DE GREGORIO SALVATO DAL VOTO SEGRETO, RICHIESTA D’ARRESTO RESPINTA AL SENATO
ERA ACCUSATO DI UNA TRUFFA DA 23 MILIONI DI EURO IN CONCORSO CON LAVITOLA… A FAVORE DELL’ARRESTO (A PAROLE) PD, UDC E LEGA, MA I FRANCHI TIRATORI SALVANO IL SENATORE PDL: FINISCE 169 A 109, RIBALTATO IL VERDETTO DELLA GIUNTA SULLE IMMUNITA’
Il Senato dice no alla richiesta di arresti domiciliari per il senatore Sergio De Gregorio accusato di associazione per delinquere, concorso in truffa e truffa aggravata per concorso in erogazioni pubbliche, nell’inchiesta della Procura di Napoli che vede indagato anche Valer Lavitola, ex direttore de L’Avanti.
De Gregorio si è salvato grazie al voto segreto.
Un voto che ha ribaltato il verdetto della Giunta delle immunità che un mese fa si era invece espressa a favore.
Ufficialmente, l’unico gruppo a dichiarare di essere contrario all’arresto di De Gregorio era stato il Pdl.
Ma alla fine i “franchi tiratori”, nella libertà di coscienza e nel segreto dell’urna, sono stati decisivi per le sorti del senatore pidiellino: in ben 169 hanno votato contro il suo arresto; a favore sono rimasti solo 109.
Ufficialmente le dichiarazioni di voto erano state di ben altro tenore: a favore dell’arresto si erano pronunciati Pd, Udc e Lega Nord, l’unico gruppo contrario era rimasto il Pdl (che non ha 169 voti a Palazzo Madama).
Ma nel segreto dell’urna la maggioranza (contro l’arresto) è stata schiacciante.
La maggioranza assoluta dell’Aula.
Il fatto che a “vincere” siano stati i franchi tiratori è un dato che viene dal semplice conto dei componenti dei vari gruppi parlamentari.
I votanti sono stati 294.
Il gruppo del Pdl raggiunge “solo” quota 127 seggi, ma quelli della Lega Nord sono solo 22.
E i 169 non si raggiungono neanche con i 13 voti di Coesione Nazionale (cioè il Grande Sud di Gianfranco Miccichè, il Pid dell’ex ministro Saverio Romano, gli ex Responsabili e altri partiti minori).
Gli altri gruppi parlamentari contano rispettivamente 15 seggi l’Udc, 14 il Terzo Polo (Fli e Api), 104 il Pd, 12 l’Italia dei Valori, oltre ai 14 del gruppo misto.
Aldilà dei calcoli, la certificazione arriva con la dichiarazione dello stesso De Gregorio: “Ringrazio i colleghi del mio gruppo — afferma — e altri che non conosco: non mi aspettavo un sostegno così forte. Evidentemente i colleghi hanno compreso l’inutile sofferenza cui sarei andato incontro. Ho notato un voto forte e deciso, una presa di coscienza del fatto che gli arresti non devono essere comminati senza motivo”.
A chi gli riferisce delle voci di un accordo che avrebbe fatto passare la sua libertà in cambio dell’arresto per l’ex senatore della Margherita Luigi Lusi, De Gregorio replica: “Non baratto la mia libertà con la privazione della sua. Casomai mi farei arrestare subito”.
Il senatore (ex Forza Italia, ex Dc per le autonomie, ex Idv e ora Pdl) annuncia, comunque, che voterà contro l’arresto di Lusi e sottolinea di non volersi ricandidare, per potersi dedicare alla vicenda giudiziaria “e per favorire il ricambio generazionale di cui il Pdl ha bisogno”.
Su questo risponde lo stesso Lusi: “Escludo l’ipotesi di un accordo politico che ha portato al no all’arresto di De Gregorio. E’ una questione di coscienza, come è giusto che sia”.
Iniziano anche le accuse incrociate.
La prima è del Pd Franco Monaco nei confronti del Carroccio: “Tutto come prima — sottolinea — La Lega di Maroni si conferma un manipolo di imbroglioni, esattamente come la Lega di Bossi: dopo aver dichiarato il sì all’arresto di De Gregorio lo hanno salvato. I numeri sono inequivocabili”.
Il voto, come detto, si è svolto a scrutinio segreto.
La richiesta è stata avanzata dai senatori del Pdl, ma Pd e Idv, contrari, chiedevano che si votasse a scrutinio palese.
L’Idv e il Pd avevano confermato il voto a favore.
Ma intanto nell’aula è scoppiata la polemica: “Perchè lo scrutinio deve essere coperto dal segreto?” ha chiesto Anna Finocchiaro intervenendo in aula. Gaetano Quagliariello (Pdl) ha spiegato: “Se ci fosse stata libertà di coscienza, non sarebbe servito il voto segreto. Ma ogni gruppo ha dato delle indicazioni e quindi è giusto che ci sia un voto segreto perche’ deve esserci assoluta libertà , senza l’obbligo di seguire le indicazioni del proprio partito. C’è un ordine di gruppo, non mi nascondo dietro un dito. Il Pdl voterà contro l’arresto. Ma è doveroso — ha concluso — tutelare la coscienza dei nostri membri e di quelli di altri gruppi”.
La Giunta delle elezioni e immunità di Palazzo Madama il 9 maggio scorso aveva già detto sì alla richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla procura di Napoli, ma l’ultima parola spettava oggi all’Aula.
Gli unici a votare contro l’arresto erano stati i senatori del Pdl.
A favore tutti gli altri gruppi. L’Udc in quella seduta era assente ma oggi, secondo quanto si apprende, voterà a favore dell’arresto.
Come farà la Lega, anche se secondo alcune indiscrezioni qualche rappresentante del Carroccio potrebbe voler salvare De Gregorio.
Le carte dell’inchiesta raccontavano di somme erogate alla International Press — la società editrice del quotidiano — sulla base di documenti attestanti spese in realtà mai sostenute (come quelle relative ai dati sulla diffusione e all’attività di strillonaggio), che prendevano altre strade, in gran parte verso paesi del Sudamerica.
L’attenzione degli inquirenti dall’inizio è stata concentrata sulla destinazione reale e sull’uso di oltre 23 milioni di euro, la quantità di denaro complessiva versata al giornale a cominciare dal 1997 e fino al 2009.
Lavitola veniva indicato “quale dominus e coamministratore di fatto della International Press”, mentre De Gregorio era ritenuto “socio effettivo dal 1997 e coamministratore occulto” della stessa società .
(da “Il Fatto Quotidiano”)
Leave a Reply