E BRAVO SALVINI CHE AIUTA I RUSSI PER TOGLIERE LAVORO AGLI ITALIANI: IL DOCUMENTO “RISERVATO”
L’ASSOCIAZIONE LOMBARDIA-RUSSIA, EMANAZIONE DELLA LEGA, CONSIGLIA GLI IMPRENDITORI ITALIANI A DELOCALIZZARE IN DONETSK E LUGANSK “DOVE UN OPERAIO COSTA SOLO 100 EURO”… SONO QUESTI I SOVRANISTI TRADITORI DEGLI INTERESSI ITALIANI
LombardiaRussia si definisce un’associazione culturale “apartitica” che “ha per scopo far conoscere la Russia e la sua attualità per quel che sono.”
La distanza dai partiti pare poco verosimile quando si verificano alcuni piccoli dettagli. L’associazione ha sede in Via Colombi 18 a Milano, all’angolo con via Bellerio, nello stesso stabile che ospita l’Associazione Umanitaria Padana Onlus e l’asilo nido “Orsetti Padani”.
Il Presidente, Gianluca Savoini, fu giornalista de “La Padania” ed è considerato il punto di contatto tra Salvini e Putin. Il suo vice, l’analista informatico Gianmatteo Ferrari, fu candidato leghista alle ultime comunali di Varese. Il Responsabile Sviluppo Progetti è l’ex Deputato della Lega Claudio D’Amico.
Negli scorsi giorni il sito web dell’associazione ha pubblicato una “dispensa”, scaricabile in PDF nonostante su ogni pagina reciti “documentazione riservata — personale — non divulgabile”, che invita gli imprenditori a investire nelle repubbliche “autoproclamate” di Donetsk e Lugansk.
All’interno del dispaccio si dichiara che il probabile riconoscimento della Russia alle Repubbliche nel 2017, comporterà “un aprirsi al mondo”, e si specifica che ogni prodotto ivi fabbricato “avrà la possibilità di essere esportato molto facilmente in Russia, bypassando l’embargo”.
Ma la considerazione più marcata è che “lo stipendio medio di un operaio specializzato è di circa 100 euro al mese più un 31 per cento a carico dell’imprenditore comprensivi di tutte le voci di spesa: previdenza, tasse sul reddito, ecc…”.
Non solo: la dispensa appare un chiaro invito a delocalizzare in un’area politicamente ed economicamente instabile, priva di qualsivoglia riconoscimento internazionale, ma soprattutto in virtù di una forza lavoro infinitamente più economica di quella italiana e dell’Unione Europea.
Chissà se ne hanno parlato con Salvini durante qualche volo verso Mosca, e se lui si è ricordato di quando tuonava contro le delocalizzazioni di Riello, Faac e Almaviva.
Stefano Basilico
(da “il Foglio”)
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