia a chiedere una revisione della Costituzione per affidare più poteri in materia agricola allo Stato togliendole alle Regioni: tanto oggi si sa chi sussurra cosa fare al ministero, cioè allo Stato.
L’asse coi sindacati di polizia
Nell’ultimo Consiglio dei ministri, Meloni ha annunciato l’approvazione dell’ennesimo pacchetto sicurezza. Ha dato un contentino alle forze dell’ordine, che potranno portare armi non di ordinanza fuori servizio, e in un bilancio a dir poco ristretto ha recuperato risorse per avviare la contrattazione per gli aumenti stipendiali. Ma a far capire la “sintonia” con alcune sigle bastano le parole dei segretari di Siap e Siulp dopo un incontro a Palazzo Chigi nei giorni scorsi: “Riteniamo dover dare atto del positivo confronto per l’oggettivo riconoscimento politico del nostro impegno nel paese – hanno detto i segretari generali Felice Romano (Siulp) e Giuseppe Tiani (Siap) – un primo costruttivo passo per affrontare datate problematiche, percorso avviato grazie soprattutto all’impegno e l’opera del ministro Piantedosi, di parlamentari come il vicepresidente del Senato Gasparri, dei sottosegretari all’Interno Molteni, Ferro e Prisco”. Cosa hanno ottenuto di concreto sul fronte dell’aumento dell’organico e di veri investimenti necessari, non si sa: ma il rapporto è solidissimo, pare.
La ricca torta della sanità privata
Sempre nell’ultima manovra che dà soldi a pochi, tra i beneficiari di un aumento ci sono le aziende sanitarie private, raggruppate in gran parte all’interno dell’Aiop, la potente associazione di categoria legata a Confindustria, ma anche nelle sigle che raccolgono iscritti tra specialistica e laboratori. Qui il referente diretto nel governo è il sottosegretario Marcello Gemmato, farmacista e responsabile sanità per FdI: già a marzo diceva che i “privati sono importanti per ridurre le liste d’attesa”. Ed ecco nella manovra recuperati circa 600 milioni.
Tra concessioni e licenze
Altro comparto al quale il governo Meloni ha dato un contentino è quello degli ambulanti, con la proroga delle concessioni (e addio gare): qui una sigla ascoltatissima è l’associazione ambulanti della Ugl. Mentre sul fronte balneari un filo diretto è stato costruito soprattutto con Confcommercio (la seconda uscita pubblica della Meloni appena insediatasi è stata proprio a Confcommercio, per annunciare la fine del reddito di cittadinanza chiesto dall’associazione, la prima uscita era stata da Coldiretti a Milano). Qualche giorno fa il presidente Sib, Antonio Capacchione, e Maurizio Rustignoli, presidente Fiba, hanno scritto alla Meloni chiedendo di bloccare le gare che alcune amministrazioni locali stavano avviando per la concessione delle spiagge. Ed ecco la soluzione trovata nell’ultimo Cdm: mettere a gara le spiagge libere. Insomma, privatizziamo tutto e non tocchiamo le concessioni esistenti compresa quella cara alla ministra Daniela Santanchè: il Twiga del suo socio Flavio Briatore.
Sui taxi poi il governo ha concesso di aumentare le licenze del 20 per cento, ma dandole di fatto a chi già ne ha una. Insomma, un regalo alla categoria più chiusa del Paese e protetta dalla destra: qui un interlocutore privilegiato al governo è l’Ugl Taxi, ma tutte le sigle dei vari sindacati locali son ben ascoltate e tanti sono stati i tassisti candidati nelle file di FdI o della destra.
La sponda con le campagne t
Ci sono poi lobby più impalpabili e meno formali, ma per questo non meno influenti. Nell’ultimo decreto sicurezza Meloni ha previsto il carcere anche per mamme e donne incinte: una risposta, sembra, alle decine di trasmissioni montate dai conduttori cari alla destra che ogni settimana e ormai da tempo fanno servizi su furti nelle metropolitane. Programmi che da anni rilanciano l’emergenza criminalità ma solo verso alcune categorie e stranieri soprattutto. Alimentando uno scontento che ha sollevato molto la destra alle urne, su questo non c’è dubbio. E di questo si è occupato il governo Meloni.
(da La Repubblica)
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