DAZI USA, PER L’ITALIA UN CONTO DA UN MILIARDO
AIRBUS-BOEING, UNA GUERRA LUNGA 15 ANNI
L’Organizzazione mondiale del commercio ha dato il via libera agli Stati Uniti: potranno imporre dazi su 7,5 miliardi di dollari di import dall’Unione europea, accusata di aver aiutato in modo illegale Airbus nello sviluppo e lancio di alcuni suoi modelli (A380 e A350).
La vicenda risale al 2004, subito dopo che Airbus si impose come primo produttore per consegne di velivoli nel mondo sulla storica rivale americana. Gli Usa, ricorda il Ft, hanno puntato il dito contro i sussidi che il consorzio europeo ha ricevuto fin dagli anni Settanta: Washington ha indicato 22 miliardi di dollari di flussi illegali di denaro. Gli europei hanno risposto a stretto giro, puntando a loro volta il dito su 23 miliardi di aiuti.
In una storia che è sembrata tutta un “occhio per occhio-dente per dente”, a inizio decade il Wto ha concluso che entrambe le società hanno ricevuto aiuti illegali. Boeing nella forma di contratti pubblici per la difesa e sgravi fiscali, Airbus attraverso il supporto dei programmi di lancio dei velivoli.
L’ok alle tariffe americane
Con l’ultima decisione, il Wto ha quantificato le tariffe che gli Usa possono legittimamente imporre verso l’Unione europea, per aver visto la loro società perdere quote di mercato a causa di aiuti illegali dalla parte pubblica avversa. Gli americani puntavano a superare quota 11 miliardi, alla fine è stata indicata la cifra di 7,5 miliardi. Nel mirino di elenchi già studiati a Washington ci sono merci disparate. Dal vino francese, ai prodotti agroalimentari italiani, passando per la componentistica del settore aerospaziale ma anche il whiskey e i maglioni di cachemire.
L’allarme in Italia
In generale, è un ennesimo braccio di ferro su un fronte commerciale già martoriato da molte guerre. La prima tra tutte è quella che oppone Usa e Cina e che – dopo le tariffe su centinaia di miliardi di flussi commerciali – ancora tarda a ricomporsi. Ma anche i rapporti sull’Atlantico sono incrinati, soprattutto dopo l’introduzione delle tariffe sull’acciaio dell’anno passato.
Per quel che ci riguarda più da vicino, è stata la Coldiretti a stilare un primo bilancio delle perdite possibili: 1 miliardo di euro il conto stimato, in attesa della lista definitiva di prodotti europei da colpire. “Se saranno mantenute le stesse merci indicate in via preliminare, osserva Coldiretti, l’Italia potrebbe essere dopo la Francia il paese più colpito”.
A pagare il conto più salato rischia di essere l’agroalimentare con vini, formaggi, salumi, pasta, olio extravergine di oliva, agrumi, olive, uva, marmellate, succhi di frutta, pesche e pere in scatola, acqua, superalcolici e caffè. In pericolo sono soprattutto i formaggi, “anche per le pressioni della lobby dell’industria casearia Usa (Ccfn) che ha recentemente scritto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump per chiedere di imporre dazi alle importazioni dall’Europa”.
Quello americano è, dopo la Germania, il secondo mercato estero per Parmigiano Reggiano e Grana Padano per i quali, afferma Coldiretti, la tassa potrebbe arrivare fino a 15 dollari al kg, facendo alzare il prezzo al consumo fino a 60 dollari al kg. A un simile aumento corrisponderà inevitabilmente un crollo dei consumi, stimato nell’80-90% del totale dal Consorzio del Parmigiano Reggiano.
Ma non è finita
La vicenda potrebbe nuovamente aggiornarsi, tra qualche mese. Sono infatti in arrivo le decisioni del Wto anche sul lato opposto della partita, ovvero gli aiuti Usa a Boeing sui quali si sono concentrate le rimostranze europee.
Insomma, a breve potrebbe arrivare una risposta con altrettanti dazi su altri prodotti, che percorrono la rotta inversa sull’Atlantico.
Nota il quotidiano della City che a questo punto la soluzione ottimale sarebbe sedersi al tavolo e stabilire nuove regole d’ingaggio per il settore, che disciplinino una volta per tutte i sussidi pubblici. Anche perchè la Cina è pronta a far decollare i suoi aerei e il duopolio potrebbe presto esser messo a rischio: una lotta tra consoli potrebbe far emergere un nuovo Imperatore.
(da agenzie)
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