CYBERSPIONAGGIO, ARRESTATI INGEGNERE NUCLEARE E SUA SORELLA, TRA GLI SPIATI RENZI, MONTI E DRAGHI
CONTROLLAVANO POLITICI E ISTITUZIONI, RUBANDO DATI RISERVATI
Un tempo si sarebbe chiamato «dossieraggio». Un incubo ricorrente nella vita politica ed economica italiana. Ma il termine è assolutamente riduttivo per quanto emerge dall’inchiesta «Eye Pyramid», Occhio della Piramide, condotta dalla Polizia di Stato in collaborazione con l’Fbi e sotto la guida della procura di Roma: un ingegnere nucleare di 45 anni e sua sorella, noti personaggi dell’alta finanza capitolina, avevano guidato un attacco informatico a big dell’economia e della politica attraverso un software spia particolarmente invasivo.
Per anni hanno spiato politici, istituzioni, pubbliche amministrazioni, studi professionali, imprenditori.
Gli arrestati sono l’ingegnere di 45 anni Giulio Occhionero e sua sorella Francesca Maria entrambi romani, ma residenti a Londra.
Ad essere spiati Matteo Renzi e il sito del Partito Democratico, ma anche Mario Draghi, Mario Monti, il comandante della Guardia di Finanza Saverio Capolupo, Fabrizio Saccomanni, Vincenzo Scotti.
L’ordinanza cautelare in carcere nei confronti dei fratelli Occhionero è stata firmata dal gip Maria Paola Tomaselli.
Nel provvedimento eseguito dalla Polizia postale su indicazione del pm Eugenio Albamonte si fa riferimento a diversi portali web di interesse istituzionale, tra cui quello della Banca d’Italia, della Camera e del Senato.
In un passo il gip Maria Paola Tomaselli scrive che gli Occhionero «al fine di trarne per sè o per altri profitto o di recare ad altri un danno accedevano abusivamente a caselle di posta elettronica protette dalle relative password di accesso sia personali che istituzionali appartenenti a professionisti del settore giuridico economico nonchè a numerose autorità politiche e militari di strategica importanza o di sistemi informatici protetti utilizzati dallo Stato e da altri enti pubblici».
Anche una loggia massonica è stata infiltrata telematicamente e i suoi iscritti intercettati.
I dati sottratti dal virus informatico erano custoditi gelosamente in server negli Stati Uniti (di qui la collaborazione con l’Fbi).
I due sono stati arrestati su ordine della magistratura romana. Pesantissime le accuse: procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche.
(da “La Stampa”)
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