“DIMISSIONI SUL PIATTO? SÌ, DELLA CENA”: CONTE CON UNA BATTUTA ALLONTANA LE VOCI DI CHI IMMAGINA UN AVVICENDAMENTO ALLA GUIDA DEL MOVIMENTO
ANNUNCIA UNA COSTITUENTE IN AUTUNNO E PENSA A TOGLIERE IL LIMITE DEI DUE MANDATI (L’ULTIMO TABU’ DI GRILLO)… LE MOSSE DI PATUANELLI E DEI BARRICADERI DI BATTISTA E RAGGI
Non si dimette ma rilancia. Non usa la parola congresso ma a questo pensa Giuseppe Conte quando dice ai parlamentari che è «venuto il momento di avere una grande assemblea collettiva, un’assemblea costituente, con la partecipazione di tutti gli iscritti».
Ed è qui che si discuterà di come cambiare e migliorare le regole del M5S. Quelle regole, come l’impossibilità di ricoprire una carica istituzionale per la terza volta, che hanno portato, secondo le riflessioni tra i 5Stelle, il partito al minimo storico del 9,99%.
Ai deputati e ai senatori, il presidente vuol dare anche l’impressione di non essere per forza legato al suo ruolo: «La mia guida rimane e rimarrà sempre e solo funzionale agli interessi superiori della nostra comunità». Tuttavia, afferma questo nella convinzione che per ora non esiste un’alternativa, anche perché in questi anni ha modellato il partito a sua immagine e somiglianza, e ora sotto accusa degli esponenti storici del Movimento è finita anche questa eccessiva personalizzazione.
Quindi Conte si batte il petto quando si dice pronto ad ascoltare i parlamentari per «approfondire con franchezza le ragioni di questa sconfitta». E in effetti ieri ha avviato un giro di colloqui per cercare di dare nuovo slancio al Movimento. Prima di vedere i parlamentari, l’ex premier ha riunito i componenti dei direttevi di Camera e Senato, e poi anche gli eurodeputati neo eletti.
Nel frattempo, nei corridoi di Montecitorio e Palazzo Madama, si aggiravano i volti dei grillini tra delusione e horror vacui. Un senso di vuoto e di paura del futuro. I tempi in cui si aspettava il verbo di Beppe Grillo, l’unico capace di dare la linea al Movimento, sono passati e ora tutto il quadro è più fragile. Quello dell’assemblea costituente sarà un percorso molto lungo, qualcuno vede solo un modo per prendere tempo e superare la batosta elettorale.
Di certo, però, una dead line c’è: arrivare in tempo per consentire, eventualmente, a Roberto Fico di candidarsi presidente della Regione Campania nel 2025. E farsi trovare pronti per le prossime elezioni quando serviranno i volti noti per trainare il Movimento.
Quindi l’unica possibilità di venir fuori da questa crisi passa da un cambiamento profondo: via il limite dei due mandati, che non ha consentito ai più conosciuti di correre per un seggio a Bruxelles, immaginare anche di abolire il sistema del voto online per scegliere le persone in lista e una rivisitazione dell’attuale assetto di comando.
Sul piatto, dunque, c’è di tutto. Tranne le sue dimissioni. In fondo lo dice lo stesso Conte in serata prima di entrare a Montecitorio per la riunione dei gruppi parlamentari: «Dimissioni sul piatto? Sì…della cena… ». E con una battuta allontana le voci di chi, anche all’interno del partito, immaginava una sua resa e un avvicendamento alla guida di M5s
L’ordine di scuderia, in questa fase di tattiche e di manovre, è infatti respingere un cambio al vertice.
Stefano Patuanelli invita tutti alla «lucidità». Un monito che, pronunciato da chi aveva previsto la caduta al 10% per M5s, scatenando le ire di Conte, porta a credere che serve appunto una fase di riflessione non autoassolutaria e lungimirante.
(da agenzie)
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